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LA TORTA PASQUALINA 2018 E LA LOTTA PER L'INDIPENDENZA DI UNA NAZIONE. LIBERA E DEMOCRATICA

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torta pasqualina 6
http://www.misya.info/ricetta/torta-pasqualina.htm
1. Questa è una Pasqua particolare. Forse, tra qualche anno (a posteriori) non risulterà aver costituito un passaggio storico unico ed irripetibile, quanto piuttosto gli albori di una fase di rinnovamento.
Anzitutto, l'immobilismo (al tempo) scientemente perseguito nel costruire finte volontà di risovere i problemi del nostro Paese; problemi che avevano un solo nome, l'euro, e che il pretendere di risolvere era una cosmesi in realtà indirizzata a renderli strutturali, ma talmente strutturali da non potersi più tornare indietro.

2. Rammentiamo gli ingredienti di quella torta pasqualina: riassorbire e normalizzare le anomalie del voto protestatario, rimettere in sella a tempo indefinito i partiti che appoggiarono il governo Monti, fingere di voler risolvere il problema dei crediti delle imprese verso il settore pubblico e quello degli esodati, ma in realtà affermare un maquillage rafforzativo dell'austerità decrescista infelice, affermando che ogni soluzione al riguardo potesse conseguire solo a pesanti sacrifici per tutte la fasce sociali più deboli, in virtù della inderogabile copertura in pareggio di bilancio, negando al contempo ogni realistica considerazione del moltiplicatore della spesa pubblica, e, soprattutto, colpevolizzare tutti gli italiani sull'abbattimento del debito pubblico, in modo da far interiorizzare come principio assoluto l'obbligo supercostituzionale di rispettare il fiscal compact. 
E dunque, in definitiva, imprimere su questa nuova "tavola delle l€ggi" la deroga e la destrutturazione dell'impianto fondamentale della Costituzione, rendendo irrilevante la violazione del filtro degli artt. 11 e 139 Cost.
Molti di questi obiettivi sono stati direttamente bocciati, e altri ridefiniti in nuove cosmesi per perpetuarne il perseguimento ad ogni costo; ma, come vedremo, istituzioni pubbliche e private, privatissime (esterne), dotate di forze materiali sterminate (p. 2.2.), continuano imperterrite  la loro azione, al di sopra ed al di fuori delle istituzioni democratiche costituzionali.

3. Nonostante ciò, possiamo registrare un'evoluzione positiva (ma appunto, non ancora consolidata): quello che nel 2013 pareva come un piano che procedeva a gonfie vele, oggi risulta, in buona parte, non solo l'elenco dei punti di un gigantesco fallimento, ma anche la ragione stessa che ha sospinto una vasta reazione popolare; una reazione tradottasi, almeno sui temi più concreti di quell'agenda distruttiva (pensate a crediti delle imprese, esodati, ossessione delle coperture in pareggio di bilancio e riduzione del rapporto debito/Pil), in una vasta espressione di rigetto popolare per quell'assetto di euro-potere, per quei protagonisti e per le loro pretese di legittimazione ultrattiva, e di prorogatio ad infinitum, sbeffeggiando ogni possibile esito della volontà del corpo elettorale.

4. La questione, tuttavia, non può dirsi risolta in senso positivo per l'interesse esclusivo della Nazione italiana e nè si può affermare, allo stato, che sia emersa, con oggettiva chiarezza, una nuova agenda maggioritaria (e più rispettosa della legittima sovranità costituzionale) entro le forze ora presenti in parlamento.
La nuova torta pasqualina deve essere ancora impastata e infornata. E non si può, realisticamente, dire che sapore avrà.
Ma una cosa risulta chiaramente emergere, dall'insieme degli elementi più rilevanti che stanno accumulandosi sia a livello di politica interna che di contesto internazionale: abbiamo, come non mai dai tempi del Risorgimento, il bisogno di ritrovare le ragioni e la passione civile e democratica che possa, anzi, debba, condurci ad un nuova lotta per l'indipendenza nazionale.
Nessun rigurgito nazionalista con annessa fandonia "qualificatrice" di "guerrafondaio": ma sempre avendo la coscienza che il nazionalismo indipendentista, cioè sovrano e democratico culminante nella nostra Costituzione, significa sottrarre un popolo intero al giogo degli interessi oligarchico-finanziari dello straniero.

5. La lotta per riconquistare una coscienza nazionale è il viatico per la riappropriazione della coscienza degli interessi unitari e maggioritari del popolo italiano; interessi solidali, fraterni e patriottici. Senza mai più farsi dettare l'agenda e persino il linguaggio (qui, p.1) utilizzabile da queste forme orwelliane di controllo da parte di un conglomerato ristretto di gestori mediatici e politici del "vincolo esterno".

5.1. Una rapida rassegna di questo contesto, ancora e sempre più incombente su di noi, ci fa comprendere a fondo quanto questa rivendicazione dell'indipendenza democratica della Nazione sia urgente e prioritaria:


E si potrebbe continuare a lungo...
5.2. Ma mi pare che sia sufficiente per capire che, con PAZIENZA, ma incrollabile amore per la libertà e il benessere di un popolo, con senso della realtà, ma senza mai venir meno alla chiarezza sugli obiettivi di rispristino della democrazia, oggi, la nostra "torta pasqualina" ce la dobbiamo cucinare da noi. O almeno, nell'immediato, impedire che risulti in ulteriori dosi dello stesso veleno.
Lottando, con la forza di un popolo unito (almeno nella sua parte cosciente della sovranità democratica) per l'indipendenza nazionale. E per il benessere, la dignità, e il futuro nostro e dei nostri figli.


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