
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2017/05/04/news/siamo-tutti-macron-la-nuova-linea-dei-politici-italiani-1.300887
1. Brevemente, diamo delle tracce.
La prima risale a questo recente post e riguarda la flessibilità di bilancio che verrebbe concessa al futuro governo che dovesse formarsi. Una flessibilità che viene prospettata come inversamente proporzionale al crisma di populista e euroscettico che gli dovesse essere affibbiato dai media nazionali e dall'establishment €urista, ove cioè, come dice Monti, un tale governo non sia Macron-compatibile:
"...Ma supponiamo che la Commissione si accontenti per quest'anno di una correzione di 0,3 o, più esattamente, di 0.4 punti. Sempre secondo i calcoli aritmetici puri che caratterizzano la visione €uropea e che scommettono sulla sostanziale ininfluenza della riduzione del deficit fiscale sulla crescita del PIL - e sempre fingendo che questo non vari sostanzialmente rispetto alle previsioni per via di fattori esogeni-, ciò implicherebbe che, concessa la (per ora denegata) maxi-flessibilità di 0,6 punti per il 2019, la prossima legge di stabilità dovrebbe comunque comportare un volume di consolidamento fiscale di almeno 0.4 punti di PIL, risultante da una minore correzione per il 2018, con deficit a fine anno di circa 1,9 (2,3 attuali meno la correzione 2018 di 0,3-0.4) e obiettivo flessibilizzato di 1,5 per il 2019.
Supponiamo, invece, e più in linea con le regole €uropee, una flessibilità più ridotta, e aderente ai precedenti finora registrati: dai quali emerge chiaramente che i precedenti "titoli" di flessibilità sono one-shot, cioè praticamente esauriti e non nuovamente riconoscibili. Ne emerge, per necessaria conseguenza, che la Commissione Ue, in base a non si sa bene quale benevolente "creatività", potrebbe concedere una flessibilità in deroga alquanto limitata, ma non estesa alla ipotizzata misura di 0,6 punti di PIL. Il che rende il volume della correzione imputabile alla legge di stabilità per il 2019, maggiore di un mero 0,4 e presumibilmente più prossimo a 0,7-0,8 punti di PIL. Una prospettiva che porterebbe con sè una drammatica impopolarità per qualunque governo..."
2. Questa prospettiva trova conferma nel sottostante tweet di un commentatore tra i più lucidi e "sostanzialisti":
0,9%. Questo è il numero del deficit/PIL 2019 sui ci siamo già impegnati con la #UE a legislazione vigente. Significa tagli di spesa ed aumenti di tasse (IVA soprattutto). Qualcuno dovrà dire se preferisce danneggiare gli italiani o compiacere Bruxelles. https://t.co/JfJys69lj8— Ora Basta (@giuslit) 20 aprile 2018
3. Stando così le cose, - ed è molto difficile poter pensare che non prendano la direzione austera/fate presto!, ovvero Macron-compatibile, sopra indicata-, ci sovviene un articolo di Repubblica che vedremo più sotto e che (non unico nel suo tenore nel panorama dei giornaloni super-€uropeisti), ci consente di capire la connessione tra vincolo €sterno e trattative di formazione del governo attualmente in corso, sintetizzata da quest'altro tweet:
La sottigliezza di certe astuzie che hanno "indirizzato" le trattative ci rammenta che il Deep State persegue inesorabile un disegno di estremo arroccamento.— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) 20 aprile 2018
E la posta in gioco non è ovviamente quella che raccontano i mediahttps://t.co/FONMltF0gg
La chiave di lettura euro-fiscale, austera e fateprestista, traspare nella sostanza, da questo articolo di Repubblica, come la spiegazione più prevedibile di certi risvolti.
4. Altri retroscena, in questo scenario, assumono perciò una coerenza che fa capire il ripetersi circolare di "equivoci & incomprensioni", quali epifenomeni di una spinta ad accordarsi tra le forze dichiaratamente €uro-ortodosse e messa in preventivo da prima delle elezioni.
Un tracciatoCitigroup che, aggirando il (molto teorico) indirizzo che si presumeva uscito dalle elezioni, si adatta abilmente alle nuove circostanze, sfruttando ognuna delle numerose "leve" ancora a disposizione.
Retroscena Trattativa segreta: Casellati suggerisce ministri di Fi e fa infuriare il Carroccio
di TOMMASO CIRIACO e CARMELO LOPAPA
di TOMMASO CIRIACO e CARMELO LOPAPA
Lega furiosa per l’esploratrice accusata di interferenze. Il Cavaliere tratta: “Ma io dentro o niente, di Matteo non mi fido più”. Letta e Confalonieri contro l’appoggio esterno: pazzia dare carta bianca a Carroccio e grillini
ROMA. Esce da Palazzo Giustiniani quasi barcollando, Luigi Di Maio. Chiama Matteo Salvini. "Non avevi detto che Berlusconi avrebbe fatto un passo di lato, se noi avessimo accettato l'appoggio esterno? E invece sai cosa ci ha detto la Casellati? Ci ha chiesto che senso ha lasciare fuori dal tavolo Berlusconi e in che modo è possibile approvare una flat tax incostituzionale o un reddito di cittadinanza che di fatto è irrealizzabile. Ci ha pure proposto di pensare a ..."
5. Che, poi, a cosa conduca tutto questo non è, ancora una volta, spiegabile se non nella prospettiva di un governo purchessia di tecnici & personalità affidabili.
Ma non necessariamente di grandi intesein senso proprio e neppure, a rigore, istituzionale. Tutt'altro:
O altrimenti espresso: