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ASSOLOMBARDA: MA POI HANNO "COMUNICATO" TRA LORO ROCCA E GIOVANNINI?

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Ve lo dico subito: se il modello costituzionale di società fosse stato considerato per quello che è, cioè un impegno inderogabile che fonda la legittimazione di ogni azione delle istituzioni di governo, tutto quel che segue da ora in avanti, in questo post, non ci sarebbe stato.

Questa, qualche mese fa, avrebbe potuto essere una notizia. Oggi, nel contesto che sta maturando, diciamo che è un "outspeaking" rispetto a una censura mediatica che sta deteriorandosi...come l'idea propagandistica, "internazionalista",  che l'Europa coincida con l'euro.
"Gianfelice Rocca, neopresidente di Assolombarda, mette in guardia contro i pericoli che possono derivare da un Europa senza riforme e definisce l'adozione dell'euro un "atto temerario".
"L'Europa è il nostro faro ma, senza profonde riforme istituzionali, può divenire una trappola. La crisi europea è crisi istituzionale", ha detto Rocca durante il suo discorso d'insediamento a capo di Assolombarda.

"Da convinto europeista sono purtroppo persuaso che l'adozione della moneta unica da paesi con economie reali e con tradizioni e strutture economiche così diverse sia stato un atto temerario", ha detto l'imprenditore, presidente di Techint, sottolineando che non ci sono state misure per fare convergetre le diverse economie europee verso regole comuni.

Rocca ha poi messo in evidenza che con l'adozione dell'euro l'Italia ha trasformato il debito "in debito estero, in una valuta, quella europea, che non controlliamo".

"L'Europa si muove su una strada stretta fra una drammatica rottura dell'eurozona o l'asfissia dei paesi periferici", ha quindi sottolineato Rocca.

Il neopresidnete di Assolombarda ha quindi evidenziato la necessità di agire in fretta per migliorare la competitività del paese.

Secondo Rocca, la competitività dell'Italia, misurata come costo del lavoro per unità di prodotto, dall'entrata nell'euro è peggiorata del 30% rispetto alla Germania. "In moneta unica è come se i tedeschi avessero svalutato della stessa percentuale. E non a caso la nostra quota di mercato in Europa è andata deteriorandosi", ha detto."

E, d'altra parte, Giovannini si trova a dover "dire", (nella stessa assemblea!), ciò che ne è l'ovvio presupposto....motivante le dichiarazioni di Rocca: perchè in realtà si tratta della conseguenza di ciò che quest'ultimo ha stigmatizzato (cioè la misura del "grande successo" dell'euro, ma, attenzione, senza che Giovannini, "stranamente", lo abbia nominato). Non racconta Giovannini di "dividendi" immaginifici, dissoltisi sotto i colpi dei tassi di cambio reale e del calo della domanda:
"I dati del Pil italiano del primo trimestre hanno deluso le attese (forse le sue, ma non le più agevoli previsioni ndr.) e anche se si intravede qualche segnale positivo non sembrano sufficienti per dare certezza su di un'inversione della situazione nei trimestri successivi.
Lo ha detto il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, intervenendo all'assemblea generale di Assolombarda.

"I dati Istat di oggi ci dicono che il primo trimestre non solo è andato male ma anche peggio delle nostre aspettative. Consumi, investimenti e export per la prima volta scendono. Il primo trimestre non è il trimestre della svolta", ha detto Giovannini commentando i dati definitivi sul Pil del primo trimestre diffusi stamattina dall'Istat.

I dati segnalano una contrazione dello 0,6% congiunturale dell'economia italiana nel periodo gennaio-marzo 2013, contro il -0,5% della prima lettura.

Spicca, per la prima volta dal primo trimestre 2009, un contributo negativo anche della voce 'export netto'.

Giovannini ha sottolineato che anche il dato sulla produzione industriale di aprile indica un proseguimento della crisi, ma su altri fronti ci sono dei segnali positivi. In particolare "gli esportatori stanno facendo degli sforzi straordinari nonostante le difficoltà".

Le debolezza dell'economia italiana risentono inoltre del rallentamento di alcuni importanti paesi europei, in primo luogo la Germania, spiega il ministro.

"Se il secondo trimestre non sarà quello della svolta, quale lo sarà? Il terzo, il quarto?", si chiede Giovannini."

Ma come si fa a porsi una domanda del genere? Un tecnico-economista della sua fama? Qualche idea delle cause della recessione? Qualche sospetto che esista il moltiplicatore fiscale e che l'austerità serva solo a tenere su i bilanci di banche indebitate con l'estero e quindi a garantire creditori privati esteri (banche), ma costituendo, l'austerity, una via senza uscita, che porta dritti alla insolvenza con svendita del patrimonio nazionale, privato e pubblico? Qualche presa d'atto che l'export netto non può essere sostenuto solo per la contrazione della domanda nazionale e che, dopo un pò, la effimera fiammata brucia il sistema industriale per l'affogamento degli investimenti e la disperata ricerca degli ultimi risparmi difensivi di famiglie allo stremo?


In effetti, una soluzione ci sarebbe: ma la recessione, per Draghi, sarà stata adesso abbastanza "profonda e duratura" per prenderla in considerazione?

ADDENDUM: A leggere qua, pare proprio il contrario (in fondo si tratta di una previsione che riflette l'esatta cultura monetarista che li muoverà): ampliamo ancora la recessione e giù!
A proposito di quest'ultima previsione, tutta "bancario-centrica" ossessivamente deflattiva: nonostante i timori di una fantomatica inflazione dovuta all'altrettanto fantomatico QE della BCE (non rivolto agli Stati per far circolare la liquidità, dato che l'OMT non ha portato finora ad un solo acquisto per dichiarazione dello stesso Draghi, ma alle banche per estinguere posizioni debitorie e quindi solo rendendo nuova creditrice la BCE, ma su garanzie più o meno valide), l'inflazione in Italia e in UEMpraticamente ovunque, sta calando vistosamente (a dimostrazione che a Friedman credono solo in Germania e in Italia e che si continua a non capire cosa sia una recessione "da domanda")

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