Il 25 luglio è sempre più vicino.
Cerchiamo di spiegare: tale evento "frattalico" è da riferire a chi stia al governo nel momento in cui si esso verifica e, comunque, a quella parte delle intere forze politiche, presenti negli ultimi 20 anni in Parlamento, che hanno preso le decisioni che vedono la loro fonte omni-legittimante nel "ce lo chiede l'Europa" e la loro giustificazione e finalità ultima nella instaurazione del "vincolo esterno".
Ma si riferisce anche forze come quelle sindacali: queste ultime, hanno creduto che difendere il precedente diritto del lavoro (imperniato sullo Statuto dei lavoratori), si potesse limitare a coloro che in tale assetto economico-giuridico fossero già stabilmente inseriti. Si è cioè ritenuto che il "prezzo" accettabile di questa difesa fosse il cedimento su tutto il resto, in quanto riguardante il destino di persone che ancora dovevano inserirsi nel mondo lavorativo o, che, in vario modo, fossero al di fuori della realtà tutelata. In particolare i dipendenti della PMI.
Come in varie ottiche abbiamo spiegato su questo blog, questo calcolo è stato sbagliato, perchè ha condotto a una "resa" preventiva della intera tutela collettiva, rompendo il fronte di quel "contro-monopolio" del lavoro che lo stesso Popper indica come il principale limite al capitalismo "sfrenato", invocato da von Hayek, e realizzato dall'internazionalismo "antisovranista", sempre ispirato a von Hayek.
La creazione del (neo) "esercito di riserva dei precari", ha portato, com'era inevitabile di fronte a eventi congiunturali acuiti dalla struttura di governance orchestrata con Maastricht, al vero e proprio "esercito di riserva dei disoccupati", ed ha travolto le linee del resto del mondo del lavoro, che include i titolari delle PMI e lo stesso mondo libero-professionale.
A questo punto, ogni posizione di lavoro è finita in una situazione indifendibile: sia che risulti riconducibile agli artt. 1, 4 e 36 Cost. (cioè il "lavoro" dipendente), sia che sia tutelata con riguardo agli artt.35 ("lavoro in tutte le sue forme"), 44 (picola e media impresa agricola) e 45 (impresa cooperativa e artigianale), della medesima Costituzione.
Dunque il 25 luglio sarà una "presa di distanza" da questa linea ultreventennale di governo: che, come nel precedente storico cui si richiama, ciò si manifesti in modo "strumentale", cioè attuata (le "presa di distanza") in realtà per un regolamento di conti "interno" al sistema, perdurante appunto da almeno 20 anni, non importa.
Le dinamiche che ne emergeranno, nei prossimi mesi, dovranno poi condurre a delle più nette prese di posizione.
Ed infatti, al di là delle ragioni "interne" di scontro entro il gruppo di potere omogeneo che ha governato l'Italia in nome di Bruxelles(-Bundesbank), i risultati economici di ogni possibile azione di governo intrapresa da questo articolato gruppo di potere (il PUD€), non potranno che essere disastrosi ed aggravare la congiuntura cui ha condotto l'Italia.
Nel post di ieri si è visto come neppure il modello USA, spesso superficialmente additato a degenerazione liberista e antisociale, arrivi al grado di intenzionale abbandono di ogni scrupolo, nella derubricazione del lavoro a mera "merce".
Gli effetti di questa strategia, inarrestabile nelle intenzioni dichiarate, sono tali che le altre importanti aree economiche del mondo, esterne alla UEM, non potranno a lungo tollerarle. Più che l'autunno caldo delle possibili scissioni delle varie componenti del PUD€, è da attendersi l'impatto dell'autunno delle prossime riunioni del G8 e del G20.
E sarà 8 settembre (d'autunno...quando cadono le foglie di fico?)
Cerchiamo di spiegare: tale evento "frattalico" è da riferire a chi stia al governo nel momento in cui si esso verifica e, comunque, a quella parte delle intere forze politiche, presenti negli ultimi 20 anni in Parlamento, che hanno preso le decisioni che vedono la loro fonte omni-legittimante nel "ce lo chiede l'Europa" e la loro giustificazione e finalità ultima nella instaurazione del "vincolo esterno".
Ma si riferisce anche forze come quelle sindacali: queste ultime, hanno creduto che difendere il precedente diritto del lavoro (imperniato sullo Statuto dei lavoratori), si potesse limitare a coloro che in tale assetto economico-giuridico fossero già stabilmente inseriti. Si è cioè ritenuto che il "prezzo" accettabile di questa difesa fosse il cedimento su tutto il resto, in quanto riguardante il destino di persone che ancora dovevano inserirsi nel mondo lavorativo o, che, in vario modo, fossero al di fuori della realtà tutelata. In particolare i dipendenti della PMI.
Come in varie ottiche abbiamo spiegato su questo blog, questo calcolo è stato sbagliato, perchè ha condotto a una "resa" preventiva della intera tutela collettiva, rompendo il fronte di quel "contro-monopolio" del lavoro che lo stesso Popper indica come il principale limite al capitalismo "sfrenato", invocato da von Hayek, e realizzato dall'internazionalismo "antisovranista", sempre ispirato a von Hayek.
La creazione del (neo) "esercito di riserva dei precari", ha portato, com'era inevitabile di fronte a eventi congiunturali acuiti dalla struttura di governance orchestrata con Maastricht, al vero e proprio "esercito di riserva dei disoccupati", ed ha travolto le linee del resto del mondo del lavoro, che include i titolari delle PMI e lo stesso mondo libero-professionale.
A questo punto, ogni posizione di lavoro è finita in una situazione indifendibile: sia che risulti riconducibile agli artt. 1, 4 e 36 Cost. (cioè il "lavoro" dipendente), sia che sia tutelata con riguardo agli artt.35 ("lavoro in tutte le sue forme"), 44 (picola e media impresa agricola) e 45 (impresa cooperativa e artigianale), della medesima Costituzione.
Dunque il 25 luglio sarà una "presa di distanza" da questa linea ultreventennale di governo: che, come nel precedente storico cui si richiama, ciò si manifesti in modo "strumentale", cioè attuata (le "presa di distanza") in realtà per un regolamento di conti "interno" al sistema, perdurante appunto da almeno 20 anni, non importa.
Le dinamiche che ne emergeranno, nei prossimi mesi, dovranno poi condurre a delle più nette prese di posizione.
Ed infatti, al di là delle ragioni "interne" di scontro entro il gruppo di potere omogeneo che ha governato l'Italia in nome di Bruxelles(-Bundesbank), i risultati economici di ogni possibile azione di governo intrapresa da questo articolato gruppo di potere (il PUD€), non potranno che essere disastrosi ed aggravare la congiuntura cui ha condotto l'Italia.
Nel post di ieri si è visto come neppure il modello USA, spesso superficialmente additato a degenerazione liberista e antisociale, arrivi al grado di intenzionale abbandono di ogni scrupolo, nella derubricazione del lavoro a mera "merce".
Gli effetti di questa strategia, inarrestabile nelle intenzioni dichiarate, sono tali che le altre importanti aree economiche del mondo, esterne alla UEM, non potranno a lungo tollerarle. Più che l'autunno caldo delle possibili scissioni delle varie componenti del PUD€, è da attendersi l'impatto dell'autunno delle prossime riunioni del G8 e del G20.
E sarà 8 settembre (d'autunno...quando cadono le foglie di fico?)