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THE "FANO REPORT" AND "THE USUAL SUSPECTS" DELLA TRAGEDIA DELLA PIOGGIA

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Questa è la mia "dissertazione" su Trattati e paradigmi europei (a partire dal rapporto Werner, per finire all'euro di Maastricht), tenuta al Teatro della Fortuna di Fano nella serata di ieri. L'organizzatrice Elisa Bartoli l'ha rapidamente inserita su Youtube dove potete trovare anche quanto, poco prima, detto da Antonio Maria Rinaldi.
Peccato che manchino (spero solo per il momento) le risposte alle domande successivamente poste dal pubblico: alcuni spunti sono risultati molto interessanti e hanno consentito di fare dei chiarimenti "netti" su questioni comeil reddito di cittadinanza e la "moneta complementare". 
Su questi chiarimenti il pubblico ha mostrato in maggioranza di aver compreso come dei "palliativi", che tendono a farci sopravvivere in una situazione che ha dell'assurdo, siano null'altro che un modo di accettare, arredendosi, questo stesso "assurdo"; un modo che finisce soltanto per rafforzarlo "parlando d'altro", conferendogli quella gradualità di "effetti" che ne agevola la strutturazione, strutturano fino a renderlo irreversibile.  
Si rinuncia così, per sempre, al modello costituzionale e al livello di tutela del lavoro e dei diritti fondamentali che esso, prima della prevaricazione €uropea, riconosceva a noi tutti.

Inutile dire che andare e tornare da Fano è stata un'autentica avventura, una traversata di paesaggi drammatici che restituivano tragicamente la tangibile immagine di un'Italia strutturalmente al collasso.
Su questo ci riportiamo a quanto detto in precedenza, sottolineando che il mero fatto che piova, in modo stagionalmente del tutto prevedibile e fisiologico, porta e porterà sempre più l'Italia a spettacoli allucinati e a tragedie del territorio di questo tipo:

"Abbiamo menzionato il fattore "imprevisti e probabilità", in questo ridicolo "Monopoli" che è diventata la gestione della Repubblica italiana, PER NON PARLARE DEL GIGANTESCO, E PERFETTAMENTE PREVEDIBILE, PROBLEMA AMBIENTALE-TERRITORIALE ITALIANO, qui più volte segnalato.
Il problema è divenuto tale a seguito di 20 anni di manovre di "convergenza" e di rientro nei parametri del deficit: oggi discutono della tragedia consumatasi in Sardegna e pensano al "dissesto idrogeologico" come a un problema nazionale.
Ma finiscono per proporre come soluzione la solita maxi-patrimoniale "una tantum" ammazza-risparmio privato, pagabile solo intaccando i redditi e drenando altra liquidità che rischierebbe di non essere poi rimessa in circolo, per il problema - considerato da questo governi ben più impellente- di dover "ridurre il debito pubblico" e pagare i creditori stranieri.
E non solo: la super-patrimoniale darebbe anche la spallata definitiva al mercato immobiliare, ormai in sovraofferta e devalorizzazione accelerata, senza colpire affatto i grandi patrimoni, ormai fuggiti all'estero da un bel pezzo.
Ma un paese sovrano, con una sua moneta e CON una banca centrale che funzioni da tesoriere e non da piazzista passiva per gli idolatrati "mercati", non ha bisogno di far dilagare la recessione per provvedere alla incolumità ed alla ordinata convivenza dei suoi cittadini.
Non gli possono "mancare le risorse" per investire sul proprio territorio, - un elemento costitutivo della sua stessa sovranità!- e non può fare default.
E non può augurarsi che "non piova troppo" per sperare di non dover fronteggiare il caos antropico: che non è dovuto ai "rivolgimenti climatici", come ridicolmente cercano di farci credere, ma al sistematico abbandono delle funzioni fondamentali dello Stato, trasformatosi in percettore di contributi da condoni e urbanizzazioni selvagge per "fare cassa".
Uno Stato che non può ridursi a contare sulla "fortuna" meteorologica, per agganciare la crescita (!!!) da qui alla fine del 2014.

Anche perchè subito dopo, subentrerebbe l'obbligo di pareggio di bilancio e la conseguente €uro-obbligazione a ridurre il deficit con una manovra di oltre 2 punti di PIL sempre a fine 2014. E pure quella di ridurre di oltre 3 punti di PIL il debito pubblico. Ed allora l'abbandono della gestione territoriale ed infrastrutturale emergerebbe come uno "Tsunami": la tassa "lo vuole l'Europa" a carico di un paese in cui alla disoccupazione dilagante si aggiungerà la "pioggia a catinelle" allagante..."

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