Quantcast
Channel: Orizzonte48
Viewing all articles
Browse latest Browse all 1237

DAL DEF ALLE RADICI (€URO)IDEALI DELLA DECRESCITA LIVOROSA

$
0
0
 Immagine

Vi potrò parlare del DEF quando il testo integrale sarà (si spera) disponibile: quello che possiamo dire è che riteniano altamente improbabile una crescita allo 0,8% ("reale"; quella nominale, dipenderà dall'inflazione, o meglio dalla deflazione de facto in corso, che di certo non aiuta in vista della applicazione, più o meno "rimossa", del fiscal compact). 
I saldi di copertura del famigerato sgravio di 80 euro al mese, intanto ci dicono, per quanto trapelato, che la spending review sarà nella misura originariamente stimata da Cottarelli, cioè di 4,5 miliardi, mentre il resto (2,2 miliardi) verrà dall'aumento del gettito IVA (...? Significherebbe aumento dei consumi? E stimato come e perchè?) e dall'aumento della tassazione al 26% della rivalutazione delle quote della Banca d'Italia.

Quest'ultima era originariamente al 12% (anzichè al "medio" 16%) ma anche qui la sicurezza del gettito è inficiata in partenza dai valori precedenti di iscrizione in bilancio, che varie banche avevano già adeguato ben prima del regaluccio governativo, abbassando così il differenziale effettivo su cui calcolare la base imponibile. Nel caso specifico, ciò pone all'INPS, a fronte della rivalutazione integrale della sua quota, un problema di liquidazione immediata dell'imposta quantomeno inquietante, dati i suoi problemi di liquidità: il che lascia ulteriormente presagire, per il dopo elezioni, massicci interventi sulle pensioni.
La sintesi provvisoria - a DEF non ancora integralmente noto e, ancor più, in situazione pre-elettorale- è che alla manovra di stabilità, con un consolidamento di 0,6 punti di PIL a moltiplicatore realistico a 1,5 (quindi un -0,9 di PIL) si aggiungano 4,5 miliardi di tagli di spesa che, per Haveelmo, andranno tutti a contrarre il PIL in misura corrispondente, nonstante lo sgravio fiscale, e un paio di miliardi abbondanti di ulteriore pressione fiscale (che si limitano ad annullare l'effetto dello sgravio IRPEF). 
Quindi, la crescita allo 0,8 risulterà possibile se e solo se l'Italia, grazie alla deflazione interna in preda alla disoccupazione (che rende molto difficile ipotizzare un aumento sostanziale dei consumi), realizzerà nel 2014 un saldo positivo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti ben superiore a 1 punto; praticamente per avere una crescita di 0,8, dovrebbe essere di circa 2 punti (per la Commissione il saldo sarà invece appena di + 0,2!) o di poco minore, ma unita a un segno positivo di ripresa degli investimenti. Altra ipotesi attualmente irrealistica, data la debolezza della domanda confermata dall'ulteriore aumento della disoccupazione.

Fatta questa breve premessa, vi sottopongo un commento di Bazaar, che fa una ricostruzione storica di quale sarebbe stato il percorso del liberismo europeista in Italia e di come si sia così agevolmente trasformato in ordoliberismo in salsa "euro". La sua sintesi rinvia ad una serie di post di questo blog in cui i concetti sono stati analizzati e sviluppati ed è quasi un pro-memoria che è anche il brogliaccio di un modo di ricostruire gli accadimenti storico-politici italiani libero dalla vulgata propagandistico pop ordoliberista (un modo se non altro di capire quanto sia ridicola la contropropaganda organizzata a...Bruxelles):

"La Storia è agghiacciante perché si ripete e non è assolutamente farsa. Almeno, a me non viene da ridere.

Il contributo di Arturo sembra confermare il pensiero che pare faccia emergere come, in realtà, la sinistra post WWII fu contaminata da subito dal germe "ordoliberista".

La sinistra liberale (che a casa mia si chiama ossimoro, eccettuando forse la Norvegia) è quella che con il povero (ogni tanto madre natura...) Spinelli ma in particolare con il discepolo di Einaudi, Ernesto Rossi, pianta la gramigna a Ventotene.

Le fondamenta pare risalgano a fine '800, quando si cerca di conciliare il concetto di "libertà" con il socialismo in ottica federalista: Gaetano Salvemini (il primo federalista "per risolvere il problema del mezzogiorno non fu un "padano", fu un "meridionalista").

E qui iniziano "omotetie" da rabbrividire: altri due giovani e simpatici socialisti si spremono le meningi su come fare rientrare una parola tanto bella come libertà nel pensiero socialista: Piero Gobetti e Carlo Rosselli. In che contesto? Mentre su un "blog" si interrogavono su "democrazia dal basso e su dove avessero fallito gli ideali politici nel momento in cui il renziano calvo e mascelluto instaurava un regime autoritario.

Purtroppo "questi ragazzi" Keynes non lo conoscevano.

Ma Rossi ed Einaudi sì.

Quindi Rossi decide di confluire nei Radicali in modo da cominciar a propagandare €uropeismi, liberalismi, libertarismi, liberismi e... quintali di diritti cosmetici. (Ma sti fava di radicali la piantono di fracassare i cosiddetti con lo stato delle carceri che sono i primi a propugnare il taglio della spesa pubblica e tutte le altre amenità per cui siam a lor grati?)

Hayek non andava d'accordo con nessuno: Schmitt era un anti-liberale e anti-democratico (nel secondo termine qualificativo nel senso che "non lo era abbastanza"). Insomma, un vero liberale è colui che la libertà la nega a tutti gli altri (Insomma, i nazisti non stavano abbastanza a "destra").
L'ordoliberismo era una disgrazia visto che predicava addirittura l'economia sociale di mercato: lo stato non deve esistere!

Ma in entrambi i casi sapeva come prendere il peggio dal peggio e farlo passar per buono: a Schmitt gli stava sui maroni il welfare state. Poi, sulla via per Berlino, capì che anche la scuola di Friburgo poteva essere utile per iniziare... Quindi vai di ordoliberismo a tutta birra e crauti.

Ma la "doppia verità", la "dialettica ossimorica", "l'inversione causale" trovano in Hayek massima rappresentanza: cioè, per iniziare, lui non dice che «per eliminare la Democrazia è necessario eliminare lo Stato», inverte con «per eliminare lo Stato (che non rappresenta la società che, nella sua visione, è quella che passeggia tra un green e un bunker) è necessario eliminare la Democrazia». Insomma, si generano atroci sofferenze sociali per.... valori.

Lascio un pensiero di Schmitt ai nipotini di Ventotene: «Attempts at world confederation, and world government, can only produce new wars with an enemy who inevitably resists other countries ganging up on it»."

Per finire, a suggello di questa radiografia di una malattia dell'organismo "democrazia costituzionale", vi lascio questo commento, anch'esso tratto dal dibattito seguito al precedente post, che sintetizza l'altro aspetto attuale del momento: come e perchè si punta (vedrete nel dopo elezioni) a questa accelerazione apparentemente distruttiva senza timore di un costo in termini di consenso. Per ora; fino a quando la dura realtà smentirà la grancassa mediatica di copertura:

"Non so se si "suicideranno": in sostanza la piega attuale fa concorrenza al M5S sul terreno del livore con l'obiettivo di recuperare consenso da quel settore. La propaganda sforna schiere di livorosi ed elettoralmente puntano ad essi: proprio sapendo (la propaganda) che i livorosi non si rendono conto che la miseria che li rende tali la provoca l'antiStato autorazzista propugnato dagli ordoliberisti.

In fondo Rizzo-Stella hanno involontariamente "creato" il m5s e ora gli ordoliberisti tentano di riprendersi il bottino originato dalla propaganda".


Viewing all articles
Browse latest Browse all 1237

Trending Articles