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IL GRAN COLPO DELL'ORDOLIBERISMO MEDIATICO : IL PENSIERO UNICO E L'OPPOSIZIONE INDISTINGUIBILE

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Vi era citato un passaggio tratto, a sua volta, da riflessioni svolte dopo le elezioni di inizio 2013:
"...non possiamo dire che il PUDE sia in minoranza (adde: abbiamo visto poi in effetti come sia andata). E sapete perchè? Perchè non potremmo dirlo finchè non avremo la certezza che la formula: "debitopubblicocastacorruzionespesapubblicaimproduttivabrutto" 
sia essa stessa in minoranza: nel paese, nella consapevolezza della gente della strada..".

Nel commentare l'attuale esito della consultazione per il parlamento europeo, potremmo fermarci qui.
In fondo, basterebbe, per "approfondire", aggiungere che l'ordoliberismo, che riafferma il superamento del modello costituzionale di società democratica pluriclasse tramite il "vincolo esterno"€uropeista-internazionalista, ha delle tendenza irrefrenabili, ormai automatizzate.
Infatti, essendo l'ordoliberismo concepito (a tavolino) con l'idea della coessenzialità del controllo mediatico, esso, più si sente minacciato, più utilizza questo controllo mediatico, fino a livelli che solo l'assuefazione al condizionamento non fa scorgere come ridicoli alla maggioranza degli italiani.

Se poi l'ordoliberismo ha potuto anche magistralmente sfruttare il metodo del controllo sia dell'informazione che ("in modi indiretti e spesso occultati...") della controinformazione, cioè l'esistenza di una falsa opposizione (anche ciò evidenziato da oltre un anno), il gioco si rivela in tutta la sua rudimentale efficacia: nel gioco mediatico ben orchestrato, l'opposizione non è in pratica distinguibile dal potere ordoliberista-internazionalista sul messaggio essenziale(il caposaldo "debito-pubblico-casta-corruzione...") e risulta differenziata solo come  stravaganza delle soluzioni di austerity, in pareggio di bilancio, che variamente propone.

In pratica se la controinformazione-opposizione si riduce a una versione semplicemente più "eccentrica", (nemmeno più "radicale") dello stesso messaggio dato dalla "maggioranza" nelle sue strategie di "rinnovamento" cosmetico, la gente cerca la sicurezza e affluisce sulla posizione più conformista. Inevitabilmente.
Se terrorizzo milioni di pensionati, demonizzo milioni di pubblici dipendenti,  prometto il taglio di 200 miliardi della spesa pubblica, e lascio passare una posizione che sull'€uro è tra l'agnostico e il favorevole ("non è il vero problema"), la gente sceglie il male minore, non il "bizzarro" urlato.
Questa opposizione, insomma, avrà in definitiva svolto il ruolo di rendere accettabili - come compromessi limitativi del danno -, a masse mediaticamente condizionate da "debito-pubblico-castacorruzione-spesapubblica-improduttiva-brutto", soluzioni di:
- ulteriore spending review pro-ciclica
- deflazione salariale reale, in primis nel pubblico impiego, - persino tagli di tale personale, connessi alla destrutturazione indifferenziata di funzioni pubbliche e organizzazione, (sostenuta senza la minima contezza giuridico-economica delle conseguenze sulla qualità di vita dei cittadini): la famosa "burocrazia" causa principale della recessione, id est, del mancato investitore estero...;
- riduzione ulteriore di un sistema pensionistico che in realtà è finanziariamente un "attivo" per il bilancio dello Stato ed uno dei più sostenibili in Europa;
- accettazione, implicita ma necessaria, della irreversibilità del PAREGGIO DI BILANCIO, accreditando l'idea che ogni "grande riforma", tipo l'hayekiano reddito di cittadinanza, debba essere finanziata con pari tagli e tasse, aggiuntivi alla situazione di un'Italia stremata da una crisi valutario-commerciale e (come conseguenza) fiscale, che hanno prima compresso e poi distrutto la domanda interna

La potenza, condizionante e attrattiva di consenso, dello slogan-perno suddetto ("debitopubblico..brutto"), impostoci mediaticamente come pensiero unico "edificante" (e addirittura coraggiosamente "impegnato"), ha determinato dunque un connubio-competizione "al rialzo"(su tale stesso perno) tra maggior partito di governo e maggior partito di opposizione.
Ma, simultaneamente, ha altresì schiacciato un'intera forza politica, di ex-maggioranza relativa, che si è trovata nella intensificata ostentazione pubblica di scandali "corruzione-casta" proprio mentre l'ordoliberismo, sentendosi appunto minacciato, aveva accelerato lo spin mediatico totalitario su questi temi.
Diciamo che ci sono state vittime di fuoco se non amico (la facciata di contrapposizione tra principale partito liberista e partito-azienda era durata 20 anni) almeno involontario: o meglio, "senza rancore, stavolta dovevamo farlo, anche se sei stato parte essenziale del nostro sistema di contrapposizione apparente".

Il risultato è che l'ordoliberismo del vincolo esterno si è rafforzato, la potenza del condizionamento mediatico totalitario è stata clamorosamente confermata, e si sta passando verso una nuova forma di falsa opposizione che sia più aggiornata sullo slogan-pensiero unico imperante, e meglio controllabile, in quanto versione "improbabile" dello stesso messaggio governativo.

Rimane una cosa che risulta vieppiù bizzarra: la (quantomeno "residua") potenza di fuoco mediatica dell'ex partito di maggioranza relativaè stata utilizzata, in sostanza per sopire e troncare la denunzia, pur non cerfto difficile, dei macroscopici punti deboli dell'ordoliberismo a "vincolo esterno". 
Ora il risultato si rivela in pratica per un essersi sparati addosso: vogliono lasciare tutto come sta e continuare a cannoneggiare a salve e di tanto in tanto, sparare una granata nel proprio accampamento?  

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