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L'€PITAFFIO: BANCHE CENTRALI, INCORREGGIBILI ABUSI DI MERCATO E "TOO BIG TO SAVE".

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Market abuse directive and market manipulation

1. Rammentate il post sui...derivati del tesoro?
Non si tratta dell'unico caso in cui, a distanza di anni, le autorità inquirenti di uno Stato cercano di chiarire cosa sia successo veramente, al di là delle storielle che raccontano i giornali, invariabilmente a sostegno dell'azione degli istituti bancari e colpevolizzando i cittadini contribuenti, ("incisi" col pagamento di tasse crescenti a garanzia dei debiti contratti in nome del lo vuole l'europa...)

Il market abuse

Nel Regno Unito, si stanno facendo indagini su analoghe questioni. La scorsa settimana è emerso che la Bank of England (udite, udite!) è stata messa sotto inchiesta, per la prima volta nella sua storia, dal Serious Fraud Office. I commentatori lamentano la "reticenza" del governatore Mark Carney, che si sarebbe limitato a emettere un breve comunicato senza dettagli o particolari sui fatti oggetto dell'inchiesta.
E si è sottolineato come la BOE abbia così dato l'impressione di un'istituzione che abbia qualcosa da nascondere proprio mentre, con un'iniziativa clamorosa e senza precedenti, il parlamento aveva commissionato (appunto al Serious Fraud Office) un'investigazione a tutto campo su cosa sia andato male prima e dopo il crack Lehman Brothers e su come varie istituzioni lo abbiano affrontato.
Nel mirino del SFO e del parlamento, i sospetti abusi sui collaterali che le varie banche, alla disperata ricerca di liquidità, avevano offerto alla stessa BOE. 

Nonostante la BOE fosse abituata a confortevoli "conversazioni davanti al camino" coi vari executive bancari, la rivelazione di crescenti dettagli sulle operazioni avvenute in quei giorni tumultuosi, e anche successivamente, ha indotto Carney a segnalare 50 casi di potenziali "abusi di mercato" (cioè di titoli offerti come collaterali alterandone il valore rispetto ad una corretta stima mark-to-market, problema molto frequente in ogni caso di operazione di rifinanziamento condotta dalle banche centrali "indipendenti").

Regulators to focus on market abuse

"Britain could be doomed to repeat the same mistakes that caused the 2007 financial crisis because the Government doesn’t fully understand the banking sector’s risks, MPs have said."
Un  report dell'influente Public Administration Select Committee ha evidenziato che le banche britanniche sono ancora “too big to fail” nonostante l'impegno preso dal Cancelliere George Osborne di riequilibrare l'economia..
Investito del report del Comitato, il parlamento inglese ha osservato che il "Tesoro" ha un “urgent gap” nella sua comprensione di ciò che può accadere di "sbagliato" nella City.
[The Committee] has not seen sufficient evidence that HM Treasury has absorbed a key lesson of the 2007-08 financial crash: how best to prepare for a future financial crisis that may occur as a consequence of the interconnectedness of financial uncertainty with wider risks and uncertainties."
Alti funzionari del tesoro hanno ammesso davanti al Comitato inquirente che il dipartimento del tesoro ha avuto problemi nel comprendere i rischi del settore finanziario.

Ma la cosa peggiore, secondo le valutazioni parlamentari del report, è che non ci sono evidenze che il Governo e la City siano attivamente impegnati a prevenire e, eventualmente, risolvere diversamente, - facendo tesoro dell'esperienza del 2007-2008-,  una nuova crisi finanziaria.
Ciò, secondo il presidente del Comitato avrebbe conseguenze catastrofiche, perchè "non sarebbe possibile salvare i banchieri una seconda volta a causa della mancanza di fondi".
Da una situazione in cui le banche insolventi erano too big to fail, si arriva alla prospettiva che divengano TOO BIG TO SAVE.

"Intervenendo al Foreign Correspondents' Club of Japan a Tokyo, il premio Nobel per l'economia Robert Shiller (attualmente Sterling Professor of Economics a Yale) ha anzitutto sgombrato il campo dall'equivoco secondo cui lui sarebbe un catastrofista: se la prossima crisi finanziariaè una questione di tempo – non si tratta di “se” ma di “quando”– in quanto la storia ci insegna che le crisi ci sono sempre state da molti secoli, “non vorrei sembrare pessimista: non sto predicendo che sia dietro l'angolo”. Tuttavia ha segnalato come un potenziale fattore destabilizzante il mercato obbligazionario (specie negli Usa), dove a tassi sui minimi storici corrispondono prezzi altissimi nonostante– e questa è la differenza rispetto ai precedenti di esuberanza – l'attesa di ritorni non sia affatto alta, anzi.  (- Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/mOggES).
 
4. Dato tutto questo, - e l'indubbio significato che assume in termini di arrogante irresponsabilità, a livello globale, di un'avida governance finanziaria che cattura le istituzioni di governo (ex)democratiche e divora la ricchezza collettiva per mantenere se stessa al vertice della piramide predatoria-, rammentiamo:
"...vista anche l'evoluzione della situazione mondiale, che implica un progressivo cedimento della "facciata" marmorea di una governance mondiale affidata alla grande finanza, ormai irreversibilmente screditata. 
In una situazione, cioè, in cui il capitalismo finanziario finisce per essere come un condannato con la "condizionale",  questa sorta di "epigrafe", vale nell'orizzonte del breve periodo. 
Al massimo,può ancora durare fino a quandouna probabile nuova crisi finanziaria imporrà di prendere quelle misure che dopo il 2008 non si ebbe il coraggio di attuare: limitazione della libera circolazione dei capitali e superamento del modello di banca universale (almeno). 
Certo non sarà senza traumi un simile "rappel a l'ordre", ma almeno implicherà la profonda revisione della composizione della governance mondiale: ne verranno travolti e dunque ripensati, FMI, WTO e la stessa UEM.
E si dirà basta con i banchieri al potere...ovunque
Avranno perso ogni legittimazione anche di mera facciata, e il controllo mediatico non basterà più: come potranno i giornalisti di regime e i banchieri istituzionalizzati chiedere ancora alle masse di disoccupati e lavoratori precari, spogliati di ogni sicurezza sociale e dei loro risparmi (e prospettive di risparmio) di sopportare ancora i costi della crisi che "loro" avranno nuovamente provocato?"
 
 Questo stesso discorso aveva questa conclusione, che vale anche COME UN EPITAFFIO PER LA FOLLIA DELL'EURO:
"...Ci sarà da divertirsi (in un senso del tutto eufemistico), perchè "alla prossima" salteranno anche "loro".
E il "loro" potere di ricatto sarà enormemente diminuito, fino a scemare: in fondo, dovrebbero saperlo che quando si fa sentire una massa "colpevole" e la si mette con le spalle al muro, poi non avrà più molto da perdere. 
Mentre "loro" avranno avuto, sì, "tutto"....ma poi tutto da perdere."
 
 
 
 




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