Carissimi tutti,
con questo post, annuncio che inizierà un periodo di sospensione, o quantomeno di sostanziale allentamento, della produzione del blog, almeno nella sua forma espressiva fin qui seguita.
Se si porrà un'esigenza di comunicare, probabilmente, di quando in quando, l'affiderò a qualche forma di "poesia": la più negletta, ai nostri giorni, tra le forme d'arte; la meno riformabile e trasformabile, in funzione del "mercato" e, come tale, la più disprezzata del nostro tempo.
Un disprezzo che va di pari passi col "soggettivismo pop", che sottrae alla stessa arte ogni traccia della sua originaria funzione, cognitiva e narrativa di quella tensione spirituale che appartiene a tutti e che, tuttavia, non potrebbe trovare altrimenti espressione.
Ho comunque di fronte la difficile prospettiva di scrivere un nuovo libro, che riordini e approfondisca il lavoro qui svolto nella fase successiva al già pubblicato "Euro e (o?) democrazia costituzionale".
Ma non è solo questo, il motivo: la "complessità" che caratterizza il condizionamento culturale e mediatico perseguito dal sistema neo-liberista esige risposte che lo spieghino adeguatamente, risposte senza le quali non vi sarebbe quel recupero di "risorse culturali" che considero essenziale per un autentico riscatto democratico.
La democrazia costituzionale è in rapido dissolvimento: ciò è l'effetto di una strategia ben radicata e accuratamente programmata, attivata da chi dispone di risorse pressocchè illimitate...al fine di affermare la limitatezza delle risorse dello Stato democratico (per quanto si tratti, per ESSI, di investimenti insignificanti e, perciò, ad altissimo rendimento, in termini di instaurazione del sentire neo-orwelliano "di massa"; e cioè in termini di "ritorno" di cui ha potuto avvantaggiarsi l'oligarchia che ha concepito questo programma).
Anche se l'idea restauratrice di base è molto semplice e brutale, - come ho cercato di illustrare a più riprese in questa sede -, essa agisce in termini politici e culturali molto articolati, cioè stratificati nel corso del paziente lavorio che ha portato all'affermazione, come verità assolute, degli slogan deliranti del nuovo sistema di disattivazione della democrazia.
Il compito di smascheramento dei meccanismi cognitivi e dell'ideologia sottostante a tali slogan, credo di averlo espletato con tutte le mie forze.
Questa parte del lavoro rimane a disposizione e, forse, a tutti può giovare un tempo di riflessione e di sedimentazione, potendo - se lo si desidera - ripercorrere le tappe della divulgazione compiuta in questa sede (che rimangono a disposizione).
Il blog, comunque, rimane aperto alla pubblicazione dei contributi di coloro che sono stati, finora, dei proficui redattori e collaboratori: se essi vorrano, il loro lavoro potrà proseguire in questa sede.
Forse, di quando in quando, potrò tornare a pubblicare dei post, per focalizzare gli aspetti più eclatanti di quanto presenta la realtà italiana e internazionale.
Ma, allo stato, questo è un vago desiderio: in questa fase, essenzialmente, mi affiderò alle parole di qualche "inutile" poeta.
Non posso quindi oggi stabilire se e quando potrò ancora tornare a seguire personalmente il blog.
Devo certamente sottolineare che di questo mi dolgo; abbandonare questa"finestra"è un passo che intraprendo con rammarico ed una certa (conflittuale) titubanza.
Ma come iniziare a scrivere il blog è stato un passo nel buio, - certamente sostenuto, specie nella fase iniziale, dalla vicinanza di tanti lettori e commentatori "amici" - allo stesso modo, oggi, lasciare questo esercizio (quasi quotidiano) di scrittura e di analisi, mi porta in un nuovo territorio.
Una "terra incognita" definita dall'interrogativo - corrispondente ad un'esigenza del tutto personale- sul "senso" di qualsiasi opera informativa, che cerchi di correggere e bilanciare lo spaventoso abbandono della verità che emerge dal sistema mediatico.
Sono conscio del fatto che per altri, meritoriamente impegnati in questo stesso lavoro, cioè nell'ambito dei blog che compongono una (più o meno) analoga offerta di contenuti informativi, probabilmente non si presenta, nella stessa misura e urgenza, questa necessità di riflessione.
Quindi, la precisazione con cui vi lascio (per il momento...) è che ho la sensazione che "qualcosa" mi (o ci) sfugga.
Avverto un momento di profondo disorientamento collettivo, uno scollamento tra verità "salvifiche", rese accessibili, e utilizzazione adeguata di questa medesima chance di consapevolezza: almeno relativamente all'attivazione di un percorso di liberazione, in ogni strato della società e in ogni livello (ascensionale o discendente che sia) di rispettiva risposta concreta.
Ma potrebbe essere il riflesso ingannevole di un mio stato d'animo...
Spero, con la fase di revisione che mi consentirà la scrittura del libro, di focalizzare questo "qualcosa".
Scoprire i propri limiti, e magari riuscire a superarli, è sempre utile per definire il nostro rapporto con il tempo in cui viviamo e con il tempo limitato della nostra esistenza.
A tutti, per ora, mando un grande abbraccio collettivo e offro una...poesia di arrivederci:
Arrivederci (di Nicanor Parra)
E' venuta l'ora di ritirarsi
sono profondamente grato a tutti
tanto agli amici compiacenti
quanto ai nemici frenetici
inobliabili figure sacre!
Me misero
se non fossi riuscito a guadagnarmi
l'antipatia quasi generale:
salve cani felici
pronti sulla mia strada ad abbaiare!
Mi accomiato da voi
con la più grande letizia del mondo.
Grazie di nuovo, grazie
riconosco che mi scendono le lacrime
ci vedremo di nuovo
in mare sulla terra dove sia.
Scrivete, fate i bravi
confezionate il pane
tessete senza sosta ragnatele
vi faccio ogni genere di auguri:
tra le cime appuntite
degli alberi che son detti cipressi
io vi aspetto con denti e molari.