
A scanso di equivoci: Tsipras avrebbe annunciato che "il popolo sarà chiamato" domenica 5 luglio a votare il referendum sulla proposta dei creditori".
Dunque, nessun referendum in cui compaia l'alternativa tra moneta unica, che è la causa necessaria e sufficiente dell'imposizione della "correzione" mediante austerità, e democrazia.
Ma d'altra parte come poteva essere diversamente? La stessa fonte sopra linkata, infatti, ha buon gioco a metterla in questo modo:
"Tutta l'opposizione greca critica aspramente Tsipras per la scelta di ricorrere al referendum sostenendo che questa mossa porterà il Paese fuori dall'Europa. Il Pasok chiede le dimissioni del premier. I centristi di Potami rimproverano a Tsipras di non aver combattuto la sua battaglia nel cuore delle istituzioni europee. Per i conservatori di Nea Dimokratia il premier è un irresponsabile che ha portato la Grecia al totale isolamento nell'Unione."
"Tutta l'opposizione greca critica aspramente Tsipras per la scelta di ricorrere al referendum sostenendo che questa mossa porterà il Paese fuori dall'Europa. Il Pasok chiede le dimissioni del premier. I centristi di Potami rimproverano a Tsipras di non aver combattuto la sua battaglia nel cuore delle istituzioni europee. Per i conservatori di Nea Dimokratia il premier è un irresponsabile che ha portato la Grecia al totale isolamento nell'Unione."
Ma l'errore di impostazione (stigmatizzare l'effetto senza informare sulle cause) prosegue anche in altre parti delle dichiarazioni di Tsipras:
"Il premier ellenico ha detto di essere stato costretto a indire la consultazione perchè i partner dell'Eurogruppo hanno presentato un ultimatum alla Grecia che è contro i valori europei per cui "siamo obbligati a rispondere sentendo la volontà dei cittadini".
Contro i "valori" europei? Sarebbe contro i valori europei "accettare pesi insopportabili che avrebbero aggravato la situazione del mercato del lavoro e aumentato le tasse"?
Rammentiamo infatti ciò che, anche alle soglie di una capitolazione che potrebbe risolversi nella stessa eliminazione di Tsipras dalla sua preposizione al governo, i greci nel loro complesso paiono non comprendere:
"La più grande obiezione che muovo a questa insidiosa costruzione dialettico-ideologica, è che leggendo i trattati attuali (per semplicità; essi, infatti, riprendono Maastricht, rinsaldandone i mezzi "strategici"), ma sapendoli leggere veramente, si può, piuttosto, costruire questa interpretazione strutturale nonchè sistematica, di principi cogenti e caratterizzanti:
- i trattati sono intenzionalmente composti da una miriade di parole e di concetti, che nascondono una valenza normativo-positiva (cioè il "quid novi" che introducono nel mondo del diritto vigente), per lo più, in chiave sistematica, pari a "zero", tranne che per alcune norme "scardinanti" (più che "cardine"), accuratamente selezionate e disseminate, in varie versioni e corollari, all'interno di questa pletorica costruzione pseudo-concettuale.
- Una verbosità che, quando si viene al "dunque", della normazione positivamente applicabile conduce a individuare:
a) grund-norm essenzialmente compendiabili nella "forte competizione" in un mercato unico e "stabilità dei prezzi" (riprese da corollari istituzionali- la BCE- e procedurali che li blindano...inavvertitamente, per un un qualsiasi normale lettore non dotato di un sofisticato bagaglio di conoscenze giuridiche ed economiche);
b) che ogni altro aspetto è subordinato e ridotto a "intenzioni programmatiche" di cui conosciamo le procedure complesse ma i cui contenuti sono del tutto aleatori, se non addirittura esplicitamente esclusi;
c) che, infatti, come ben si vede dall'art.6 TUE, sul "riconoscimento" dei diritti fondamentali, che "non estende in alcun modo le competenze dell'Unione definite nei trattati", tali "diritti" sono derubricati a "principi generali", cioè a previsioni normative che entrano in campo solo in via suppletiva di eventuali lacune della disciplina UE (lacune che, nella monolitica produzione giurisprudenziale delle Corti europee, tendono a non essere ravvisate praticamente mai);
d) che in tal modo, la già "subordinata" tutela dei diritti fondamentali, necessariamente inclusivi dei diritti sociali (il detestato welfare), è lasciata alla cura degli Stati, che, contemporaneamente, in virtù delle suindicate grund-norm, la cui applicazione incondizionatamente prevalente è assistita da tutto il resto della costruzione fondata sui trattati (previsioni procedurali e sanzionatorie, e atti di provenienza delle istituzioni, in testa i Consigli europei), sono posti nell'impossibilità di garantirli."
A proposito, questi passaggi essenziali non sono neppure chiari alla nostra Corte costituzionale.
Quindi, l'atteggiamento di Tsipras è solo la preventiva dimostrazione della globale mancanza di risorse culturali di tutta la classe politica europea. In tutta l'area euro.
Un deserto dal quale la democrazia (in senso sostanziale e non idraulico) non può rinascere, ma solo deteriorarsi fino ad essere dimenticata nei suoi elementi essenziali.