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HANNO "RISCOPERTO" IL BRUEGEL GROUP...ADESSO

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Dagospia, per "via" de "La Voce delle voci" arriva oggi al Bruegel Group, il think tank finanziato da banche e industrie e fondato da Monti per scrivere "briefs" che anticipano le agende deflazionistiche (del lavoro), da imporre ai governi, fin dal 2004.
Noi ne abbiamo parlato qui, ma prima ancora qui e, ancor in precedenza, in vari interventi, questa estate, su Goofynomics (seguenti ad altri sul blog del FQ), dove avevo immesso il link col Bruegel Brief" del 2006: quello dove tutti i provvedimenti poi adottati (o tutt'ora "desiderati") da Monti - per "curare" una crisi che ancora non c'era- erano chiaramente enunciati.
E si predicavano per Italia e Portogallo (i paesi più in crisi, a causa dell'inflazione troppo alta, secondo il rapporto) le "riforme strutturali" (del lavoro...ma non viene mai detto proprio in modo diretto, chissà perchè).
Ovviamente la notizia è che il contributo della "Voce delle voci" assurge alla visibilità di Dagospia in questo momento.
In questo momento, proprio quando lo stesso Dagospia da' notizia delle richiesta al governo, da parte di Elio Lannutti, presidente dell'Abusdef, di "commissariare" Bankitalia per la disparità di trattamento, nell'esercizio della vigilanza, tra caso Italease e caso MPS (a fronte di pari irregolarità legate all'utilizzazione e vendita di strumenti derivati).
Il comunicato di Lannutti riporta:
"...Come affermato più volte dall'Adusbef, non sono i poteri che mancano alla Banca d'Italia nell'esercizio della propria attività sul sistema creditizio, conferiti dalle norme e dal Testo Unico Bancario (artt.25,28,51,58,70,76,80), ma la volontà dei vertici di Bankitalia di porre fine ad una gestione fraudolenta del credito e del risparmio, nello scandalo più grave nella storia della Repubblica, un crack da 15,4 miliardi di euro addossato a lavoratori, piccoli azionisti, contribuenti che ha messo alla gogna internazionale la credibilità del sistema dei controlli, quei poteri "per assicurare la sana e prudente gestione" esercitati il 24 luglio 2007 con l'azzeramento del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale di Banca Italease. Come riporta Il Sole 24 Ore del 24 luglio 2007:" Italease, Bankitalia azzera i vertici. La Procura apre un fascicolo...
...L'articolo dava conto dei numeri (su Italease): 2.600 i clienti coinvolti nei contratti derivati venduti dalla banca milanese; 720 milioni il valore nozionale dei derivati; 40% la percentuale di recupero delle perdite sui prodotti derivati attese; 457 milioni il totale dei ricavi di Italease nel 2006; 31% dei suoi ricavi da derivati; 7 le banche d'affari che studiavano i derivati che Italease piazzava ai clienti: Deutsche Bank,Société Générale,Bnp Paribas,Banca Aletti, Goldman Sachs, Lehman Brothers (!) e Bear Stearns".
Il crack Mps causato dal nulla osta di Bankitalia all'acquisto di Antonveneta ad un prezzo folle, le ricoperture in derivati, le banche di affari coinvolte,è cento volte più grave di "Italease".

Deutschebank e Goldman Sachs, tra molti altri, sono "members" del Bruegel Group (l'elenco, con tanto di marchi, è una autentica "goduria" alla faccia di chi ha paura del "complottismo"...un corno). E, se per questo, pure lo "Stato" italiano.
Tutti insieme a "pensare" sulle riforme strutturali. Per comprendere le quali, e quel che ci aspetta, basta leggersi i "temi" delle ricerche più recenti di "Bruegel": alcuni sono delle vere "chicche".
Altri, interrogandosi sulla legittimazione democratica dell'UE (!? persino "loro" ormai si pongono il problema! In Italia non sia mai!), ipotizzano di "andare oltre i trattati" e recuperare la "effectiveness" delle politiche anticrisi seguite, mostrando un certo nascente "panico" all'interno della roccaforte neo-classica-deflazionistica-monetaristico-"credibile". 
Ma noi che votiamo a fare?

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