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SPAGHETTI TEA-PARTY: AUTO-SOTTOMISSIONE TECNO-POP E LA RANA BOLLITA

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http://laviadeisogni.it/blog/wp-content/uploads/2011/05/rana-bollita.png

1. Nell'ultimo post avevamo appena finito di mostrare la fallacia e la miopia che sono alla base della fondamentale collaborazione che larghi strati della popolazione in posizione dominante forniscono alle potenze colonizzatrici, che subito ci arriva la conferma spaghetti tea-party:

 
Insomma apprendiamo, ma ormai senza stupore, che tagliare...il PIL (cioè la spesa pubblica) consentirebbe di abbassare il gettito tributario (che si abbasserebbe certamente in questo caso, ma perchè diminuiscono redditi e basi imponibili, aumentandosi così i buchi nel bilancio dello Stato, e quindi il deficit: cioè si verifica esattamente quello che l'€uropa proibisce e sanziona imponendo di riaumentare le tasse).
Non sarà che è il contrario, e che tutto il busillis della mancata crescita e dell'aumento connesso (sì, lo è: e pure molto) del rapporto debito/PIL, deriva proprio dalla limitazione del deficit (tendente al pareggio di bilancio), che è poi come dire dall'euro?

2. Il fondamento della collaborazione di cui sopra era stato sintetizzato così (p.2):
"...va chiarito, anche all'interno di quest'ultima (cioè dell'area politico-geografica dominata), o meglio del gruppo etnico-linguistico "dominato", esiste una riproduzione del conflitto sociale, sebbene, appunto e proprioa seguito dell'assetto (neo)coloniale, trasposta all'interno di una gerarchia (sostanzialmente simile a quella feudale).
L'elite del paese dominante, infatti, si serve efficacemente di una elite designata, ma pur sempre subordinata, del paese dominato, per imporre la effettività del sistema.
La elite dei "colonizzati" collabora per un proprio vantaggio e ottiene, almeno nelle intenzioni, di risolvere il proprio problema di controllo sociale, all'interno del conflitto sociale che avrebbe comunque dovuto fronteggiare, pur rinunciando alla piena potenzialità dei propri profitti economici."

3. Intendiamoci. 
Il fenomeno spaghetti tea-partyè una specificazione contemporanea del fenomeno di auto-sottomissione al paradigma colonizzatore, che è sì globalizzato, ma anche incarnato da paesi-chiave che agiscono da concreti mandatari del nuovo ordine internazionale dei mercati.
In pratica, comunque, in questa fase storica, le due cose (spaghetti tea-party e collaborazionismo pro-colonizzatori) coincidono.
3. In fondo, l'intero processo di auto-sottomissione funziona come un sillogismo.
La premessa "maggiore"è sempre la medesima: sia per i nuovi dominatori (razza "superiore" e che, preferibilmente, nelle giaculatorie, a vantaggio dei dominatori, di chi "collabora", non devono neppure essere nominati), sia per gli "autoctoni" che collaborano (questi ultimi ne però sono per lo più ignari...per mancanza di "studi"):
«Il controllo economico non è il semplice controllo di un settore della vita umana che possa essere separato dal resto; è il controllo dei mezzi per tutti i nostri fini. E chiunque abbia il controllo dei mezzi deve anche determinare quali fini debbano essere alimentati, quali valori vadano stimati […] in breve, ciò che gli uomini debbano credere e ciò per cui debbano affannarsi».
(F. von Hayek da "Verso la schiavitù", 1944).
4. La premessa minore è uno schema "economicistico", che si basa su verità assunte come inoppugnabili e che vengono implicitamente diffuse dagli spinners mediatici. Questi ultimi lo schema non sono tenuti a conoscerlo in senso "scientifico": essi lo "padroneggiano" in base alla vulgata tecno-pop (prevalentemente pop):
"...gli "Spaghetti tea-party" possiedono almeno queste caratteristiche, con l'avvertenza che ciò che diremo è l'espansione in corollari di teorie economiche che buona parte degli esponenti di tale componente politica non conoscono e padroneggiano, se non perslogan-pop:
a) appartengono alla categoria più ampia degli ordoliberisti, quindi tendono ad occupare le istituzioni, utilizzando il sostegno decisivo di una parte consistente della complessiva propaganda mediatica, vedendo le Costituzioni sociali democratiche "sovrane" (in senso contemporaneo) come un ostacolo ai loro obiettivi;
b) credono nella neutralità del deficit pubblico in base alla fede incrollabile nel crowding-out, nella proiezione della equivalenza ricardiana per cui, non potendo lo Stato utilmente influire sulla efficiente allocazione delle risorse del sistema economico, il debito pubblico "equivale" alla capitalizzazione delle future tasse aggiuntive necessarie per ripagarlo;
c) come conseguenza di tale assunto, ignorano due fenomeni di correlazione tra i fattori che danno luogo alla formazione ed alla crescita del PIL:
        c1) il moltiplicatore fiscale della spesa pubblica (tanto più alto quanto più la crescita sia stagnante o negativa, cioè in recessione, specie in un'economia aperta);
        c2) i c.d. saldi settoriali della contabilità nazionale, per cui, assumendo la neutralità ("spiazzante") del deficit pubblico, vedono come praticabile e auspicabile il pareggio di bilancio, situazione in cui il risparmio privato diviene tendenzialmente pari al saldo (positivo o negativo) delle partite correnti della bilancia dei pagamenti;
d) credono nel concetto neo-classico di piena occupazione, fondato sull'idea dell'inesistenza di disoccupazione involontaria, se non per patologica rigidità del prezzo-salario, e identificato come qualunque livello di occupazione compatibile col livello di inflazione auspicato."

5. Il risultato delle due premesse è quello di costruire una "gabbia" in cui viene imprigionata ogni possibilità di comprensione del "pubblico" (dei colonizzati).
Inducendo l'inevitabile effetto "rana bollita".
E anche inducendo (sempre nei colonizzati), la impossibilità di trarre conclusioni razionali, nel proprio stesso interesse, quando anche avessero di fronte la rivelazione più clamorosa dei fatti e dei dati che smentiscono la vulgata tecno-pop di coloro che "collaborano":

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