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THE €URO CHALLENGE: TRA BOOMERANG E REDDE RATIONEM PER L'ITALIA (REMEMBER SINN)

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1. Comincerei da questo commento di Arturo che ci riporta un "peculiare" (per la sua provenienza) ragionamento:
"Non possiamo sacrificare sull’altare del “vincolo europeo” anche quello che di buono abbiamo in Italia. Sicuramente non possiamo sacrificare la nostra Costituzione. E neanche la “salute” della nostra economia: avere banche solide è essenziale per avere una economia sana e vigorosa. Se dobbiamo scegliere tra Weidmann e Calamandrei non abbiamo dubbi: noi scegliamo Calamandrei e i nostri padri costituenti che recepirono la necessità di “scolpire” nella nostra Costituzione la tutela del risparmio."

Queste righe sono state scritte da un banchiere su un giornale locale di proprietà del gruppo L'Espresso. Evidentemente qualcuno sente chaud aux fesses (pardon my French...). Sarà abbastanza per smuovere veramente qualcosa?"

Il passaggio in questione è infatti tratto da un articolo intitolato (molti, come sottolinea lo stesso Arturo, lo conoscono già ma non fa male ripeterlo): 

Banche, la salvezza va ricercata nel passato  (di Giovanni Fracasso).

2. Questo pezzo va ad aggiungersi a quest'altra recente, e significativa, presa di posizione: 

ASSOPOPOLARI, SFORZA FOGLIANI: LIBERARSI DAL CAPPIO EUROPEO

Peraltro, come ci rammenta nel commento successivo Winston (1984) Smith, l'enfatica e quasi patriotica conclusione di Fracasso, si indebolisce alquanto nel periodo che la precede:  
"La questione è pertanto molto seria: non basta più constatare che lo “spirito” dei Kohl, dei Mitterrand, dei Delors è svanito, sostituito oggi dallo strapotere della Merkel e dei vari Weidmann, con la loro cerchia di mastini finlandesi, olandesi che giocano a fare i duri con i paesi mediterranei e con la nostra Italia, ancora forte industrialmente (seconda manifattura d’Europa) ma debole politicamente".

3. Sulla illusorietà (nella memoria e nella comprensione storico-istituzionale) del ragionamento posto in premessa, rispetto alla corretta conclusione, suggerisco il clou argomentativo tratto da due precedenti post:

3-A. NON C'E' SOLIDARIETA' SENZA VERITA', da cui traggo:

"Ho sentito invocare, come motore per una via d'uscita dalla crisi, la ripresa della solidarietà tra paesi europei, richiamando lo stesso spirito del Trattato del 1957. Cioè attribuendo una continuità storica e strategica, (più o meno implicita) a tutta la "costruzione europea" nel suo complesso.
Questa posizione, nella sua "indistinzione" su fini e struttura dei trattati rispettivamente vigenti ante e post Maastricht (includendo l'Atto Unico, preparatorio della liberalizzazione dei capitali in Europa), porta ad una paradossale implicazione:
- che l'euro sia, in qualche modo, un'evoluzione "aggiornata" al dopo "Cortina di ferro" della solidarietà cooperativistica europea;
- che le "riforme" che, fin dall'inizio dell'applicazione di Maastricht lo dovevano necessariamente accompagnare (il famoso cammino della "convergenza"), ritraggano da questo spirito solidaristico la loro connotazione e, quindi, si dovrebbe supporre, siano anch'esse compatibili con lo Spirito della democrazia costituzionale.
...La più grande obiezione che muovo a questa insidiosa costruzione dialettico-ideologica, è che leggendo i trattati attuali (per semplicità; essi, infatti, riprendono Maastricht, rinsaldandone i mezzi "strategici"), ma sapendoli leggere veramente, si può, piuttosto, costruire questa interpretazione strutturale nonchè sistematica, di principi cogenti e caratterizzanti:
- i trattati sono intenzionalmente composti da una miriade di parole e di concetti, che nascondono una valenza normativo-positiva (cioè il "quid novi" che introducono nel mondo del diritto vigente), per lo più, in chiave sistematica, pari a "zero", tranne che per alcune norme "scardinanti" (più che "cardine"), accuratamente selezionate e disseminate, in varie versioni e corollari, all'interno di questa pletorica costruzione pseudo-concettuale.

- Una verbosità che, quando si viene al "dunque", della normazione positivamente applicabile conduce a individuare:

a) grund-norm essenzialmente compendiabili nella "forte competizione" in un mercato unico e "stabilità dei prezzi" (riprese da corollari istituzionali- la BCE- e procedurali che li blindano...inavvertitamente, per un un qualsiasi normale lettore non dotato di un sofisticato bagaglio di conoscenze giuridiche ed economiche);

b) che ogni altro aspetto è subordinato e ridotto a "intenzioni programmatiche" di cui conosciamo le procedure complesse ma i cui contenuti sono del tutto aleatori, se non addirittura esplicitamente esclusi;

c) che, infatti, come ben si vede dall'art.6 TUE, sul "riconoscimento" dei diritti fondamentali, che "non estende in alcun modo le competenze dell'Unione definite nei trattati", tali "diritti" sono derubricati a "principi generali", cioè a previsioni normative che entrano in campo solo in via suppletiva di eventuali lacune della disciplina UE (lacune che, nella monolitica produzione giurisprudenziale delle Corti europee, tendono a non essere ravvisate praticamente mai);

d) che in tal modo, la già "subordinata" tutela dei diritti fondamentali, [ incluso quello al risparmio diffuso, ossia "popolare", garantito dall'art.47 Cost. che trovate affrontato qui al punto 1]. necessariamente inclusivi dei diritti sociali (il detestato welfare), è lasciata alla cura degli Stati, che, contemporaneamente, in virtù delle suindicate grund-norm, la cui applicazione incondizionatamente prevalente è assistita da tutto il resto della costruzione fondata sui trattati (previsioni procedurali e sanzionatorie, e atti di provenienza delle istituzioni, in testa i Consigli europei), sono posti nell'impossibilità di garantirli.
...venendo ad alcune affermazioni percepite durante il dibattito, risulta una pura (prosecuzione della) illusione, specificamente italiana, che la crisi possa essere risolta con una "ripresa" della solidarietà europea.Se ciò non fosse, appunto, una pia illusione, basterebbe a smentirla l'atteggiamento della Merkel e di Schauble, e di Olli Rehn e di Van Rompuy, e di Barroso, e...suvvia, non è neppure questione di nomi (se uno cade, come Juncker, magari spifferando scomode verità, a cui peraltro non si reagisce, un altro prenderà il suo posto. Tant'è, aggiungiamo, che Juncker ha poi ripreso puntualmente il suo posto sostituendo Barroso).
E' questione che chi nega la solidarietà può, a ragione, invocare i trattati e il loro rispetto. E non parliamo del "mero"fiscal compact, che è solo uno sviluppo naturale della strategia di Maastricht (e della ideologia politico-antropologica di von Hayek).

Basti pensare che la Germania, tanto più accettando acriticamente il monetarismo imposto alla BCE da Bundesbank, ha ragioni da vendere sulla censura dell'OMT di Draghi: e anche ben al di là della questione della mission BCE ex artt.123 e 127 TFUE (quelli della mera finalità della stabilità dei prezzi e del divieto di acquisto dei titoli sovrani, per farla breve). Gli artt.124 e 125 del TFUE, infatti, recitano:


Articolo 124(ex articolo 102 del TCE)È vietata qualsiasi misura, non basata su considerazioni prudenziali, che offra alle istituzioni, agli organi o agli organismi dell'Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri entipubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri un accesso privilegiato alle istituzioni finanziarie.Articolo 125(ex articolo 103 del TCE)1. L'Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni dell'amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altriorganismi di diritto pubblico o di imprese pubbliche di un altro Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto specifico."
3-B. Quanto alla conclusione finale di Fracasso (in sè "sorprendentemente" condivisibile), riportata da Arturo, non vi rammenta ciò che è stato sostenuto molte volte in questo blog e anche in vari convegni dal sottoscritto (in questo, ora linkato, partecipava anche un ex vice-presidente della Corte costituzionale)?
"Sul piano giuridico-costituzionale la prevalenza del pensiero registrabile, l’equivalente del mainstream economico, si è incentrata sulla “illusione” della sostituibilità al modello della Costituzione economica del principio della concorrenza.
La invasività di tale illusione, puramente ideologica e derivante dalla presunta superiorità etico-culturale del modello europeo, in una irresistibile esterofilia che affligge periodicamente la comunità italiana, ha condotto, sul piano della riflessione costituzionale, a quello che si può definire l’eurostrabismo.
...In questo scenario, l'EUROSTRABISMO, cioè l'indifferenza etico-ideologica dei giuristi a oltre 20 anni di crescente disapplicazione della Costituzione, si rivela dunque il frutto di un "fattoide" giuridico: e cioè che il principio di (libera) concorrenza, unito a quello della “neutralità della moneta” siano anzitutto corrispondenti, come potenzialità realizzabili, alla realtà del capitalismo "reale.
Ed invece, alla prova dei fatti storici, già con la crisi del '29 si evidenziò l'inadeguatezza della teoria economica liberista, di fronte alla schiacciante prevalenza di oligopoli e monopoli nella struttura della produzione. Si è cioè dato per scontato che tali principi potessero assurgere a pari dignità rispetto a quelli dell'intervento pubblico disegnato nella Costituzione economica, mitigatore dei fallimenti del mercato e degli equilibri distruttivi della “sottoccupazione” derivanti dai primi. 
..Abbracciare questo approccio, senza saperne stimare le conseguenze economiche prima ancora che sociali, indebolisce perciò i presupposti di qualsiasi contrasto al riduzionismo della democrazia a puro “metodo” e al sondaggismo: rimane infatti insoluto il problema dell’effettiva conservabilità dei valori fondamentali di una democrazia del lavoro come quella disegnata dalla Costituzione primigenia. 
E da ciò deriva l’incapacità di comprendere che la vera grund-norm della costruzione europea incentrata sulla moneta unica non è la libera concorrenza (puro mito astratto e deduttivistico) quanto la "forte concorrenza" tra Stati-sistema (non tra imprese!), la stabilità dei prezzi e il concetto di piena occupazione neo-classico (cioè di sottoccupazione del lavoro deflazionato).
...Dunque la Costituzione del 1948, ed in un modo che si rivelò egregio, almeno nelle soluzioni adottate dall’Assemblea costituente, ieri come oggi, interviene a regolare tutti questi problemi posti dai fallimenti dei mercati e dalla inevitabile tendenza di questi alla instabilità finanziaria. Essa prese atto di 150 anni di impotenza delle teorie liberiste a risolvere problemi causati dagli stessi fenomeni che si manifestano oggi e agì di conseguenza. Stabilì perciò dei valori fondamentali non negoziabili in sede internazionale e una Costituzione economica che ne costituisse l’imprescindibile presidio, mediante l’intervento macroeconomico dello Stato, salvando però la libertà dell’iniziativa d’impresa nell’ambito delle immutate regole microeconomiche.
...In sintesi, occorre aprire gli occhi sul fatto che, oggi l’euro, accompagnato dal complemento inevitabile dei suoi vincoli fiscali, è antitetico alla funzione statale di garanzia dei veri diritti fondamentali. 
La sua pretesa neutralità, smentita dai drammatici squilibri commerciali e dalle relative posizioni debitorie che si sono drammaticamente accumulate nell’Unione monetaria,  non può essere legittimamente accettata come strumento di messa in sospensione della Costituzione italiana: e ciò, né alla luce dei limiti posti dall’art.11 Cost. per l’adesione a trattati istitutivi di organizzazioni internazionali, né di quelli posti dall’art.139 per la stessa revisione costituzionale."


4. Non proseguirò oltre per non tediare il lettore con cose che, in questa sede, sono state dette molte volte e che, peraltro, costituiscono il tema centrale de "La Costituzione nella palude". 
Il fatto è che in "ambienti bancari", di fronte alla prospettive aperte dalla "Unione bancaria", iniziano a ricordarsi, (anche se, come abbiamo visto, in una versione elittica e dimentica dell'intero pregresso effettivo dei fatti giuridico-economici), che la Costituzione è un baluardo estremo ma fondamentale per la salvezza  che abbiamo già "in casa".

5. Se poi a qualcuno sarà capitato di leggere l'articolo di Marco Palombi sul FQ di oggi, intitolato: "L'austerità non si tocca. L'Italia s'inchina alla Ue" (pag.2), si può rendere conto che l'attuale linea governativa non è ancora armonizzata con le esigenze e le speranze provenienti dagli ambienti "bancari" che hanno dato luogo alla presa di posizione riportata all'inizio del post. 
L'articolo mette insieme questi punti significativi: 
"Sul tavolo, nell'ultimo mese, Matteo Renzi ha messo molte cose giuste - i 3 miliardi regalati alla Turchia per i migranti, il raddoppio del gasdotto North-Stream concesso alla Germania, le sanzioni alla Russia -, ma su nessuna è andato fino in fondo. Se non si ha la forza necessaria, però, a fare domande si finisce solo per irritare quelli che hanno il coltello dalla parte del manico".
 Si finisce cioè a rischio "boomerang", come ci insegna la Grecia: da leggere, in proposito, sull'International New York Times (pag.22), un pezzo di umorismo involontario del solito britannico super-europeista Hugo Dixon, già noto in questa sede, che ci offre una versione tutta sua, e confusamente manipolatrice dei fatti, di alcune recenti vicende che coinvolgono corte costituzionale e media pubblici in Polonia, nonché le (presunte) indebite pressioni di Tsipras sulle dimissioni indotte del chief executive della Banca del Pireo, principale istituto ellenico: tali "pressioni", invece, come emerge dai fatti (imprecisamente) narrati, risultano essere state adottate in piena armonia con i desiderata della Trojka (cioè della succursale greca dell'EFSF, ente erogatore dei prestiti da condizionalità imposte nel memorandum, che, attraverso appunto la Hellenic Financial Stability Fund, esercita la sovranità politico-fiscale di..Tsipras). Per Dixon, in piena confusione, "Poland and Greece challenge EU's spirit" (le due vicende, infatti, sono di segno decisamente opposto l'una all'altra, e la challenge di Tsipras si è trasformata nel suo contrario da un bel pezzo).


6. Ma qui il discorso si farebbe lungo e probabilmente lo svolgeremo in altra sede, spiegando la plateale arbitrarietà, nel merito giuridico, cioè sia relativamente alle clausole dei trattati che sul piano dei principi costituzionali comuni alle Nazioni civili, delle valutazioni di Timmermans sulla Polonia.
Per tornare all'articolo di Palombi, questo passaggio è importante: 
"La sua speranza(di Renzi, ndr.)è che gli Stati Uniti - coi quali si è schierato in Medioriente scavalcando Merkel e Hollande (sic!) - vincano la loro battaglia con Berlino: gli USA vogliono che l'Europa abbandoni l'austerità perché così sta portando il mondo in deflazione. Dopo i richiami a Berlino, sono passati alle maniere forti: lo scandalo Volkswagen o la class action a Deutsche Bank, accusata di usare software truccati per gli scambi di valute. Difficile, però, che le tensioni fra i due paesi servano a Renzi per evitare il redde rationem"


7. Precisiamo di quale redde rationem si tratti: in particolare l'attuale contrasto si appunta sulla insufficiente austerità dell'attuale legge di stabilità e sul conseguente forte inasprimento delle politiche di bilancio per il 2017.
Tale inasprimento, sia chiaro, specie se anticipato nel 2016 a seguito di forti obiezioni della Commissione ai saldi dell'attuale manovra, rischia di portare al collasso il sistema bancario italiano tramite il dilagare esponenziale di incagli e sofferenze.

ADDENDUM (da noto sito di "rassegna stampa").
 Anzi, di più.Dover fare retromarcia oggi, dopo aver provato una disastrosa sortita senza convinzione e, specialmente, senza una strategia concludente per l''interesse del Paese, preannuncia già ora, una pesante "rappresaglia"tedesca di infausta memoria, mirata alla distruzione del risparmio e dell'intera economia italiani:

LE SCHERMAGLIE CON JUNCKER ERANO L'ANTIPASTO: IL 29 GENNAIO RENZI SI PREPARA A BERE L'OLIO DI RICINO DA ''MAMMA MERKEL'' A BERLINO - O IL BULLO UBBIDISCE O ANGELONA TIRERÀ FUORI LE ARMI PESANTI: DEBITO PUBBLICO, BCE-WEIDMANN, FISCAL COMPACT. E SOPRATTUTTO LA CHIUSURA DELLE FRONTIERE, UNA BOMBA ATOMICA CONTRO ITALIA E GRECIA

TE LA DO IO LA FLESSIBILITÀ - LA GERMANIA VUOLE COMMISSARIARE IL DEBOLE JUNCKER E IMPORRE AI PAESI INDEBITATI, DALL'ITALIA IN GIÙ, L'EMISSIONE DI TITOLI DI STATO SUBORDINATI: SE ARRIVA UNA CRISI, PAGANO I CREDITORI E RISPARMIATORI. PROPRIO COME NEL CASO ETRURIA

Il redde rationem, una volta inscritto nella linea politica attuale seguito dall'Italia, conduce inevitabilmente ad un drastico "piegarsi" italiano a un disastroso inasprimento dell'austerità. E c'è un solo modo per l'Italia di levare il manico del coltello dalle mani berlinesi (e, in via esecutiva, pedissequa, brusselliane): quello illustrato da Sinn (!), sebbene per la Grecia, ma valido a fortiori per l'Italia: l'euro-exit, con gli effetti, preconizzati da Sinn come "benefici", visti in questo post(semifrattalico).


8. Lode a Palombi, ma occorre precisare perchè il concretizzarsi di un "aiuto" USA si prospetti, allo stato, piuttosto difficile per Renzi:
"Per scuotere veramente gli USA, inebriati dall'utilità tedesca nel ripristino in €uropa del lavoro-merce e nella distruzione dei diritti sociali, ci vuole qualcosa di molto sostanzioso sul piano della loro destabilizzazione finanziaria.

Vedremo: può essere di no, ma può essere che si abbia un processo accelerato.
In fondo, gli USA mantennero atteggiamento ambiguo fino alla fine del 1942 (senza mai cessare rapporti commerciali...)".
Il che, tra una presa di posizione costituzional-sovranista di (una parte degli) ambienti bancari, e prospettive non colte appieno (finora) di inevitabile suicidio legate alla permanenza nel complesso indissolubile dei meccanismi derivanti dall'adesione all'UEM, ci riporta all'ipotesi frattalica
Cioè, al profilarsi di un neo-25 luglio e del chi e come lo potrebbe gestire.  

ADDENDUM-2: e come potremmo stupirci che adesso, proprio ora, stia accadendo tutto questo?

Borsa: Europa in calo, Milano a -2,8%

A Piazza Affari sospensioni a raffica, bancari sotto pressione

 

 


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