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IL PATTERN: BRAINWASHING, CARITA', DISAGIO SOCIALE NELL'ERA DEI MERCATI.

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1. Dall'Huffington post traiamo questa traduzione del dialogo, ricavato da un video e diffuso da varie fonti, tra il presunto "terrorista" di Monaco e un "uomo sul balcone":
I media tedeschi continuano a diffondere le frasi pronunciate in dialetto bavarese dall'attentatore di Monaco di Baviera nel video girato dall'uomo sul balcone, che insulta più volte il 18enne chiamandolo "stronzo" e "coglione". "Sono stato in cura" e "a causa tua sono stato vittima di bullismo per 7 anni" e "ora ho dovuto comprarmi una pistola per spararti", dice l'autore della strage, secondo la Frankurter Allgemeine Zeitung, che ha pubblicato alcuni passaggi della conversazione.
Il quotidiano britannico The Guardian pubblica un link con la traduzione in inglese del dialogo fra l'attentatore e un uomo che lo filmava a distanza. Le parole "maledetti stranieri" sembrano essere pronunciate dall'uomo sul balcone, mentre il killer armato urla "maledetti turchi". Questa la traduzione del dialogo pubblicata dal giornale:
- Uomo sul balcone: "maledetto stronzo..."
- Sparatore: "grazie a te (incomprensibile)..."
- Uomo sul balcone: "sei un coglione"
- Sparatore: "...E ora ho comprato una pistola per spararvi"
- Uomo sul balcone: "una fottuta pistola, la tua testa non è a posto"
- Uomo sul balcone, apparentemente rivolto a un'altra persona che sta filmando: "ha una pistola, il ragazzo ha una pistola"
- Sparatore: "merda. Maledetti turchi!"
- Uomo sul balcone: "merda. Maledetti stranieri!"
- Uomo sul balcone rivolto a qualcun'altro: "hey! ha una pistola! l'ha caricata! chiama la polizia!"
- Sparatore: "io sono tedesco!"
- Uomo sul balcone: "sei un coglione, ecco cosa sei"
- Sparatore: "smettila di filmare!"
- Uomo sul balcone: "sei uno stronzo! ecco cosa sei"
- Sparatore: "sì, sono nato qui!"
- Uomo sul balcone: "si, e cosa c...o pensi di fare?"
- Sparatore: "sono cresciuto qui nell'area hartz 4", un riferimento al sussidio sociale
- Sparatore dice qualcosa a proposito di un "trattamento". Non è chiaro se si riferisca a un trattamento medico o a un modo di trattare le persone.
- Uomo sul balcone dice qualcosa del tipo "sì, un trattamento è ciò che ti serve".
- Sparatore: "non ho fatto nulla ancora (incomprensibile)..."
L'uomo sul balcone e lo sparatore continuano a insultarsi. Poi il giovane comincia a sparare. L'uomo sul balcone lo chiama ancora "stronzo".
L'uomo sul balcone poi si mette al riparo e gli urla qualcosa a proposito di "sparare qui".
- Sparatore risponde: "sì, hai ragione! sì, hai ragione! sì, hai ragione!". Il giovane lo minaccia.
Il video termina.

2. Aggiungiamo, sempre dall'Huffington questo commento adiacente:
Il capo della polizia ha sostenuto che al momento non vi sono elementi che indichino una matrice islamica dell'attacco o un "parallelismo" con il recente attacco a colpi di ascia e coltello sul treno a Wuerzburg, anche se una testimone ha riferito alla Cnn che il killer, prima di sparare su bambini seduti al tavolo, ha gridato Allah Akbar. Saranno comunque indagini su contatti e parenti del giovane a dare elementi più certi, ha detto Andrae che in nottata si è limitato a parlare di "sparatoria".
Se questa è una guerra...
Inutilmente, dato lo stato "culturale" dell'opinione di massa, ho cercato di segnalare come il concetto di guerra debba rispondere a precisi presupposti, sul piano del diritto internazionale - il quale, a sua volta, corrisponde a modalità consuetudinarie di intendere, razionalmente, gli accadimenti fondamentali che si verificano nella comunità internazionale degli Stati e, quindi, l'esperienza storico-sociale fondamentale dispiegatasi nel corso di secoli.

3. Piuttosto, segnalai come il terrorismo, sempre in base all'esperienza storico-sociale della comunità internazionale, corrisponda, con grande frequenza (sempre qui, p.5), alla violazione del c.d. principio di non ingerenza.
"Come chiarisce l'art3, lett. g) della dichiarazione dell'Assemblea generale della Nazioni Unite del 14-2-1974...che fa un'importante precisazione: non costituisce...aggressione armata, e quindi vero "atto di guerra", la sola assistenza data (da uno Stato determinato) a forze ribelli che agiscono sul territorio di un altro Stato, sotto forma di fornitura di armi, di assistenza logistica e simili; siffatta assistenzainfatti concreterebbe soltanto un'ipotesi di violazione del divieto di ingerirsi negli affari altrui e, sempre riportando quanto affermato dalla suddetta dichiarazione dell'Assemblea del 14-2-1974, "al contempo un'ipotesi di violazione minoris generis del divieto della minaccia o dell'uso della forza come tali non giustificanti una risposta armata"."

Tralasceremo quello che abbiamo aggiunto sulla possibile rilevanza della "reciprocità" (v. ibidem, p.7) nell'invocare il divieto di ingerirsi negli affari altrui, quale invocabile per vari eventi storico-politici da alcuni paesi mediorientali in particolare rispetto al c.d. Occidente (la controingerenza sarebbe in astratto scriminabile come ritorsione nell'ambito del controverso principio della "legittima difesa").

4. Quello che, invece, gli eventi di Monaco possono segnalare è come, di fronte ad ogni atto di follia omicida che possa presentare caratteri ricorrenti e riconducibili al terrorismo "islamico", occorra sempre un'accurata indagine, che riguardi gli antecedenti di vita e la vicenda psicologica di coloro che sono, nell'immediato, identificati come autori delle stragi.
Con riferimento alla identificazione di una matrice islamica, questi antecedenti possono, con una certa attendibilità, essere ricondotti ad un pattern, che, a sua volta, segna un percorso caratterizzato da elementi finanziari, anzitutto, organizzativi e di condizionamento religioso-psicologico, identificabili in modo alquanto costante.
Per comprendere quali siano tali elementi organizzativi e di condizionamento, andiamo ad attingere alla testimonianza di un giornalista del New York Times, Nicholas Kristof, esperto di rapporti internazionali e affari islamici.  

5. In un recente articolo, ci fornisce, attraverso dirette testimonianze, gli elementi che contraddistinguono il "pattern":
"Ogni qualvolta si ha un attacco di estremisti islamici, guardiamo ai nostri nemici come lo Stato islamico o Al Qaeda. Ma forse dovremmo anche guardare a nostri "amici", come l'Arabia Saudita.
Per decenni, l'Arabia Saudita ha spericolatamente finanziato e promosso una dura e intollerante versione dell'Islam in tutto il mondo, in un modo che, piuttosto prevedibilmente, sta producendo terroristi. E non c'è miglior esempio di questa spericolatezza saudita di quello dei Balcani.
...L'Arabia Saudita e altri paesi del Golfo hanno riversato denaro nelle nuove nazioni del Kosovo e dell'Albania durante gli ultimi 17 anni e hanno nutrito l'estremismo religioso in una terra dove, originariamente, ce n'era poco.
Il risultato è che, secondo il governo del Kosovo, 300 kosovari sono andati a combattere in Siria e in Iraq, per lo più per unirsi allo Stato islamico...il denaro saudita ha trasformato una società islamica un tempo tollerante in una pipeline di jihadisti
Nel segno dei tempi, il governo, l'anno scorso, ha dovuto sospendere temporaneamente la fornitura d'acqua nella capitale per il timore di un avvelenamento delle condotte ispirato dallo Stato islamico.
...Hajzeri (ndr. un imam moderato dell'antica moschea nella città di Peja) e altri moderati hanno risposto con un sito web, che critica la interpretazione saudita Wahabita dell'Islam. Ma dice che sono stati travolti dal flusso di denaro proveniente da Arabia Saudita, Kuweit, Qatar, Emirati Uniti e Barhain, versato in supporto delle varianti estreme dell'Islam attraverso una "bufera" (blizzard) di pubblicazioni, video e altro materiale.
"I sauditi hanno completamente cambiato l'Islam col loro denaro", dice Visar Duriqi, un ex-imam in Kosovo che è diventato giornalista che scrive delle influenze degli estremisti. 
Lo stesso Duriqi...dice di essere stato sottoposto a lavaggio del cervello e di essere passato per una fase estremista in cui esigeva l'imposizione della Shariah e scusava le violenze...
Questo non è un problema del Kosovo ma globale.
Ho dapprima incontrato l'influenza perniciosa dei sauditi in Pakistan, dove il sistema scolastico è in stato pietoso e i sauditi riempiono il vuoto finanziando madrasse estremiste che attirano gli studenti con rette gratuite, pasti gratis e borse di studio che coprono interamente studi oltremare per gli studenti migliori.
Allo stesso modo, in paesi tradizionalmente moderati, come Mali, Burkina Faso e Niger, ho visto madrasse finanziate da stranieri introdurre l'interpretazione radicale dell'Islam. Nei balcani, la Bosnia, è particolarmente influenzata dal supporto del "Golfo" agli estremisti.
Non voglio esagerare. Ho visto meno veli nel mio viaggio attraverso la Macedonia, il Kosovo e l'Albania che a New York City, e qualunque jihadista si strapperebbe i capelli nel vedere donne con teste e spalle scoperte, per non parlare degli "shorts"...Inoltre, dopo una serie di arresti di imam radicali in Kosovo e Albania, la situazione può essersi stabilizzata, e i jihadisti non paiono più recarsi da qui in Siria.
...
Ma il mondo ha bisogno di un duro confronto con l'Arabia saudita sul suo ruolo. Non è che intenzionalmente stia diffondendo la devastazione (havoc); è più che sta comportandosi in modo incauto. Ha compiuto qualche doloroso progresso nel ridurre il finanziamento degli estremisti, ma troppo lentamente.
Risulta particolarmente scoraggiante perché molta parte dei fondi paiono provenire dalla carità. 
Uno degli aspetti ammirevoli dell'Islam è la sua enfasi sulla carità; tuttavia nei paesi come l'Arabia Saudita, questo denaro è diretto non a combattere la malnutrizione o la mortalità infantile, ma a compiere il lavaggio del cervello dei bambini e a seminare il conflitto in paesi poveri e instabili."

6. Di molti di questi aspetti, così sconsolatamente testimoniati, abbiamo parlato, anche indicando l'analogia con quanto sta accadendo in Bangladesh
Abbiamo pure visto come il ruolo della carità, quale che ne sia la direzione dei relativi benefici, possa essere ben visto in un mondo che si pretende debba essere governato dall'ordine sovranazionale dei mercati, assunto a regola morale incontestabile. 
Carità che tempera la spinta al profitto (punto 7), conciliando entrambi in una "teoria del tutto", quindi totalitaria, che nega implicitamente, e in modo molto pratico, il ruolo degli Stati sociali e democratici, la loro sovranità: e ciò si sposa perfettamente con l'idea neo-liberista del welfare come mera azione compassionevole.

7. Da questo intreccio di tendenze e idee dominanti, discende prevedibilmente una grossa difficoltà non solo a determinare il pattern che caratterizza i precedenti identificativi del terrorista, per di più "dopo" che questi abbia agito, ma anche a comprendere le cause prime della capacità dell'estremismo islamico, e dei suoi seminatori finanziari, di attecchire in ogni parte del mondo globalizzato.
Tanto più che, se il riferimento alla "area Hartz 4" fosse confermato - e quindi, nel caso di Monaco, non ci si trovasse di fronte a un estremista islamizzato- sarebbe egualmente difficile, se non impossibile, per gli inquirenti, data la cornice di responsabilità dei governi €uropei nella distruzione ostinata del welfare inclusivo delle ex-democrazie sociali, cogliere il collegamento tra carità finanziaria e disagio sociale generato dalla restaurazione del modello neo-liberista di economia "competitiva".
La depressione nei giovani, date certe circostanze in altri tempi considerate prevedibili, è una ben precisa malattia sociale.

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