1. Non farò un vero e proprio post sul terremoto nel centro d'Italia: vi darò delle tracce da seguire.
Anzitutto rinvio al post di Alberto su Goofynomics: conscio del fatto che molti di voi lo avranno già letto.
Sottolineo che, ad esempio, come da titolo, l'antichissima Amatrice fu già colpita da eventi simici: ma nel '600 fu possibile ricostruirla e portarla di nuovo in vita. Non seguendo le norme antisismiche, al tempo non esistenti, ma almeno fu ricostruita. E anche restaurata in ciò che di più antico vi era.
![http://www.visitlazio.com/documents/563196/597231/amatrice_8.JPG/6846efb0-72fa-43cf-86ff-cd76a7c7f90e?t=1392130270963?t=1392123070963&imageThumbnail=3]()
Con la "Grande Società"€uropea, dichiaratamente governata dai "mercati", di ciò c'è molto da dubitare, vista anche l'esperienza de L'Aquila.
Quest'ultima, pur essendo un capoluogo di regione, e potendo quindi contare sulla localizzazione "istituzionale" di uffici pubblici, statali e regionali, si trova nella situazione di città ricostruita in tempi tali - un processo che durerà ancora 10 anni-, che il suo destino rimane segnato dal concomitante svilupparsi antropico della irr€versibile crisi economica italiana:
"La città ha avuto uno sviluppo molto forte quando è diventata capoluogo di regione, quando si è sviluppata l’università e con l’arrivo delle multinazionali sostenute dalla Cassa del Mezzogiorno.
Quando c’è stata la scossa già c’era stata la deindustrializzazione, la digitalizzazione aveva colpito la città amministrativa, l’università era in una fase di stallo.
...La città fisica ora è il doppio della città sociale. All’Aquila potrebbero abitare 150 mila persone, gli abitanti però sono appena 70 mila.
...Il primo problema è mettersi con attenzione a decidere che città fisica si vuole. Quelle sono scelte irreversibili perché non si può poi abbattere le case costruite. Il punto di partenza della riflessione però deve essere nazionale, visto che la ricostruzione la paga l’Italia. A oggi la città sociale e quella economica possono essere travolte dalla città costruita. Basti considerare le case che sono state edificate e che ora sono vuote."
2. Ma quale punto di vista "nazionale" si può assumere nell'ambito del vincolo €sterno che sta lentamente togliendo la ragion d'essere stessa di ogni vitalità del territorio?
Quest'ultima, pur essendo un capoluogo di regione, e potendo quindi contare sulla localizzazione "istituzionale" di uffici pubblici, statali e regionali, si trova nella situazione di città ricostruita in tempi tali - un processo che durerà ancora 10 anni-, che il suo destino rimane segnato dal concomitante svilupparsi antropico della irr€versibile crisi economica italiana:
"La città ha avuto uno sviluppo molto forte quando è diventata capoluogo di regione, quando si è sviluppata l’università e con l’arrivo delle multinazionali sostenute dalla Cassa del Mezzogiorno.
Quando c’è stata la scossa già c’era stata la deindustrializzazione, la digitalizzazione aveva colpito la città amministrativa, l’università era in una fase di stallo.
...La città fisica ora è il doppio della città sociale. All’Aquila potrebbero abitare 150 mila persone, gli abitanti però sono appena 70 mila.
...Il primo problema è mettersi con attenzione a decidere che città fisica si vuole. Quelle sono scelte irreversibili perché non si può poi abbattere le case costruite. Il punto di partenza della riflessione però deve essere nazionale, visto che la ricostruzione la paga l’Italia. A oggi la città sociale e quella economica possono essere travolte dalla città costruita. Basti considerare le case che sono state edificate e che ora sono vuote."
2. Ma quale punto di vista "nazionale" si può assumere nell'ambito del vincolo €sterno che sta lentamente togliendo la ragion d'essere stessa di ogni vitalità del territorio?
Subire un terremoto e subirlo in ue con €.— Marco Scanavacca (@MarcoScanavacca) 24 agosto 2016
Stessa differenza fra cadere di faccia e cadere di faccia con le braccia legate dietro la schiena
.@maiaga81 Infatti: la morte antropica del territorio non comincia coi terremoti che ne sono solo un'accelerazione. Una triste ratifica.— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) 24 agosto 2016
3. Aggiungo, poi, altri tweets dotati di links che mi pare giusto segnalarvi.
Su come sia stata riformata la Protezione civile in tempi di pareggio di bilancio e di "la presente legge non comporta nuovi oneri per il bilancio dello Stato":
@serebellardinelè talmente in malafede che ci fa o ignora le leggi dello Stato pic.twitter.com/7WzemeRbqo— ANTONIO BERNARDO (@AvvBERNARDO) 24 agosto 2016
.@AlbertoBagnai Ma basta vedere art.1,co.5-Attività "a legislaz vigente e senza oneri per le finanze pubbliche"https://t.co/jiVfIsKUZs— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) 24 agosto 2016
Su come l'emergenza sia stata circoscritta al semplice primo intervento in termini temporalmente limitati e improrogabili:
.@VittorioBanti@Luca_Mussati Poi arrivati a 90+ proroga one shot di 60gg. Ma tutto in "neutralità" per il bilanciohttps://t.co/7ErKZTDUci— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) 24 agosto 2016
4. E questo insieme di "misure", virtuose e in pareggio di bilancio, naturalmente, dipende dal "lovuolel'europa" come massima regola ordinamentale ammissibile, di fronte ad ogni problema della società italiana. Ed al lordo: cioè anche includendo i fantasmagorici"fondi €uropei" (che sono la parziale restituzione di una nostra ben superiore contribuzione):
@ZangTumTumbè come il dissesto idrogeologico https://t.co/xx9KdgZLnJ#machetelodicoafarepic.twitter.com/pvuFatzDRz— Luca (@smigol73) 24 agosto 2016
Perché, in Italia, ma proprio in Italia, di UEM e di divieto degli aiuti di Stato si muore, socio-economicamente, prima ancora che fisicamente...Altrove si prospera:
@stefaniami@Yi_Benevolencehttps://t.co/7dPKSYpEU9… e infatti..ci sono "aiuti di stato" e "aiuti di stato" (es.) pic.twitter.com/dN4jKXyjoT— Luca (@smigol73) 24 agosto 2016
Sicché si attaglia particolarmente il finale del post di Alberto citato all'inizio:
— Ben - AUTOCTONA (@Yi_Benevolence) 24 agosto 2016
5. I contenuti del post appena citato, si riallacciano agli "estratti" da questo post di qualche anno fa (oggi attualissimo):
"La corruzione, comunque la si voglia vedere, è il prezzo attribuito a titolo privato ad un pubblico decidente come compenso di intermediazione per l'assetto di interessi= "effettiva distribuzione della ricchezza", conseguente ad una concreta decisione del pubblico potere.
Ora, più elevato è il numero delle opzioni alternative insite nella decisione, cioè più numerosi sono i momenti di discrezionalità (tecnica e amministrativa), più elevata è la probabilità e la stessa organizzazione del fenomeno corruttivo.
Facciamo un esempio; se occorre costruire una strada o una linea ferroviaria da un luogo pianeggiante ad un altro, passando per una pianura (appunto), e, si badi bene, senza che in mezzo vi sia una ampia serie di insediamenti industriali (manifatturieri o anche agricoli) o di insediamenti civili aventi un particolare valore giuridicamente tutelato (storico, archeologico, architettonico, paesaggistico), la probabilità che l'opzione decisionale del pubblico potere sia limitata ad un'unica soluzione tecnicamente razionale (con limitate varianti), condurrà ad una bassa probabilità di corruzione.
In tutti i casi in cui ricorrano diverse condizioni, o meglio, come in Italia, ricorrano simultaneamente tutte le condizioni di massima variabilità delle opzioni e di massima comprensenza di interessi rilevanti, e variamente comprimibili, nell'ambito della decisione da assumere, le probabilità di corruzione, cioè di compensi di intermediazione per il perseguimento di un assetto piuttosto che un altro, sono molto elevate.
Ma anche supponendo, in questa situazione di complessità di "variabili", che non vi sia alcun accordo illecito e si applichino solo le regole previste per l'adozione della decisione (cioè decisione puramente legale), si avrà probabilmente:
a) connaturale -quindi inevitabile- complessità (normativa, ma prima ancora, "di fatto", cioè nella realtà naturale) del processo decisionale e quindi sua conseguente lunghezza temporale;
b) controvertibilità elevata della decisione assunta;
c) alto margine di erroneità nel merito (cioè tecnico-razionale) della decisione stessa;
d) spostamento della correzione degli errori o delle violazioni di legge (non dolose), che hanno importato indebito e irrazionale sacrificio di taluni interessi in luogo di altri, nella sede giurisdizionale;
e) esito della verifica giurisdizionale di legittimità-razionalità (ragionevolezza e attendibilità) della decisione pubblica dipendente da vari sottofattori:
- e1) volume delle risorse dedicate dall'ordinamento alla predisposizione del controllo giurisdizionale, cioè sufficiente in base a realistiche considerazioni di politica della giustizia;
- e2) tendenza inevitabile al prevalere degli interessi economicamente più forti che possono dedicare maggiori risorse sia alla introduzione delle loro ragioni nel contenzioso-processo, sia a precostituire momenti decisionali pubblici di difficile sindacabilità nel merito da parte dello stesso giudice.
...Quali che siano le risposte che un ordinamento fornisce a tutte queste problematiche - e in Italia, afflitta dalla trentennale crociata contro spesa corrente e investimenti pubblici, è facile immaginare quale sia il "livello" sub-ottimale di risposta- un fenomeno sarà comunque registrabile con certezza:l'assetto perseguito, cioè gli interessi materiali sottostanti, saranno sempre realizzabili a costi più elevati rispetto a realtà geo-politiche che non soffrano di una comparabile situazione di "congestione-complessità" degli interessi in conflitto.
...
Tutto questo per dire che, realisticamente, se non è possibile avere i costi, e quindi l'inflazione che hanno altri paesi, più poveri di storia, di arte, di bellezza e di esigenze composite di tutela, del nostro, non si entra in un sistema di moneta unica con questi paesi.
Anche perchè poi questi stessi paesi, accortisi di questa ricchezza collettiva, che si riflette anche in quella privata (un appartamento sul Canal Grande, a Fiesole, o a Piazza Navona, vale necessariamente di più di uno comparabile di Magonza, per quanto questa sia una bellissima cittadina...ricostruita), invece di cooperare alla sua tutela, sopportandone i costi come la pretesa natura politico-unitaria dei trattati UE imporrebbe, vorranno appropriarsene, spingendo per la liquidazione di tali beni come garanzia dei loro crediti (determinati dai differenziali di inflazione deliberatamente perseguiti!).
Anche perchè poi questi stessi paesi, accortisi di questa ricchezza collettiva, che si riflette anche in quella privata (un appartamento sul Canal Grande, a Fiesole, o a Piazza Navona, vale necessariamente di più di uno comparabile di Magonza, per quanto questa sia una bellissima cittadina...ricostruita), invece di cooperare alla sua tutela, sopportandone i costi come la pretesa natura politico-unitaria dei trattati UE imporrebbe, vorranno appropriarsene, spingendo per la liquidazione di tali beni come garanzia dei loro crediti (determinati dai differenziali di inflazione deliberatamente perseguiti!).
E questo a meno che, dal giorno dopo l'entrata nell'UEM, non si fosse deciso che deportazioni di insediamenti umani, senza indennizzo se non meramente simbolico, abbandono antropico di siti storici e paesaggistici (dalle coste a Pompei), e irrilevanza della tutela della salubrità e dell'ambiente urbano e lavorativo, sarebbero stati immediatamente portabili a compimento in nome della moneta unica e quindi, "dell'Europa".
Il che, in fondo, è sempre meglio del raggiungere, mediante un prolungato stillicidio di tagli e austerity, gli stessi risultati, ripetendo ipocritamente "lovuolel'europa", sperando che la gente non se ne accorga.
O, meglio ancora, che pur accorgendosene, debba stare zitta perchè colpevole di "aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità".
Perchè questo è quello che sta accadendo da trent'anni, da quando cioè si è innalzato il "vincolo esterno" al di sopra della Costituzione.
6. Dal che per ogni evento che il pubblico interesse del popolo di uno Stato democratico e sovrano può dover fronteggiare, torniamo a Keynes:
7. Questa, in due tweets, comunque, è l'offerta di solidarietà effettiva pervenuta dall'€uropa: nel giorno del terremoto!da @LucianoBarraCarhttps://t.co/5cdUBDdkoG GRAZIE (i piu' oggi la vedranno come polemica) pic.twitter.com/R0e1TN21xR— max testi (@testimax68) 24 agosto 2016
La prima è il massimo dell'ostilità anticooperativa possibile al di fuori della guerra armata, chiaramente realizzabile solo dentro l'euro, e cioè grazie ai magici trattati della "pace" (ne avevamo già parlato qui); la seconda è la militarizzazione mercatista del lavoro fino all'estremo più..."consigliato" dall'ordoliberismo:
La proposta indecente! Te la do io #Ventotene Bailin anche per i titoli di Stato... Strunz! https://t.co/E70zbl45Dn— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) 24 agosto 2016
A cos'è servito #Ventotene: du' spicci di "flessibilità" in più (forse) in cambio dell'abolizione del CCNL | https://t.co/lrP8CQQVN5— Grim (@gr_grim) 24 agosto 2016