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L'AGONIA DELLA GLOBALIZZAZIONE: TONNELLATE DI "FIABE" MEDIATICHE E L'ITALIA OSTINATAMENTE IRREALE.

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Da Zerohedge, ricaviamo un'analisi, riportata dalla penna di Raul Ilargi Meijer, un autore che scrive cose sensate come questo"Fascism, Imperialism, Neoliberalism, US Empire"; per la verità, un po' meno rigoroso di quanto abbia sostenuto in queste pagine il nostro Bazaar. 
L'analisi commentata su Zerohedge, - a sua volta meno rigorosa di quella compiuta da Chang, nei Bad Samaritans, con riguardo alla memoria storica degli effetti sulla crescita "globale", dell'imperialismo liberoscambista, in ogni sua precedente e attuale manifestazione- viene sotto il titolo "La fine della crescita. Il Falso Elisir".
Ve ne riporto un brano significativo, traducendolo, confidando che ne sarà facile la comprensione per chi abbia seguito le analisi di questo blog, anche e soprattutto relativamente alla situazione USA e ai riflessi politici di larga portata che derivano dalla restaurazione (persino) in quel grande paese del mercato del lavoro perfettamente flessibile e deflazionistico (Walmartizzato (qui, p.7), col conseguente appiattimento verso il basso dei vari segmenti della middle class e la "fine della mobilità sociale". Da cui anche la ottusa e fanatica ottica con cui ci si accanisce sulla "bassa produttività" senza riuscire a capirne le cause effettive. In USA, come in Italia:





2. Ecco l'estratto da Zerohedge tradotto, con qualche commento (pro-domo orizzonte48, ma più che comprensibile, data la faticaccia che abbiamo fatto da anni per prefigurare e anticipare quello che è un mood solo ora dilagante. Anche se non basta mai...): 
< Raul Ilargi Meijer, il noto commentatore di questioni economiche, ha scritto in modo sintetico e provocatorio: 
"E' finita, L'intero modello su cui si sono basate le nostre società almeno per tutto il tempo della nostra vita (ndr; deve trattarsi di un commentatore relativamente "giovane"..) è finito! Ecco perché c'è Trump."
"Non c'è alcuna crescita, E non c'è stata nessuna reale crescita per anni. Tutto ciò che è rimasto sono vuoti e spenti  numeri "ottimistici" dello S&P stock market, sostenuti da un debito ultra conveniente e dai riacquisti delle proprie azioni (buybacks) e forme di lavoro che nascondono milioni di persone occultamente tagliate fuori dalla forza-lavoro. E soprattuto c'è il debito, pubblico e privato, che serve ad alimentare un'illusione di crescita a adesso non ci riesce più"
2.1. "I falsi numeri sulla crescita hanno un'unico scopo: darli in pasto alla pubblica opinione per mantenere i poteri prevalenti nelle loro poltrone imbottite. 
Ma ESSI (ndr: traduzione enfatica di "They") non possono far altro che tirare il sipario del Mago di OZ davanti agli occhi della gente, anche se l'hanno fatto troppo a lungo.
"Questo è il significato dell'ascesa di Trump, della Brexit, della Le Pen, a di tutti gli altri. E' finita. 
Ciò che ci ha guidato per l'arco delle nostre vite ha perduto sia la sua direzione che la sua energia."
Continua Meijer :“Siamo schiaffeggiati dall'essere nel mezzo del più importante sviluppo globale da decenni, in qualche modo si potrebbe dire da secoli, un'autentica rivoluzione, che continuerà a essere il più importante fattore che darà forma al mondo, e non vedo nessuno che ne parli (ndr; consigliamo a Meijer di leggersi orizzonte48). Questo mi sconcerta".

2.2. "Lo sviluppo in questione è la fine della crescita economica globale (ndr; seppure mai ci sia stata...come ci insegnano i dati di Chang), che condurrà inesorabilmente alla fine della centralizzazione(inclusa la globalizzazione). Significherà anche la fine dell'esistenza della maggior parte, e specialmente delle più potenti, istituzioni internazionali (qui, p.9)".
Allo stesso modo sarà la fine, o quasi, di tutti i partiti politici tradizionali, che hanno governato i paesi per decenni e lo fanno tuttora ai minimi del loro consenso (se non avete chiaro cosa stia succedendo, guardate là, guardate in Europa!).
Questa non è una questione di ciò che chiunque, o qualunque gruppo di persone, possa volere o preferire; è questione di "forze" che sono fuori dal nostro controllo, che sono più grandi e di vasta portata delle mere opinioni, anche se queste (forze) sono originate dall'uomo.
Tonnellate di "favole" furbe e meno furbe  si stanno spaccando la testa laddove hanno origine
Trump e la Brexit e la Le Pen e tutte queste cose "nuove" e terrificanti, e ESSI (ndr; v. sopra), se ne escono con piccole ma traballanti teorie sul come si tratti del voto di gente "vecchia", e più povera, razzista e bigotta, gente stupida, che non aveva mai votato. C'è solo da scegliere".

"...Ma nessuno pare veramente sapere o capire di cosa si tratti. Cosa alquanto singolare, perché non è così difficile. Cioè tutto questo accade perché la crescita è finita. E se la crescita è finita, lo sono altrettanto espansione e centralizzazione nelle miriadi di forme che hanno assunto"

3. < Scrive ancora Meijer : “il "globale"è "andato" come forza trainante principale, il pan-europeismo è andato, e persino il "se" gli Stati Uniti rimarranno "uniti"è ben lontano dall'essere un affare concluso.
Ci stiamo muovendo verso un movimento di massa di dozzine di paesi e Stati separati che guardano al proprio interno. E tutti questi si trovano in qualche forma di incombente situazione difficile.
Ciò che rende la situazione così ardua da afferrare è che nessuno vuole riconoscere nulla di tutto ciò. Anche se le testimonianze di dura povertà si accumulano provenienti proprio dai luoghi dove Trump, la Brexit e la Le Pen si manifestano. 
"Che il congegno politico-economico-mediatico miri a far ribollire i messaggi di crescita 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, spiega in qualce modo la mancanza di consapevolezza e di autocritica, ma solo in parte. Il resto è dovuto a ciò che siamo. Pensiamo di meritare una eterna crescita.
...Con la "crescita finita" lo è altrettanto la globalizzazione: persino il Financial Times concorda, come sottolinea Martin Wolf nel suo commento The Tide of Globalisation is Turning: “La globalizzazione è nel migliore dei casi in stallo, Può mai invertire questo corso? Sì. Richiede la pace tra i grandi poteri...E' importante che la globalizzazione sia in stallo? Sì">.

4. Conclusione del commento di Zerohedge: "
< In breve, se la globalizzazione sta cedendo il passo allo scontento, la mancanza di crescita può minare il progetto finanziario globale.
Stiglitz ci dice che questo è stato evidente nei 15 anni scorsi - il mese scorso egli ha rammentato che aveva cercato di avvertire de "la crescente opposizione nel mondo in via di sviluppo alle riforme globalizzatrici". Ciò pareva sorgere misteriosamente: alla gente, nei paesi in via di sviluppo, era stato raccontato che la globalizzazione avrebbe accresciuto il benessere complessivo. Ma allora perché tante persone sono divenute ostili? Come può essere che qualcosa che i nostri leaders politici - e molti "economisti", hanno detto che avrebbe fatto stare tutti meglio, sia così vituperato?
Una risposta occasionalmente sentita dagli economisti neo-liberisti che sostengono queste politiche è che la gente (nei paesi in via di sviluppo) sta meglio. Solo che non lo sanno. Il loro scontento è una questione per psichiatri, non per gli economisti".
Ma Stiglitz ora ci dice che questo scontento si è esteso alle economie avanzate. Forse è questo quello che voleva dire Hadley quando affermava: "la globalizzazione è stato un errore" E ora sta minacciando l'egemonia finanziaria americana, e perciò la sua stessa egemonia politica">.

5. Tutti questi argomenti, compresa la "intenzionalità" attribuibile alla "predicazione €uropea di Stiglitz", li abbiamo già trattati.
Interessante è il timore della fine della centralizzazione, inevitabilmente organizzativa e anch'essa intenzionale, che sottosta alla globalizzazione: questa è un'importante ammissione confessoria. E ne abbiamo parlato proprio nell'ultimo post (p.3), sicché l'articolo di Zerohdge assume la veste di "lupus in fabula" nel discorso che portiamo avanti in questa sede.
Ovviamente, come altrettanto tristemente constatiamo su queste pagine, questa ammissione confessoria è altrettanto ignorata dalla grancassa mediatica spaghetti-liberista dell'Italia avviluppata da sempre nel conformismo del "Quarto Partito" (qui p.2) imperante e "dell'appello allo straniero (qui, p.2)".
Il diritto internazionale privatizzato, cioè l'istituzionalizzazione della globalizzazione, ben lungi dall'essere una contingenza storico-sociale "spontanea", (alla stregua di un cambiamento climatico...!), non porta alla crescita e provoca drammi di povertà e di distruzione della dignità del lavoro, ovunque. 

Il fatto è che non avrebbe mai potuto funzionare. 
Tutto sta nel vedere quale prezzo sia disposta l'America a far pagare al mondo intero per non perdere la propria egemonia politico-finanziaria...

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