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FRATRES! FRATTALICA SUNT CONSEQUENTIA RERUM

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Lo so; siete tutti presi dall'elezione del nuovo Papa e sdegnati dalla notizia dell'approvazione parlamentare UE del two packs. Ma non proprio tutti (spero): perchè in ciò non c'è nulla di soprendente.
Il two packs era decisione già presa da un pezzo (luglio 2012) e solo definitivamente formalizzata dalla consultazione parlamentare, la quale, in generale, come poi osservato da Juncker nel suo "addio" (già ve lo siete dimenticati?) è un'acritica fase "passacarte".
Solo in Italia si può "rivendere" la cosa come un "primo passo contro l'austerità", dato che fondi europei (o criteri di bilancio "in pareggio") per investimenti in misura ridicola rispetto alle esigenze dei trasferimentiproprie di un governo federale dell'OCA, nonchè per sostituire, con degli pseudo-eurobonds, un pò debito emesso dai paesi in difficoltà, non risolvono proprio nulla e ormai neppure rallentano la "fine".  
Non risolvono certamente gli squilibri commerciali, nè la logica della deflazione dei "debitori" con cui, distruggendone l'economia, li si vorrebbe far tornare competitivi. Piuttosto quello che conta è che alimentare l'equivoco su tali prospettive presunte di sopravvivenza dell'euro, serve soltanto a forzare il rilancio della svendita patrimoniale nei paesi debitori.

Per chi volesse un'analisi sintetica di questa situazione, che affronti pure il "mito" dei pagamenti arretrati della p.a., riporto quanto oggi osservato nel blog "fratello" Vocidall'estero:
Andiamo al punto: lo squilibrio commerciale intra- UEM (cioè indebitamento strutturale privato dei paesi a inflazione più alta), innestatosi sulla crisi finanziaria 2008, ha interrotto, per ovvia mancanza dell'elemeto fiduciario, il credito interbancario.
Gli Stati non possono iniettare liquidità, perchè l'unica liquidità pesante è in mano alla BCE che "condiziona" comunque alla riduzione del deficit (cioè alla riduzione del risparmio privato e investimenti pubblici e privati) nei paesi debitori.
Il blocco dei pagamenti statali consente di abbassare i fabbisogni di cassa nel bilancio dello Stato e di accedere così all'ombrello OMT di Draghi agli occhi dei "mercati" (cioè degli stessi soggetti che intendono rientrare dei crediti). OMT ritenuta unanimemente (come mera prospettazione) la vera chiave dell'abbassamento degli spread.

In questa situazione monetaria, quindi è impossibile una via d'uscita: sbloccare i pagamenti contrasterebbe la condizionalità (vanificando sui mercati l'effetto "psicologico" dell'ombrello OMT) e, più ancora, ci porterebbe dritti dritti al veto sul bilancio dello Stato da parte della Commissione, secondo l'appena approvato two packs.
Questo è una forma di condizionalità con vaghe clausole di attenuazione che, già sulla carta, sono inefficaci per modalità (pseudo-eurobonds) e misura (i trasferimenti, quelli razionalmente necessari in un'oCA, necessari sarebbero a carico della germania per almeno 9 punti del suo PIL, secondo il calcolo prudenziale di Sapir).

Ma, decisivo: anche alimentando di liquidità le imprese italiane in sofferenza (insolvenza), il vincolo valutario riprodurrebbe in breve la situazione di crisi di liquidità (via CAB) e non sarebbe sufficiente a calibrare domanda interna e occupazione.
L'output-gap è un effetto che risponde ormai a un ritardo nell'effettuazione degli investimenti necessari che si prolunga praticamente da 20 anni (inizio dell'austerity di Maastricht).
Ogni soluzione-palliativo immaginata, poi, si scontra anche col fatto che la crisi da indebitamento corrisponde ormai alla ferma volontà tedesca di arrivare ad attaccare il patrimonio dei paesi debitori: il prima possibile (sia perchè si corre il rischio che la Francia faccia nel frattempo saltare tutto, sia perchè il loro sistema bancario è in situazione critica)

Quanto all'elezione papale: beh, nei commenti al precedente post sono arrivati, immediati e copiosi, i links su certe vicende del passato argentino. Certo che la scelta pare proprio preannunciarsi problematica.

In attesa di vedere il 25 luglio, reso sempre più probabile dalla suddetta narrazione della molto ipotetica e propagandistica "inversione dell'austerity", possiamo sempre rammentare che la Francia, nonostante Weidman & co. si sprechino ormai giornalmente in "richiami" sul suo deficit (che nel 2013 supererà il 4%), tenterà la via della deflazione "competitiva" fiscale senza riuscirvi. E quindi? Finirà con lo sbarco in Normandia. Ma dopo l'8 settembre in Italia. Quando i badogliani saranno già fuggiti dopo aver fatto un colpo di mano.
Alegher!

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