L'intervista rilasciata alla radio Deutschelandfunk da Schauble mette una certa allegria.
Non che lui sia un allegrone: tutt'altro. Questo avvocato, laureato in "diritto ed economia" (la cosa non è chiarissima), comunque un politico di professione, è malauguratamente relegato su una sedia a rotelle a seguito di un attentato, ad opera di uno squilibrato, subito nel 1990. Ma ancor più soffre di insoddisfazione delle proprie aspirazioni leaderistiche anche per il mancato endorsement di Kohl, di cui, pure, era stato fedele collaboratore e "delfino"; fino ad essere invischiato in una storia di finanziamento illecito alla CDU (pare, e per 100.000 marchi) da parte di un noto trafficante di armi. A seguito di questa vicenda fu scavalcato dalla Merkel nelle sue aspirazioni al cancellierato.
Ma riprendiamo dall'intervista: essa contiene una sorta di risposta alla questione "allentamento dell'austerity" di cui abbiamo parlato nel post di ieri. Ed è quindi una risposta "preventiva" alla posizione possibilista di Letta sulla ricontrattazione dei vincoli fiscali imposti dall'Europa.
E infatti, proprio a Letta risulta principalmente diretta questa replica (o preannuncio di rappresaglia?) di Wolfang. Il quale non gliela manda a dire "Molti paesi europei fanno grandi progressi, ma non si lamentano ogni giorno e soprattutto non pretendono dagli altri la soluzione ai loro problemi: li risolvono da soli". E aggiunge, tra l'altro, "E' importante che siano affrontate le sfide economiche dell'Italia, che non scompariranno da un momento all'altro".
Una "fonte diplomatica" dentro alla Commissione UE, chiosa (sempre allegramente: in fondo se la passano benone): "Nella Commissione c'è stata un'evoluzione sull'austerità, una disponibilità di cui l'Italia ha beneficiato sui pagamenti degli arretrati della pubblica amministrazione. Ma vista la posizione tedesca è presto per dire che c'è un nuovo pensiero unico dominante in Europa pro-crescita".
La replica, proprio nel merito, a tutte queste considerazioni, per chi ci segue e si informa sui siti che hanno ormai scomposto i problemi euro-economici nella loro esatta consistenza, sarebbe agevole. La lascerei persino a voi.
Di certo, mi limiterei ad assecondare tutte le dichiarazioni di Schauble: è vero che i nostri problemi ce li dobbiamo risolvere da soli.
E siccome i nostri problemi sono la recessione creata dalle manovre fiscali imposte dall'UEM (lettere BCE in testa), e una precedente stagnazione determinata dall'adesione alla moneta unica, automaticamente abbiamo identificato le "sfide economiche che non scompariranno da un momento all'altro", come dice Schauble.
E siccome i nostri problemi sono la recessione creata dalle manovre fiscali imposte dall'UEM (lettere BCE in testa), e una precedente stagnazione determinata dall'adesione alla moneta unica, automaticamente abbiamo identificato le "sfide economiche che non scompariranno da un momento all'altro", come dice Schauble.
Uscire dall'euro-mattanza e farla finita con la deflazione e la compressione della domanda interna, unita a un livello di cambio monetario, insostenibile e irragionevole, che ci impedisce di competere ad armi pari con la Krukkia, sulla base delle orrende teorie monetariste e neoclassiche che agitano le menti (turbate, per vari motivi, e anche comprensibilmente) di personaggi come Schauble.
Ma cosa c'è da stare allegri? Beh, la fine del PUD€ si delinea all'orizzonte sempre più chiara. Ora i nostri problemi sono quelli sopra sintetizzati, ma la colpa (Schuld), anzi il dolo, cioè l'intenzione di agire a detrimento degli altri membri dell'UEM, è della Germania.
Quindi di cosa ci obbliga a prendere atto Schauble?
A) Che qualsiasi trattativa di "revisione" dei vincoli fiscali in UEM è morta in partenza, per l'opposizione tedesca, come ci ribadisce, se ce ne fosse bisogno, la "fonte diplomatica" della Commissione UE; e questo a meno che non si dica ai tedeschi che non noi, ma loro stessi, sono la causa dei problemi dell'euro-zona e che il loro atteggiamento fa sì che la loro partecipazione all'eurozona è del tutto inutile e dannosa. Per cui o si accomodano e tolgono il disturbo, oppure noi e chi altro (praticamente la schiacciante maggioranza dei paesi UEM) abbia gli stessi interessi li lasciamo al loro destino, uscendo dalla ottusa e fallimentare moneta unica;
B) Che un Letta che non si rende conto di questi esatti termini del problema è anche lui "inutile o dannoso", perchè i tedeschi non si fanno mettere in minoranza e stanno dentro all'euro solo finchè ne possono controllare integralmente, in base a folli slogan monetaristi e von Hayek, le istituzioni: Commissione e BCE;
C) Che siccome Letta non "può" per definizione comprendere questi esatti termini del problema, e ci farà perdere tempo prezioso in inutili trattative col cappello in mano e la testa cosparsa di sale, pietendo qualcosa che non ci verrà mai concesso, (dato poi che la concessione, secondo i tedeschi e la Commissione, ci è stata già fatta), l'Italia proseguirà nella sua recessione, ben oltre il 2013; con ciò, la propaganda mediatica che sostiene la formazione del suo governo non potrà mentire ancora a lungo. E il banco del PUD€ salterà presto, molto presto.
Le imprese italiane continuano a morire per il più tremento credit crunch della storia italiana (solo quest'anno, 200 miliardi di impieghi in meno e 650.000 disoccupati in più!).
E nessuno, dato anche l'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione e il two pack incombente, in sinergia implacabile -situazione che Letta non può ignorare-, potrà rifornirle di adeguato flusso di liquidità con l'urgenza assoluta che richiede la situazione.
La disoccupazione dilagherà ancor più, la cassa integrazione non potrà essere rifinanziata per i perdenti posto attuali e, meno che mai, futuri, a meno di effettuare ulteriori tagli aggiuntivi o imporre nuove tasse (riampliando per altra via la recessione da caduta della domanda); e sempre che non sia sostituita dalla demenziale "resa" decrescista del reddito di cittadinanza, ridimensionabile senza ostacoli ai livelli che piacciono a "loro" (che non a caso, al di là del "nomen", piace a Boeri e Ichino).
Quindi, a Letta non riuscirà, dopo soltanto poche settimane, di "prendere tempo" per attuare il programma di privatizzazioni dei servizi pubblici essenziali e, udite udite!, delle reti, che costituisce il fulcro del programma economico con cui il suo partito ha semi-vinto (o perso) le elezioni.
Ma più di tutto bisognerebbe dire: l'Italia, se ha bisogno di qualcosa con assoluta urgenza e senza infingimenti, è di un governo che dica a Schauble: "NON TI PERMETTERE"!e gli rinfacci in modo inesorabile le "COLPE DELLA GERMANIA". Aggiungendo: "se non trattate, com'è del tutto evidente da molto tempo, NON VOGLIAMO STARE CON VOI", ripagandoli, è proprio il caso di dirlo, CON LA STESSA MONETA.
Ora, siccome, questo governo non può coincidere con quello di Letta e non può essere espresso dall'attuale Parlamento, nessuna forza in esso presente esclusa; e siccome il CONTROLLO MEDIATICO che impone che gli indirizzi delle forze politiche siano sempre e solo quelli attuali, non si attenua, ciò vuol dire che, sotto i colpi del disastro inarrestabile, E DEL PRINCIPIO DI REALTA', il PUD€ E LA MELASSA MEDIATICA CHE LO SOSTENGONO SONO DESTINATI A CROLLARE.
Noi soffriremo, certo, com'è inevitabile ormai, ma "loro" (PUD€ e media complici) cadranno rovinosamente.
Ed allora, vi lascio con una domanda (certo, retorica), a cui rispondere dopo aver chiesto in giro, a tutti quelli con cui siete in contatto, consapevoli, o almeno disposti ad ascoltare i termini del problema nei presupposti implacabili e oggettivi che la realtà ci impone di considerare: VOI CHE VORRESTE CHE FACESSE UN GOVERNO ITALIANO? Così tanto per capirci tra di noi...