La svendita pare ormai alle porte.
Visto che una classe politica, diciamo ormai a perseveranza trentennale, non è capace di dire la verità sulla formazione del deficit in Italia e sull'accumulo del debito pubblico, nella forbice tra divorzio tesoro-bankitalia-interessi in decollo e "vincolo esterno", con tutti i suoi idolatrati corollari: tra cui un output-gap alimentato da vincoli fiscali tesi a creare il saldo primario (per ripagare gli interessi sul debito) e debolezza indotta dell'export per via cambio "credibile" (come abbiamo detto nel post di ieri, Kohl e poi il resto del cucuzzaro tedesco, ci hanno creduto eccome, al cappottino per l'Italia).
Così Saccomanni, al G20 non trova di meglio che dire che intende "valorizzare" gli assets italiani da svendere; "La Stampa", abbastanza eccitata, mitiga dicendo che ENI ed ENEL non ne verrebbero toccate e sciorina il "piano" delle privatizzazioni, per ridurre il debito...e che te lo dico a ffa'?
Ma il "portavoce" del tesoro ipotizza che proprio perchè sono aziende che danno utili, cosa c'è di meglio che offrirle come collaterali per "operazioni finanziarie" di abbattimento del debito. Ovviamente nessuno spiega agli italiani che le inevitabili mani straniere, "private", acquirenti, si porterebbero quegli utili a casa loro e che il CAB italiano ne verrebbe strutturalmente peggiorato, e il pubblico bilancio, versante entrate, invece pure. L'importante è abbattere il debito.
Tanto ci hanno creduto alla "valorizzazione" degli assets i "mercati" che, infatti, "Borsa di Milano poco mossa: Saccomanni affossa Eni, Enel e Finmeccanica".
Il fatto è che "valorizzare", laddove la mia obiettiva intenzione è manifestare al mondo intero che sono costretto a vendere perchè mi ritengo alla canna del gas, significa "offrire" in vendita sul mercato "al meglio": e nulla quanto un'offerta di un venditore in difficoltà, scontando poi la via "italiana" alla privatizzazione (acquirente amico dei politici, che non mancano mai e rivendita o fallimento successivo), finora seguita, può deprimere il prezzo di un bene.
E anche degli immobili, che una volta ceduti ai comuni, "debbono" essere venduti, in un clima di sovraofferta immobiliare che rasenta il tragico e che lascia preludere a ghiotte occasioni per chiunque voglia cimentarsi in una sorta di ASTA AL RIBASSO. Un "chiunque" straniero, visto che la liquidità in Italia si chiama "credit crunch".
Ma poi, alla fine, tutto questo non eviterà nè qualche richiesta di "aiuto", minimo un commissariamento two-packs, nè la tosatura dei depositi dei privati risparmiatori, evocata da Grillo come giusta punizione perchè non si può vivere in eterno "a mutuo": lui sì che ha capito cosa è il debito pubblico ed anche l'indebitamento privato creato dall'euro-squilibrio delle partite correnti.
Svendere, se fa guadagnare gli acquirenti, di sicuro fa perdere lo Stato, ma l'emergenza, si sa, giustifica ogni cosa
.
A proposito: Grillo crede ancora che l'alternativa al default siano...gli eurobond: evidentemente non legge Sapir e non gli hanno saputo spiegare mai le cause della crisi UEM.
Ma le convergenze "von Hayek" sono come le vie del Signore: infinite.
Visto che una classe politica, diciamo ormai a perseveranza trentennale, non è capace di dire la verità sulla formazione del deficit in Italia e sull'accumulo del debito pubblico, nella forbice tra divorzio tesoro-bankitalia-interessi in decollo e "vincolo esterno", con tutti i suoi idolatrati corollari: tra cui un output-gap alimentato da vincoli fiscali tesi a creare il saldo primario (per ripagare gli interessi sul debito) e debolezza indotta dell'export per via cambio "credibile" (come abbiamo detto nel post di ieri, Kohl e poi il resto del cucuzzaro tedesco, ci hanno creduto eccome, al cappottino per l'Italia).
Così Saccomanni, al G20 non trova di meglio che dire che intende "valorizzare" gli assets italiani da svendere; "La Stampa", abbastanza eccitata, mitiga dicendo che ENI ed ENEL non ne verrebbero toccate e sciorina il "piano" delle privatizzazioni, per ridurre il debito...e che te lo dico a ffa'?
Ma il "portavoce" del tesoro ipotizza che proprio perchè sono aziende che danno utili, cosa c'è di meglio che offrirle come collaterali per "operazioni finanziarie" di abbattimento del debito. Ovviamente nessuno spiega agli italiani che le inevitabili mani straniere, "private", acquirenti, si porterebbero quegli utili a casa loro e che il CAB italiano ne verrebbe strutturalmente peggiorato, e il pubblico bilancio, versante entrate, invece pure. L'importante è abbattere il debito.
Tanto ci hanno creduto alla "valorizzazione" degli assets i "mercati" che, infatti, "Borsa di Milano poco mossa: Saccomanni affossa Eni, Enel e Finmeccanica".
Il fatto è che "valorizzare", laddove la mia obiettiva intenzione è manifestare al mondo intero che sono costretto a vendere perchè mi ritengo alla canna del gas, significa "offrire" in vendita sul mercato "al meglio": e nulla quanto un'offerta di un venditore in difficoltà, scontando poi la via "italiana" alla privatizzazione (acquirente amico dei politici, che non mancano mai e rivendita o fallimento successivo), finora seguita, può deprimere il prezzo di un bene.
E anche degli immobili, che una volta ceduti ai comuni, "debbono" essere venduti, in un clima di sovraofferta immobiliare che rasenta il tragico e che lascia preludere a ghiotte occasioni per chiunque voglia cimentarsi in una sorta di ASTA AL RIBASSO. Un "chiunque" straniero, visto che la liquidità in Italia si chiama "credit crunch".
Ma poi, alla fine, tutto questo non eviterà nè qualche richiesta di "aiuto", minimo un commissariamento two-packs, nè la tosatura dei depositi dei privati risparmiatori, evocata da Grillo come giusta punizione perchè non si può vivere in eterno "a mutuo": lui sì che ha capito cosa è il debito pubblico ed anche l'indebitamento privato creato dall'euro-squilibrio delle partite correnti.
Svendere, se fa guadagnare gli acquirenti, di sicuro fa perdere lo Stato, ma l'emergenza, si sa, giustifica ogni cosa
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A proposito: Grillo crede ancora che l'alternativa al default siano...gli eurobond: evidentemente non legge Sapir e non gli hanno saputo spiegare mai le cause della crisi UEM.
Ma le convergenze "von Hayek" sono come le vie del Signore: infinite.