La cosa ridicola è che la "ripresa" dell'area UEM, registrata sulla media dei 17, risulta limitata al solo II trimestre 2013, e nella misura di ciò che Gavyn Davies indicava come "prossima allo zero", (+0,3), e quindi come situazione tipica in cui NON bisogna cercare di ridurre il deficit pubblico, a pena di indurre deflazione. Come gli USA, alla Fed, hanno invece capito molto bene.
Ormai sapete che questa pseudo-ripresa non segna affatto un'inversione di tendenza; per il semplice fatto che a determinarla, nonostante i deliri di un Olli Rehn che il Financial Times stesso riporta ormai in termini di posizione stravagante, sono stati fattori del tutto opposti alla demenza-austero-espansiva predicata dai bunkers di Bruxelles e Berlino.
Ed infatti, la Germania, vivacchia a un +0,7 che non dissimula un tendenziale annuo di 0,5, comunque inferiore al già pessimo 0,8 indotto dall'anticipato (e poi abbandonato alla chetichella), "pareggio di bilancio" di fine 2012. E vivacchia, perchè ha aumentato gli stipendi pubblici, e concesso (nella concertata supervisione statale-sindacale, ma proprio statale-sindacale), aumenti salariali contrattuali modestamente sopra l'inflazione per la prima volta in 9 anni, mentre il ritardo indotto da "competitività relativa di prezzo" sfruttata spudoratamente, ha indotto a colmare il gap accumulato nel frattempo negli investimenti. Ma anche qui, gli investimenti sono stati o comunque saranno, pensate un pò, "sbloccati" dalla spesa pubblica in infrastrutture, esattamente come predicava Keynes e come non potrà mai capire Olli.
La Francia, a sua volta, e ne abbiamo più volte parlato, ha registrato una "non-recessione" per un "prossimo allo zero" di +0,5, solo perchè NON RISPETTERA' IL RIENTRO DEL PROPRIO DEFICIT AL 4%!
Il che segna l'abbandono di fatto del fiscal compact, dato che, se non vorrà entrare in recessione, non potrà neppure nel 2014 rispettare il fatidico 3%, e quindi nel 2015 è escluso in partenza che potrà pervenire al pareggio "tecnico" allo 0,5. Dunque anche la Francia, la cui influenza a Bruxelles è determinante per continuare a imporre SOLO ALL'ITALIA, il tetto del 3% con tanto di obbligo di pareggio nel 2015. Cosa che vorrà dire che, ammesso che nel 2014 il tetto del 3% sia rispettato (in Italia, ovviamente), la manovra 2014 sarà, a dir poco, di lacrime e sangue, portando l'Italia in profondo rosso con una "triple-dip" recession, stabilmente ancorata al fiscal compact...che vale solo per l'Italia.
Tralasciamo la relativa prosperità di un'Austria, sempre più satellite della Germania (ed a cui basta poco dell'indotto di nuovi investimenti e consumi tedeschi per sollevare la propria economia "nana"), ma la cosa divertente, scusate ma non posso trattenermi, è il protrarsi della recessione olandese; rammento in un convengo a Pescara, nel 2012, la spocchia di un economista olandese, molto "politically correct", che attribuiva tutto alla corruzione italiana, la nostra debolezza nella crescita. Ora, se pure avesse la faccia di ripresentarsi, dovrebbe farci capire come "a supply side problem", generato da inefficienze corruttive, (lo diceva degli italiani, ridendo sarcasticamente) sia alla base della situazione dei tulipani "anneriti".
L'analisi potrebbe continuare: le implicazioni sono del tutto ovvie.
Non è vero, come sostengono Fortis ed altri commentatori italiani, inevitabilmente €uro-preservativi (si dice così, no?), e come insiste il Sole 24 ore, che Draghi stia reggendo la baracca della ripresa con una politica monetaria espansiva.
Ciò può sostenerlo solo un monetarista, convinto di meccanismi di trasmissione della liquidità M1, CONCESSA ESCLUSIVAMENTE AL SISTEMA BANCARIO INDEBITATO, alla economia reale.
Ma le banche beneficiarie sono debitrici, e utilizzano la liquidità per coprire le posizioni, stringere sul credito, tranne che sui grandi gruppi insolventi e super-privilegiati in quanto legati a doppio filo con le alchimie obbligazionarie della finanza: l'estinzione dei debiti estingue la circolazione monetaria, e lo stesso, indirettamente si può dire dell'investimento bancario che si limita a rinazionalizzare il debito pubblico dei rispettivi paesi, facendo carpire alle banche rendimenti sicuri e, ormai, plusvalenze, in attesa che i rimborsi gli consentano comode restituzioni (teoricamente) delle erogazioni LTRO.
Ovviamente purchè gli spread, dissuasi dalla prospettiva dei giocatori (francesi, tedeschi e inglesi) di veder crollare il giochino "Ponzi" che avevano messo su dal 2011, continuino a essere rigorosamente separatidall'economia reale.
Ma, in effetti, se fossero collegati, tanto per andare al punto, la Francia sarebbe in condizioni tali da ripetere l'estate italiana del 2011: MO' RAGASSI SCHERZSIAMO? (Dice Hollande, mutatis mutandis: che le mutande in certe situazioni di tensione occorre cambiarle).
"No se puede": se la Francia fosse sottoposta al trattamento, non dico "Grecia" (dove i prezzi degli immobili sono ridotti a 1/6 del livello pre-crisi), ma "italian-style" (però non quello che si sono comprati a mani basse, sfruttando banche rimpinguate dalla truffa Euroclear, avallata da Banque de France), L'EURO SAREBBE GIA' BELLO CHE FINITO. Shush, kaputt, "history"...E, invece, devono mantenerlo in vita affinchè il fiscal-compact possa venir applicato per bene in Italia, (LETTA": "UN PREMIO DALL'EUROPA"!!!), da un governo sempre più stabile, che ci porterà "fuori dalle secche" con CREDIBILI POLITICHE DI SVENDITA E COLONIZZAZIONE.
Condito da privatizzazioni italian way, (con advisors e gran commis che già pensano a che yacht immatricolare al registro navale UK o alle Bahamas), prezzi degli immobili, in trend inevitabile, ridotti a 1/3 del livello pre-crisi (la Grecia è difficile da battere, ma con la riforma del catasto vedrete che ci proveranno), e 200.000 tagli nel pubblico impiego in situazione recessiva (di cui 30.000 nel settore difesa: qualcosa mi dice che non gradiranno).
E' questo il meraviglioso >€uro-mondo del von Hayek per fessi!
Ormai sapete che questa pseudo-ripresa non segna affatto un'inversione di tendenza; per il semplice fatto che a determinarla, nonostante i deliri di un Olli Rehn che il Financial Times stesso riporta ormai in termini di posizione stravagante, sono stati fattori del tutto opposti alla demenza-austero-espansiva predicata dai bunkers di Bruxelles e Berlino.
Ed infatti, la Germania, vivacchia a un +0,7 che non dissimula un tendenziale annuo di 0,5, comunque inferiore al già pessimo 0,8 indotto dall'anticipato (e poi abbandonato alla chetichella), "pareggio di bilancio" di fine 2012. E vivacchia, perchè ha aumentato gli stipendi pubblici, e concesso (nella concertata supervisione statale-sindacale, ma proprio statale-sindacale), aumenti salariali contrattuali modestamente sopra l'inflazione per la prima volta in 9 anni, mentre il ritardo indotto da "competitività relativa di prezzo" sfruttata spudoratamente, ha indotto a colmare il gap accumulato nel frattempo negli investimenti. Ma anche qui, gli investimenti sono stati o comunque saranno, pensate un pò, "sbloccati" dalla spesa pubblica in infrastrutture, esattamente come predicava Keynes e come non potrà mai capire Olli.
La Francia, a sua volta, e ne abbiamo più volte parlato, ha registrato una "non-recessione" per un "prossimo allo zero" di +0,5, solo perchè NON RISPETTERA' IL RIENTRO DEL PROPRIO DEFICIT AL 4%!
Il che segna l'abbandono di fatto del fiscal compact, dato che, se non vorrà entrare in recessione, non potrà neppure nel 2014 rispettare il fatidico 3%, e quindi nel 2015 è escluso in partenza che potrà pervenire al pareggio "tecnico" allo 0,5. Dunque anche la Francia, la cui influenza a Bruxelles è determinante per continuare a imporre SOLO ALL'ITALIA, il tetto del 3% con tanto di obbligo di pareggio nel 2015. Cosa che vorrà dire che, ammesso che nel 2014 il tetto del 3% sia rispettato (in Italia, ovviamente), la manovra 2014 sarà, a dir poco, di lacrime e sangue, portando l'Italia in profondo rosso con una "triple-dip" recession, stabilmente ancorata al fiscal compact...che vale solo per l'Italia.
Tralasciamo la relativa prosperità di un'Austria, sempre più satellite della Germania (ed a cui basta poco dell'indotto di nuovi investimenti e consumi tedeschi per sollevare la propria economia "nana"), ma la cosa divertente, scusate ma non posso trattenermi, è il protrarsi della recessione olandese; rammento in un convengo a Pescara, nel 2012, la spocchia di un economista olandese, molto "politically correct", che attribuiva tutto alla corruzione italiana, la nostra debolezza nella crescita. Ora, se pure avesse la faccia di ripresentarsi, dovrebbe farci capire come "a supply side problem", generato da inefficienze corruttive, (lo diceva degli italiani, ridendo sarcasticamente) sia alla base della situazione dei tulipani "anneriti".
L'analisi potrebbe continuare: le implicazioni sono del tutto ovvie.
Non è vero, come sostengono Fortis ed altri commentatori italiani, inevitabilmente €uro-preservativi (si dice così, no?), e come insiste il Sole 24 ore, che Draghi stia reggendo la baracca della ripresa con una politica monetaria espansiva.
Ciò può sostenerlo solo un monetarista, convinto di meccanismi di trasmissione della liquidità M1, CONCESSA ESCLUSIVAMENTE AL SISTEMA BANCARIO INDEBITATO, alla economia reale.
Ma le banche beneficiarie sono debitrici, e utilizzano la liquidità per coprire le posizioni, stringere sul credito, tranne che sui grandi gruppi insolventi e super-privilegiati in quanto legati a doppio filo con le alchimie obbligazionarie della finanza: l'estinzione dei debiti estingue la circolazione monetaria, e lo stesso, indirettamente si può dire dell'investimento bancario che si limita a rinazionalizzare il debito pubblico dei rispettivi paesi, facendo carpire alle banche rendimenti sicuri e, ormai, plusvalenze, in attesa che i rimborsi gli consentano comode restituzioni (teoricamente) delle erogazioni LTRO.
Ovviamente purchè gli spread, dissuasi dalla prospettiva dei giocatori (francesi, tedeschi e inglesi) di veder crollare il giochino "Ponzi" che avevano messo su dal 2011, continuino a essere rigorosamente separatidall'economia reale.
Ma, in effetti, se fossero collegati, tanto per andare al punto, la Francia sarebbe in condizioni tali da ripetere l'estate italiana del 2011: MO' RAGASSI SCHERZSIAMO? (Dice Hollande, mutatis mutandis: che le mutande in certe situazioni di tensione occorre cambiarle).
"No se puede": se la Francia fosse sottoposta al trattamento, non dico "Grecia" (dove i prezzi degli immobili sono ridotti a 1/6 del livello pre-crisi), ma "italian-style" (però non quello che si sono comprati a mani basse, sfruttando banche rimpinguate dalla truffa Euroclear, avallata da Banque de France), L'EURO SAREBBE GIA' BELLO CHE FINITO. Shush, kaputt, "history"...E, invece, devono mantenerlo in vita affinchè il fiscal-compact possa venir applicato per bene in Italia, (LETTA": "UN PREMIO DALL'EUROPA"!!!), da un governo sempre più stabile, che ci porterà "fuori dalle secche" con CREDIBILI POLITICHE DI SVENDITA E COLONIZZAZIONE.
Condito da privatizzazioni italian way, (con advisors e gran commis che già pensano a che yacht immatricolare al registro navale UK o alle Bahamas), prezzi degli immobili, in trend inevitabile, ridotti a 1/3 del livello pre-crisi (la Grecia è difficile da battere, ma con la riforma del catasto vedrete che ci proveranno), e 200.000 tagli nel pubblico impiego in situazione recessiva (di cui 30.000 nel settore difesa: qualcosa mi dice che non gradiranno).
E' questo il meraviglioso >€uro-mondo del von Hayek per fessi!