Avrei voluto parlarvi dei fondi "europei" (di cui abbiamo trattato a un certo punto qui) e dei sistemi per cui NON si riesce a spenderli; principalmente a causa del modo in cui, a seguito della geniale riforma del Titolo V della Costituzione, le competenze sono suddivise e cristallizzate tra Stato, regioni e enti locali territoriali.
Cioè, in base alla Costituzione ammodernata in nome dell'europa e che ora l'UE, che tanto tiene alla integrazione culturale, ci rimprovera, consigliandoci un sistema di monitoraggio centralizzato (!) dell'impiego dei fondi; ed invece, comunque, trattandosi di un co-finanziamento, le stesse norme UEM su deficit e fiscal compact ci impediscono comunque impegni ben programmati e organici.
Proprio perchè non ce li possiamo permettere, altrimenti loro - per questi soldi che ci restituiscono, con qualcosa di meno, il nostro contributo, finanziato con emissione di debito pubblico- ci dicono che non rispettiamo i parametri.
Ma ve ne parlerò per bene un'altra volta. Le occasioni non mancheranno.
Adesso vi anticipo solo che la struttura del nuovo Titolo V (federalismo €uropeo all'italiana, ossimoro internazionalista-leghista), tra conferenze Stato-regioni, ridda di competenze esclusive e concorrenti di Stato e regioni, procedimenti multilivello e stratificati, con partecipazioni procedimentali complicatissime e istruttorie tecnicissime e regolarmente incomplete, sia alla base della ingovernabile osservanza delle norme €uro-recepite e dei loro corollari.
Dando luogo al contenzioso che Prodi stigmatizza come "inutile", ripreso ormai da una valanga di epigoni anche di minor cultura (dal punto di vista dei titoli di studio).
Oppure avrei voluto parlarvi di come ci sia ancora chi crede che la Germania sia la "locomotiva d'Europa", probabilmente perchè non legge ciò che viene pubblicato sul suo stesso giornale on line ("Così la Germania farà schiantare l'Europa e l'Italia": ma trarne le conseguenze tutti i "raffinati" politologi e i "ferrati" economisti "vocianti" una volta per tutte?).
E infine collegare i due temi: sapendo che in "apicibus" c'è un tratto comune. Un liberismo sfrenato che ritiene che la piena concorrenza non sia ottenuta nel combattere i monopoli, bensì...lo Stato, dissolvendolo nella "dispersione" della sovranità in sede "internazionalista".
Bella, pacifista (...?), moderna e rigorosamente cosmetica.
E non pensate che l'euroburocrazia, la normativa parossistica di derivazione UE e la supertassazione derivata dai "rientri" nel deficit (ormai ventennali), non siano in precisa correlazione con la lotta alla sovranità: in effetti, al culmine di una strategia inesorabile, ormai la "gente" invoca la riduzione della spesa pubblica (con servizi e funzioni ridotti all'osso), pur di avere gli sperati sgravi fiscali. Presi dalla disperazione molti invocano la "soluzione finale"...per finire di soffrire.
Ma ci pensate che in due parole abbiamo messo nero su bianco l'essenziale di una serie di puntate future di Ballarò, nel vagheggiato dopo-elezioni dei crukken-lokomotiv?
Cioè, in base alla Costituzione ammodernata in nome dell'europa e che ora l'UE, che tanto tiene alla integrazione culturale, ci rimprovera, consigliandoci un sistema di monitoraggio centralizzato (!) dell'impiego dei fondi; ed invece, comunque, trattandosi di un co-finanziamento, le stesse norme UEM su deficit e fiscal compact ci impediscono comunque impegni ben programmati e organici.
Proprio perchè non ce li possiamo permettere, altrimenti loro - per questi soldi che ci restituiscono, con qualcosa di meno, il nostro contributo, finanziato con emissione di debito pubblico- ci dicono che non rispettiamo i parametri.
Ma ve ne parlerò per bene un'altra volta. Le occasioni non mancheranno.
Adesso vi anticipo solo che la struttura del nuovo Titolo V (federalismo €uropeo all'italiana, ossimoro internazionalista-leghista), tra conferenze Stato-regioni, ridda di competenze esclusive e concorrenti di Stato e regioni, procedimenti multilivello e stratificati, con partecipazioni procedimentali complicatissime e istruttorie tecnicissime e regolarmente incomplete, sia alla base della ingovernabile osservanza delle norme €uro-recepite e dei loro corollari.
Dando luogo al contenzioso che Prodi stigmatizza come "inutile", ripreso ormai da una valanga di epigoni anche di minor cultura (dal punto di vista dei titoli di studio).
Oppure avrei voluto parlarvi di come ci sia ancora chi crede che la Germania sia la "locomotiva d'Europa", probabilmente perchè non legge ciò che viene pubblicato sul suo stesso giornale on line ("Così la Germania farà schiantare l'Europa e l'Italia": ma trarne le conseguenze tutti i "raffinati" politologi e i "ferrati" economisti "vocianti" una volta per tutte?).
E infine collegare i due temi: sapendo che in "apicibus" c'è un tratto comune. Un liberismo sfrenato che ritiene che la piena concorrenza non sia ottenuta nel combattere i monopoli, bensì...lo Stato, dissolvendolo nella "dispersione" della sovranità in sede "internazionalista".
Bella, pacifista (...?), moderna e rigorosamente cosmetica.
E non pensate che l'euroburocrazia, la normativa parossistica di derivazione UE e la supertassazione derivata dai "rientri" nel deficit (ormai ventennali), non siano in precisa correlazione con la lotta alla sovranità: in effetti, al culmine di una strategia inesorabile, ormai la "gente" invoca la riduzione della spesa pubblica (con servizi e funzioni ridotti all'osso), pur di avere gli sperati sgravi fiscali. Presi dalla disperazione molti invocano la "soluzione finale"...per finire di soffrire.
Ma ci pensate che in due parole abbiamo messo nero su bianco l'essenziale di una serie di puntate future di Ballarò, nel vagheggiato dopo-elezioni dei crukken-lokomotiv?