E dopo dice che si astengono sempre quando c'è da stare a fianco agli USA:
E si capisce dunque molto bene come la Merkel sia "pessimista" sul raggiungimento di un accordo sulla questione Siria, dichiarando che, in ogni modo, la Germania è contraria ad ogni intervento militare; tanto più che, alla luce di quanto sopra, in margine al G20, Putin e Xi abbiano dichiarato che, presi come sono dalla conclusione di svariati contratti di fornitura di gas dalla Gazprom (38 miliardi di metri cubi all'anno), Novatek (3 milioni di tonnellate all'anno) e altre quisquilie, "non hanno avuto tempo per parlare della crisi siriana". E intanto la Cina si rende più autonoma dalle forniture di Arabia Saudita e Qatar (e molto più "vicina" alla Russia).
Più tardi, da un lato, Putin dichiara che una nuova crisi finanziaria è un rischio incombente, data specialmente la persistente situazione di debolezza UEM, ma pure propone la modifica all'agenda del G20 per affrontare la crisi siriana stessa, mentre la Cina, comunque, si dice contraria ad ogni forma di intervento militare (e te credo!).
Ora: Merkel (con transiberiana, transmanciuriana, transmongolica)+ interscambio Cina+ Putin+ Gazprom+ posizione sulla Siria=...Stati Uniti d'Europa? (con disimpegno USA dalla Germania e "riarmo" tutti insieme degli europei???).
Solo Saccomanni, vede tutto rosa (Italia in ripresa), e Letta pure (!) ma sanno benissimo che finanziare nuove missioni militar-umanitarie non è proprio aria.
Mister Obama, questo G20 rischia di trasformarsi in un disastro: sveglia!
"La rigidità che contraddistingue il rapporto che Berlino ha instaurato con l’Europa mal si concilia, tuttavia, con il dinamismo attraverso cui la Germania sta avvicinandosi a Cina, Russia ed India, che rappresentano i pilastri del BRICS. La visita di Angela Merkel a Nuova Delhi nel maggio 2011 corona la collaborazione con l’India, soprattutto per quanto concerne il campo dell’alta tecnologia. L’interscambio tra Germania e Cina nel 2011 tocca i 144 miliardi di dollari ed è destinato a raddoppiare entro il 2015, quando si stima che raggiungerà i 280 miliardi. Queste cifre permetteranno ai tedeschi di assestarsi in cima alla classifica dei paesi esportatori verso la Cina, surclassando gli Stati Uniti, e a Berlino di stringere ulteriormente il rapporto strategico con Pechino. Nell’aprile 2012, il primo ministro cinese Wen Jibao si reca a Wolfsburg allo scopo di siglare un accordo che prevede l’installazione di una nuova fabbrica della Volkswagen nella regione dello Xinjiang. Si prevede che ciò attenuerà l’alto tasso di disoccupazione locale, che finora ha contribuito primariamente ad alimentare le pulsioni centrifughe delle popolazioni indigene.
Questa intensificazione dei rapporti con la Cina costituisce la parte integrante e maggioritaria di un processo che prevede il riposizionamento dell’economia tedesca in direzione dei mercati emergenti. Secondo un rapporto redatto dall’European Council on Foreign Relations, «La Germania è portata a considerare se stessa come una forza credibile in un mondo multipolare, il che alimenta a sua volta l’ambizione di divenire “globale” con le sue forze».
Il maestoso incremento dell’interscambio con la Cina è tuttavia dovuto al ruolo svolto dalla Russia, con la quale la Germania è legata da una cruciale alleanza strategica. Oltre alla realizzazione del gasdotto Nord Stream – che permette al metano russo di confluire verso i terminali di Greifswald, alimentando la crescita economica tedesca – e alle 6.000 imprese tedesche che operano in territorio russo, va evidenziato l’allestimento di una linea ferroviaria moderna capace di trasportare 400.000 tonnellate di merci dalla Cina alla Germania grazie a un accordo raggiunto tra le ferrovie tedesche (Deutsche Bahn) e quelle russe (Rossiyskie Zheleznye Dorogi).
Si tratta di un successo fondamentale, che garantisce cruciali prospettive strategiche. Il fine ultimo dell’accordo è rappresentato dalla nascita dalla società mista Eurasia Rail Logistics, attraverso cui le ferrovie tedesche sono chiamate ad occuparsi dell’ammodernamento delle linee russe, fornendo servizi di ingegneria tecnica – sussidiati ad aziende come la Siemens – allo scopo di sostituire migliaia di km di vecchi binari con nuovi percorsi ad alta velocità. Ciò riguarda principalmente la Transiberiana – il ponte eurasiatico per antonomasia –, la cui costruzione – cominciata nel 1890 ed ultimata 1916 – è dovuta alla volontà del grande premier russo Segej Witte, che intendeva collegare lo sterminato spazio territoriale coperto dall’impero russo. La Transiberiana, con oltre 9.000 km di tragitto, rimane la più lunga linea ferroviaria al mondo. Essa allaccia il porto russo di Vladivostok a Mosca.
Il tratto che congiunge Mosca al porto olandese di Rotterdam – allungando di altri 3.000 km circa il tragitto – venne costruito in seguito. I problemi di manutenzione e la ridotta velocità massima avevano limitato notevolmente le potenzialità di questo colossale corridoio eurasiatico, ma l’intervento della Deutsche Bahn rovescia drasticamente la situazione. L’ammodernamento delle strutture della Transiberiana da parte delle ferrovie tedesche fa sì che, nel gennaio 2008, il servizio di trasporto ferroviario merci Pechino-Amburgo Container Express – che si aggancia alla Transiberiana presso lo snodo russo di Ulan Ude – giunga a destinazione nell’arco di appena 15 giorni (il trasporto via mare richiede il doppio del tempo come minimo), dopo aver percorso oltre 10.000 km transitando per Mongolia, Russia, Bielorussia e Polonia.
In tal modo, la Russia ha modo di ammodernare le proprie vie di comunicazione strategiche, apprendere dai tedeschi come costruire ferrovie ad alta velocità con traffico gestito da computers e di rivendere la tecnologia tedesca ai paesi asiatici, come Iran ed India.
La Germania ha invece ottenuto l’accesso diretto, attraverso l’immenso territorio russo, alla Cina. La Deutsche Bahn, attraverso questa portentosa espansione ad est, potrà diffondere all’intera Eurasia gli standard stabiliti dall’Unione Europea contenuti nel Trans-European Transport Network (TEN), il progetto volto a favorire i traffici europei verso l’Estremo Oriente e, sulla rotta di ritorno, trasportare carichi di materie prima alle industrie europee. Il TEN – che prevede stanziamenti per 400 miliardi di euro – non prevede solo la costruzione di ferrovie, ma intende agevolare la realizzazione di strade e altri “corridoi transcontinentali”.
La Germania cerca quindi di ritagliarsi il proprio lebensraum (lo “spazio vitale”, concetto elaborato dal geopolitico tedesco Karl Ernst Haushofer prima che se ne impossessassero indebitamente i nazisti) ripristinando il drang nach osten, (la “spinta verso est”) attraverso una serie di corridoi strategici che solcano la rotta ovest-est. E’ sufficiente un’occhiata alla mappa geografica per constatare che la “spinta verso est” rappresenta la naturale inclinazione tedesca. Essa è capace di far ricadere enormi benefici, sia politici che economici, su tutti gli Stati coinvolti poiché accelera l’ineluttabile integrazione fra la Russia ricca di materia prime e la Germania, che dispone di un poderoso comparto industriale e di un invidiabile know-how tecnologico.
Proprio per impedire la nascita di questo formidabile blocco economico integrato – che avrebbe assicurato l’egemonia russo-tedesca sull’intera Eurasia –, gli Stati Uniti sferrarono l’attacco alla Serbia di Slobodan Milosevic. Nel 1999, i primi bersagli distrutti dai bombardieri NATO furono i ponti sul Danubio e sulla Sava, poiché l’obiettivo fondamentale era quello di in sbarrare la strada al traffico fluviale tedesco (come illustrato in precedenza) verso il sud-est europeo"
E si capisce dunque molto bene come la Merkel sia "pessimista" sul raggiungimento di un accordo sulla questione Siria, dichiarando che, in ogni modo, la Germania è contraria ad ogni intervento militare; tanto più che, alla luce di quanto sopra, in margine al G20, Putin e Xi abbiano dichiarato che, presi come sono dalla conclusione di svariati contratti di fornitura di gas dalla Gazprom (38 miliardi di metri cubi all'anno), Novatek (3 milioni di tonnellate all'anno) e altre quisquilie, "non hanno avuto tempo per parlare della crisi siriana". E intanto la Cina si rende più autonoma dalle forniture di Arabia Saudita e Qatar (e molto più "vicina" alla Russia).
Più tardi, da un lato, Putin dichiara che una nuova crisi finanziaria è un rischio incombente, data specialmente la persistente situazione di debolezza UEM, ma pure propone la modifica all'agenda del G20 per affrontare la crisi siriana stessa, mentre la Cina, comunque, si dice contraria ad ogni forma di intervento militare (e te credo!).
Ora: Merkel (con transiberiana, transmanciuriana, transmongolica)+ interscambio Cina+ Putin+ Gazprom+ posizione sulla Siria=...Stati Uniti d'Europa? (con disimpegno USA dalla Germania e "riarmo" tutti insieme degli europei???).
Solo Saccomanni, vede tutto rosa (Italia in ripresa), e Letta pure (!) ma sanno benissimo che finanziare nuove missioni militar-umanitarie non è proprio aria.
Mister Obama, questo G20 rischia di trasformarsi in un disastro: sveglia!