Le analisi a caldo si sprecano, ma alla fine non si può che prendere atto di quello che si era sempre saputo: nulla cambia. Qualcuno agita un futuro ancora più nero, per una presunta ulteriore "stretta" della Merkel sull'austerità. E anche per la questione della sentenza della corte costituzionale tedesca sulla OMT di Draghi (mai attivata), della cui (il)legittimità, in chiave di rispetto delle competenze giurisdizionali riservate dal trattato UE alla Corte di giustizia europea, c'è da dubitare.
Mentre, sul piano della coerenza giuridica, una sentenza contraria dovrebbe indurre la Germania a dichiarare costituzionalmente illegittima la norma interna che ai trattati dà esecuzione (sancendo lo svincolo tedesco dal sistema della moneta unica). Ovvero, non volendo arrivare a questa conclusione (non gli conviene, per i loro conticini Target-2) a proporre un successivo ricorso alla stessa CGE; ricorso che la Germania poteva ben fare subito, ma che il governo tedesco, in posizione difensiva nel giudizio davanti alla Corte costituzionale, si vedrebbe costretto a intraprendere. Quindi, in teoria, la sentenza non sarebbe "decisiva", ma per i mercati risulterebbe un via libera.
Ieri sera intanto, su Rai-1, si è svolto un interessantissimo dibattito a commento delle elezioni: c'era un giornalista tedesco, di cui francamente non ricordo il nome, che, in stato di sovraeccitazione, ha vomitato addosso agli esponenti del governo italiano, Quagliariello e Fassina, una serie di accuse che dimostravano eloquentemente il peggior luogocomunismo di chi non ha capito nulla, e nulla vuole capire, delle ragioni della crisi attuale.
Con una certa "ondata di gelo" nei suoi interlocutori, ha rammentato che l'Italia è ben lontana dal poter rispettare il fiscal compact a partire dal fatidico 2014: 'sta cosa pare dimenticata, ma è sempre lì. Dalla fine del prossimo anno dovremmo cominciare a buttare giù il debito del 3% circa, all'anno, ed a registrare il "pareggio di bilancio" (tecnico, al netto del ciclo: fate un pò come vi pare. Ma, se si esclude l'esistenza del moltiplicatore fiscale, le manovre saranno comunque tarate su quell'obiettivo, mentre se si ammetterre il moltiplicatore, non avremmo semplicemente aderito al fiscal compact).
Insomma, il PUD€ si è sentito dire (ritraducendo in pratica ciò che la vox germanicorum gli sbatteva in faccia) che, in prospettiva, non ci sarebbe stato modo di evitare il "commissariamento" prossimo venturo da two packs e che la Germania era persino riluttante a intraprendere il "grande aiuto", stile Grecia; che insomma al limite, ci faceva un piacere.
Un crudo assaggio della brutale realtà in cui si ostinano a volerci soggiogare.
A un certo punto, se ne è uscito col dire "voi italiani non avete fatto nulla per uscire dalla crisi, avete 180 miliardi di evasione fiscale e venite a chiedere a noi..."
Al che persino Fassina ha replicato "chiedere a voi cosa?", rammentando che l'Italia ha contribuito con 30 miliardi ai fondi di salvataggio europeo.
Poteva aggiungere che in realtà, calcolando le contribuzioni ai salvataggi dei debitori tedeschi (Grecia e Spagna in testa), l'onere italiano era in realtà superiore, di circa 48 miliardi. E poteva ricordare che non solo non abbiamo mai ricevuto nulla, non solo che per contribuzione pro-capite l'Italia paga all'Europa più della Germania, - senza fare tutti i piagnistei aggressivi-passivi (...per ora), dei tedeschi-, ma che la recessione è stata esclusivamente provocata dall'adeguamento ai diktat tedeschi, trasmessi dalla solerte BCE e dai galoppini Commissione-Eurogruppo.
E poteva anche ricordargli che l'Italia ha il secondo miglior deficit in Europa, avendo per di più aumentato il debito su PIL, in condizioni di recessione, meno di tutti gli altri paesi UEM (compresa la Germania, ove si includesse, oltre all'81% "ufficiale", il 17,4% della posizione obbligazionaria della KFW, così come facciamo noi con la Cassa Depositi e Prestiti).
Fassina ha ricordato peraltro che la situazione di crisi è comune a tutta l'Europa e che se si continua in questo modo il "sistema salta".
La cosa, "stranamente", ha zittito per un attimo il tedesco infoiato nella sua predica: forse è rimasto sorpreso che potesse esistere in Italia l'idea, ancorchè "larvale", che non sia propriamente un privilegio (e un guadagno) stare in un'unione monetaria con gente come lui.
E il giornalista infoiato ha avuto un rapido baluginare (purtroppo fuggevole) della cruda realtà che potrebbe spettare alla infinita arroganza sua...e della Merkel.
Sull'evasione, poi, Quagliariello ha balbettato che occorre "contestualizzare" e che molte misure graduali erano state adottate: mentre invece, poteva semplicemente dire che nel paese di grandi dimensioni soggetto alla pressione fiscale più alta in Europa, la crisi non era certo dovuta all'evasione fiscale, dato che, tra l'altro, in percentuale al PIL, la Germania era seconda, proprio dopo l'Italia, nel sommerso e nell'evasione fiscale stessa.
Ma la violenza dell'aggressione del tedesco è stata alquanto eloquente: diamo per scontato che mai si sarebbe permesso di fare altrettano in una trasmissione televisiva in Francia, dove il deficit al 4% del PIL consegue a valori da anni ancora superiori e il debito aumenta vertigisonamente (e l'evasione fiscale è pur sempre a un rispettabile 15% del PIL per 120 miliardi).
Quello che invece è emerso è che il PUD€, "l'è lu", stavolta, a non avere più scampo.
I toni, il pressappochismo, l'arroganza del tedesco davano la misura di come probabilmente si svolgono le conversazioni nei vertici politici UEM: con la simmetrica incapacità di dire veramente come stanno le cose da parte dell'interlocutore italiano.
Vi dirò, nonostante tutto si tinga di "nero", in questi ultimi mesi, il 25 luglio appare sempre più vicino, e l'8 settembre pure. Ma chissà stavolta chi sbarcherà in Sicilia. Forse solo un rigurgito di dignità. E di democrazia.
Mentre, sul piano della coerenza giuridica, una sentenza contraria dovrebbe indurre la Germania a dichiarare costituzionalmente illegittima la norma interna che ai trattati dà esecuzione (sancendo lo svincolo tedesco dal sistema della moneta unica). Ovvero, non volendo arrivare a questa conclusione (non gli conviene, per i loro conticini Target-2) a proporre un successivo ricorso alla stessa CGE; ricorso che la Germania poteva ben fare subito, ma che il governo tedesco, in posizione difensiva nel giudizio davanti alla Corte costituzionale, si vedrebbe costretto a intraprendere. Quindi, in teoria, la sentenza non sarebbe "decisiva", ma per i mercati risulterebbe un via libera.
Ieri sera intanto, su Rai-1, si è svolto un interessantissimo dibattito a commento delle elezioni: c'era un giornalista tedesco, di cui francamente non ricordo il nome, che, in stato di sovraeccitazione, ha vomitato addosso agli esponenti del governo italiano, Quagliariello e Fassina, una serie di accuse che dimostravano eloquentemente il peggior luogocomunismo di chi non ha capito nulla, e nulla vuole capire, delle ragioni della crisi attuale.
Con una certa "ondata di gelo" nei suoi interlocutori, ha rammentato che l'Italia è ben lontana dal poter rispettare il fiscal compact a partire dal fatidico 2014: 'sta cosa pare dimenticata, ma è sempre lì. Dalla fine del prossimo anno dovremmo cominciare a buttare giù il debito del 3% circa, all'anno, ed a registrare il "pareggio di bilancio" (tecnico, al netto del ciclo: fate un pò come vi pare. Ma, se si esclude l'esistenza del moltiplicatore fiscale, le manovre saranno comunque tarate su quell'obiettivo, mentre se si ammetterre il moltiplicatore, non avremmo semplicemente aderito al fiscal compact).
Insomma, il PUD€ si è sentito dire (ritraducendo in pratica ciò che la vox germanicorum gli sbatteva in faccia) che, in prospettiva, non ci sarebbe stato modo di evitare il "commissariamento" prossimo venturo da two packs e che la Germania era persino riluttante a intraprendere il "grande aiuto", stile Grecia; che insomma al limite, ci faceva un piacere.
Un crudo assaggio della brutale realtà in cui si ostinano a volerci soggiogare.
A un certo punto, se ne è uscito col dire "voi italiani non avete fatto nulla per uscire dalla crisi, avete 180 miliardi di evasione fiscale e venite a chiedere a noi..."
Al che persino Fassina ha replicato "chiedere a voi cosa?", rammentando che l'Italia ha contribuito con 30 miliardi ai fondi di salvataggio europeo.
Poteva aggiungere che in realtà, calcolando le contribuzioni ai salvataggi dei debitori tedeschi (Grecia e Spagna in testa), l'onere italiano era in realtà superiore, di circa 48 miliardi. E poteva ricordare che non solo non abbiamo mai ricevuto nulla, non solo che per contribuzione pro-capite l'Italia paga all'Europa più della Germania, - senza fare tutti i piagnistei aggressivi-passivi (...per ora), dei tedeschi-, ma che la recessione è stata esclusivamente provocata dall'adeguamento ai diktat tedeschi, trasmessi dalla solerte BCE e dai galoppini Commissione-Eurogruppo.
E poteva anche ricordargli che l'Italia ha il secondo miglior deficit in Europa, avendo per di più aumentato il debito su PIL, in condizioni di recessione, meno di tutti gli altri paesi UEM (compresa la Germania, ove si includesse, oltre all'81% "ufficiale", il 17,4% della posizione obbligazionaria della KFW, così come facciamo noi con la Cassa Depositi e Prestiti).
Fassina ha ricordato peraltro che la situazione di crisi è comune a tutta l'Europa e che se si continua in questo modo il "sistema salta".
La cosa, "stranamente", ha zittito per un attimo il tedesco infoiato nella sua predica: forse è rimasto sorpreso che potesse esistere in Italia l'idea, ancorchè "larvale", che non sia propriamente un privilegio (e un guadagno) stare in un'unione monetaria con gente come lui.
E il giornalista infoiato ha avuto un rapido baluginare (purtroppo fuggevole) della cruda realtà che potrebbe spettare alla infinita arroganza sua...e della Merkel.
Sull'evasione, poi, Quagliariello ha balbettato che occorre "contestualizzare" e che molte misure graduali erano state adottate: mentre invece, poteva semplicemente dire che nel paese di grandi dimensioni soggetto alla pressione fiscale più alta in Europa, la crisi non era certo dovuta all'evasione fiscale, dato che, tra l'altro, in percentuale al PIL, la Germania era seconda, proprio dopo l'Italia, nel sommerso e nell'evasione fiscale stessa.
Ma la violenza dell'aggressione del tedesco è stata alquanto eloquente: diamo per scontato che mai si sarebbe permesso di fare altrettano in una trasmissione televisiva in Francia, dove il deficit al 4% del PIL consegue a valori da anni ancora superiori e il debito aumenta vertigisonamente (e l'evasione fiscale è pur sempre a un rispettabile 15% del PIL per 120 miliardi).
Quello che invece è emerso è che il PUD€, "l'è lu", stavolta, a non avere più scampo.
I toni, il pressappochismo, l'arroganza del tedesco davano la misura di come probabilmente si svolgono le conversazioni nei vertici politici UEM: con la simmetrica incapacità di dire veramente come stanno le cose da parte dell'interlocutore italiano.
Vi dirò, nonostante tutto si tinga di "nero", in questi ultimi mesi, il 25 luglio appare sempre più vicino, e l'8 settembre pure. Ma chissà stavolta chi sbarcherà in Sicilia. Forse solo un rigurgito di dignità. E di democrazia.