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ELEZIONE PRESIDENZIALE. CONGETTURE, MUTMASSUNGEN, EIKASIES (εικασίες)- 1

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1. E' troppo presto per fare valutazioni definitive, o comunque attendibili, sulle questioni più scottanti e attuali che si compongono sullo scenario della crisi infinita di questa €uropa ormai ingestibile e inqualificabile, se non rilevando la "logica elementare" in caduta libera.
Secondo un'avanzata visione della attitudine cognitiva umana (fenomenologia di Husserl, ermeneutica di Gadamer, e prima ancora, l'intuizione centrale della "intenzionalità" di Brentano), la percezione della realtà è, per definizione, un'interpretazione selettiva di dati sensibili, un'elaborazione inevitabilmente "scremata", dall'interezza degli elementi che attingono le nostre capacità percettivo-sensoriali, e di organizzazione "intenzionale" nella stessa costruzione della "visione". 
Si può dire che la realtà è una "descrizione", che tiene insieme una rappresentazione visiva (esterna e "interna" al percettore) che "intenta" sinteticamente i fenomeni (ciò accadrebbe per una naturale predisposizione degli individui a coesistere socialmente, in modo da garantire la stessa sopravvivenza). 
Quando poi si affronta la previsione degli sviluppi futuri di questa realtà percettiva si finisce inevitabilmente e consapevolmente nella ulteriore selezione dinamica dei dati della "rappresentazione".
In sostanza, la realtà si compone, in diverse graduazioni, sia immediate che proiettate nel futuro, di CONGETTURE.
Anche di fronte all'urgenza di "prendere posizione", tipica della visione materiale degli interessi in gioco che fa capo alla politica, alla economia politica, alla composizione delle forze sociali in cui ci sentiamo individualmente coinvolti, non possiamo altro che formulare delle congetture: più o meno oneste, più o meno arricchite di prudenza empirica (exbona fide) e capacità di intuizione teorica (cioè la logica non procede senza intuizione, divenendo altrimenti un'attitudine paralizzante).
In un secondo momento, vedremo come connotare di empirismo e di cornice teorico-intuitiva le situazioni che oggi appaiono le più importanti e apportatrici di sviluppi significativi.
Ora mi limito a fare delle congetture, lasciando spazio ad una selezione intuitiva prevalente.

2. Cominciamo dalla "domestica" questione dell'elezione del Presidente dalla Repubblica
Dico subito che la mia personale conoscenza, professionale e umana, con il Pres.Mattarella, mi porta a una considerazione positiva. 
Potrei soltanto dire, nei limiti della mia fallibilità intuitiva, che la persona ha delle grandi qualità - in Italia raramente considerate un vantaggio-, che lo distinguono platealmente, in meglio, non solo dall'attuale "media" della classe politica, ma che, anche in passato, lo ponevano su un piano di distinzione dalla "media" della sua stessa generazione politica.
Senza dilungarmi, posso dire che a me è sempre parso (nella situazione in cui ci siamo trovati a lavorare fianco a fianco) una persona altamente preparata ed equilibrata, al punto da essere indotti a superare immediatamente ogni diffidenza, mentre la sua autentica signorilità è una rarità rimarchevole sul piano umano per l'intero standard sociale italiano.

3. Sul piano degli "auspici" significativi (che in tempi antichi erano particolarmente tenuti da conto), mi limito a segnalare due cose. 
Anzitutto, la sua prima dichiarazione successiva alla elezione
Grazie, il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E’ sufficiente questo”. 
Non può sfuggire la dosata sintesi di un pensiero rivolto solo e soltanto a chi Mattarella presceglie come punto di riferimento del suo "servizio": lo stesso popolo e il suo evidente stato d'animo, riassunto al di là di qualsiasi altro riferimento e senza la traccia di una retorica delle istituzioni che, oggi, dopo recenti esperienze, - in cui è parsa essere un espediente propagandistico funzionale a tacitare la rivolta della coscienza popolare (tra l'altro, incredibilmente, riuscendovi)-, è vissuta come priva di qualunque senso sostanziale e ormai quasi irridente.

4. Poi la sua visita, poco dopo, alle Fosse Ardeatine. Quanto detto in questa occasione è riassumibile in ciò: 
"L'alleanza tra Nazioni e popoli- ha detto - seppe battere l'odio nazista, razzista, antisemita e totalitario di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in Europa e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore". Mentre si allontana dalla foresteria viene intercettato dall'inviato di Ballarò. "E' felice?", è la domanda. "Non si tratta di questo", risponde il neopresidente. 
Ora chi ci vuol vedere una posizione di acritico endorsement "€uropeista", dovrebbe andare a vedersi le dichiarazioni di ben altri massimi (e medi) rappresentanti delle Istituzioni italiane e fare un confronto (ad es; con certe dichiarazioni di Napolitano). 
Il mutamento, per ora, è evidente: si parla di "alleanza tra Nazioni e popoli" che, di questi tempi (e considerato l'elettorato che ha investito l'attuale Presidente), risulta un richiamo all'art.11 Cost. che sottintende, con una chiarezza senza precedenti, lo spirito vero della Carta Suprema (vi invito a rileggervi il post e a confrontarlo con le parole scelte da Mattarella)...
E certamente Mattarella era parte del Collegio della Corte costituzionale che ha emesso la sentenza che ribadisce i "controlimiti"invalicabili posti dalla nostra Costituzione alla Unione europea.
E comunque, ha scelto le Fosse Ardeatine per parlare di terrorismo, come un inequivocabile richiamo alla capacità propagatrice di odio di una "certa vena" che esprime il popolo tedesco. Non mi pare affatto un esordio che porti l'indizio di asservimento agli interessi dell'europa industrial-bancaria a trazione germanica, che veniva sistematicamente "dimenticata" nelle dichiarazioni di Napolitano.

5. Ma la cosa che più riassume la mia "sensazione" su questa nuova Presidenza, l'ha detta Buttiglione che rammentato un episodio "colorito" alla fine della corsa della Balena Bianca ("...Era il 1995 e Buttiglione si impadronì di Piazza del Gesù con l’obiettivo di traghettare quello che rimaneva della Dc nei sicuri porti berlusconiani. Dismesso l’abito grigio Mattarella, insieme ad una infuocata Rosi Bindi, gli urlò “fascista, fascista, fascista”, tre volte, per sovrappeso lo definì “el general golpista Roquito Buttiglione”. Rocco non si scompose, fece quello che doveva fare, e per vendetta staccò luce, gas e telefoni agli altri occupanti abusivi di quello che fu il quartier generale dei democristiani), ci dice poi qualcosa d'altro.
Questo qualcos'altro  che mi pare uno dei punti più salienti, dato che la mia sensazione è che un sistema di potere come quello attuale, affetto da nuovismo e sondaggismo "praticone", sia in realtà molto più difettoso e meno abile di quanto, - sentendosi forte per appoggi d'Oltreoceano percepiti come personalizzati (ma ben più mutevoli di quanto non credano)-, non venga accreditato dalla grancassa mediatica acclamante. 
Buttiglione infatti conclude: “Sarà un buon presidente– dice il filosofo – ma Renzi non lo conosce bene". 
Come dire: non si è reso conto fino in fondo della scelta operata (e la dichiarazione "potrà anche dire dei no", non pare renderci un presidente del Consiglio perfettamente consapevole della posta in gioco: proprio perchè, ancor prima, non si rende conto dell'apparato di colossali squilibri costituzionali che sta creando, raccontando che "ce lo chiedono gli italiani"...)
Credo veramente che sia così: e vedremo quali conseguenze ne verranno dalle prossime scadenze in cui emergeranno gli "snodi" costituzionali sui quali il Presidente della Repubblica può svolgere un ruolo fondamentale. 

Close Examination: Fakes, Mistakes and Discoveries
Ma lì usciremo dalle congetture e faremo una "close examination", con "full disclosure", dell'anatomia di una Repubblica che, continuando come s'è fatto finora, non avrebbe speranze di essere salvata.

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