
1. Solo per dirvi questo.
Ci sono riusciti: la questione ucraina, con tutto il suo tragico balletto di ultimatum fatti o non fatti, o non fattibili, sta facendo passare nelle cronache "quasi-abitudinarie" della euro-follia la questione greca.
In Italia, poi, una morbosa attenzione sulla linea Varoufakis-Tsipras (possono psicologicamente piacere o meno, ma non è questo il punto), fa paradossalmente convergere anti-euro e pro-euro-di-lotta-e-di-governo (sempre di governo-fantoccio si tratta, però), in una sorta di tiro al piccione, di speranza di fallimento rapido e non-indolore.
Non sarà che la storia della Grecia ha degli elementi comuni con quella italiana, che potrebbero costringerci a prendere atto del fatto che la LIBERAZIONE sarebbe possibile se solo lo volessimo veramente?
2. Ma la "matematica frattalica", che vive di aggiustamenti che si autoricalcolano in continuazione tra le molte variabili solo apparentemente fuori-quadro, ha tutto sommato una sua esattezza.
Gli USA non stanno a guardare questa volta, (come invece faceva Jack Lew solo un anno e mezzo fa, quando, come ricorderà chi segue questo blog, blaterava di "riforme"...)
Obama fa una conferenza stampa di apertura con la Merkel ma non si sogna di tornare indietro rispetto alla sua posizione di qualche giorno fa. Infatti:
Grecia:Obama, serve via ritorno crescita
Presidente Usa nella conferenza stampa con Angela Merkel
conferenza stampa con Angela Merkel

(ANSA) - NEW YORK, 9 FEB - Europa ed Fmi devono trovare la via perche' la Grecia torni a crescere. Lo ha detto Barack Obama. "Aspetto di ascoltare dalla cancelliera Merkel la sua valutazione su come l'Europa e il Fmi possano lavorare insieme col nuovo governo greco per trovare il modo grazie al quale la Grecia possa tornare a una crescita sostenibile nell'Eurozona".
3. Che dire? Magari, allora, ci sarà una ragione per prendere come "attendibile" ciò che continua a ripetere Krugman.
Se non altro perchè se devi fare la faccia brutta con la Russia e costringere gli Euro-coatti a beccarsi pure praticamente tutto il danno economico (mancato export, rischi devastanti sulle forniture di gas, linee di credito alla "Ucraina democratica in libero mercato"), non potrai indurre tanto facilmente gli €uropei ad affrontare "uniti" un riarmo-con-spesa-pubblica, avendoli contemporaneamente portati alla fame.
Ed ecco, infatti, che per Krugman (domenica, ieri, sul NY Times), la questione Grecia è molto chiara. Anzi, non lascia àdito a grandi incertezze operative e, "in omaggio", ci fornisce una eloquente US-version dello stesso comportamento della BCE di Mario Draghi, non così frettolosamente "letto" come ci si è affrettato a fare in Italia:
"...Sfortunatamente, i politici tedeschi non hanno mai spiegato la matematica ai loro elettori. Invece hanno preso la "via pigra": fare i moralisti sulla irresponsabilità di chi prende a prestito, dichiarare che i debiti devono e saranno ripagati in pieno, giocando sugli stereotipi degli inaffidabili "meridionali".
E ora che l'elettorato greco ha finalmente dichiarato che non ne può più, gli esponenti del governo tedesco si limitano a ripetere le stesse battute.
Forse i tedeschi immaginano che potranno replicare gli eventi del 2010, quando la banca centrale costrinse gli irlandesi ad accettare un programma di austerità minacciandoli di tagliar fuori (dalla liquidità) il loro sistema bancario.. Ma ciò è improbabile che funzioni contro un governo che ha visto il danno portato dall'austeirtà, e che è stato eletto sulla promessa di riparare tale danno.
Inoltre, c'è ancora ragione di sperare che la BCE si rifiuterà di seguire.
Mercoledì, la banca centrale ha fatto un annunzio che suonava di severa punizione alla Grecia, ma non lo era; perchè lasciava aperto il più importante canale di supporto alle banche greche (Emergency Liquidity Assistance-ELA: non chiedete spiegazioni...).
Così è risultato essere più un richiamo a svegliarsi di qualsiasi altra cosa, e se ne può arguire che sia stato una sveglia più per la Germania che per la Grecia.
E che accadrà se i tedeschi non si svegliano?
In tal caso possiamo sperare che la BCE prenda posizione e dichiari che il suo ruolo appropriato è fare tutto quello che può per salvaguardare l'economia europea e le istituzioni democratiche - non agendo come il ricorssore dei crediti tedeschi. Come ho detto, ci stiamo rapidamente avvicinando a un momento di Verità".
Oddio, se Krugman"spera" e ha "ragione di credere" così tanto, avrà i suoi buoni motivi: di certo non è un eversivo dell'ordine religioso dei mercati finanziari! E Obama neppure, di certo!
4. Una cosa dal combinato tra l'interpretazione-predizione di Krugman e la ri-dichiarazione di Obama pro-Grecia, possiamo arguirla: i politici tedeschi non sono esattamente dei grandi strateghi e dei diplomatici eccellenti in fatto di relazioni economiche internazionali.
Di sicuro gli USA, che almeno in questo campo conducono il gioco (in Occidente...), non li considerano poi così tanto.
Una grande sorpresa per la grancassa mediatica italiana. Un fatto tanto sorprendente che probabilmente non saprà neppure coglierlo, essendo i nostri media, sostanzialmente, gli ultimi giapponesi...di Salò.
Cavolo: avere sotto gli occhi il "gotterdammerung", - per la terza volta in un secolo-, e ancora una volta, non accorgersene in tempo!
Si vede che abbiamo (hanno) più bisogno di crederli "dei" di quanto non ne abbiano loro stessi (i crucchi!).
E'la classe politica italiana, zelante nel ripercorrere lo "spirito" (malato) e gli esiti (autodistruttivi) dell'Asse, che li ha voluti rendere tanto grandi e autorevoli (i tedeschi), almeno tanto quanto abbiamo inabissato ogni tutela minima dell'interesse nazionale...chiamandola credibilità!
La matematica frattalica si sta dipanando (e Mariolone non è che sia proprio "tanto" amico dei tedeschi: in fondo la riforma del mercato del lavoro l'ha ottenuta: ah! Se l'ha ottenuta!...)
3. Che dire? Magari, allora, ci sarà una ragione per prendere come "attendibile" ciò che continua a ripetere Krugman.
Se non altro perchè se devi fare la faccia brutta con la Russia e costringere gli Euro-coatti a beccarsi pure praticamente tutto il danno economico (mancato export, rischi devastanti sulle forniture di gas, linee di credito alla "Ucraina democratica in libero mercato"), non potrai indurre tanto facilmente gli €uropei ad affrontare "uniti" un riarmo-con-spesa-pubblica, avendoli contemporaneamente portati alla fame.
Ed ecco, infatti, che per Krugman (domenica, ieri, sul NY Times), la questione Grecia è molto chiara. Anzi, non lascia àdito a grandi incertezze operative e, "in omaggio", ci fornisce una eloquente US-version dello stesso comportamento della BCE di Mario Draghi, non così frettolosamente "letto" come ci si è affrettato a fare in Italia:
"...Sfortunatamente, i politici tedeschi non hanno mai spiegato la matematica ai loro elettori. Invece hanno preso la "via pigra": fare i moralisti sulla irresponsabilità di chi prende a prestito, dichiarare che i debiti devono e saranno ripagati in pieno, giocando sugli stereotipi degli inaffidabili "meridionali".
E ora che l'elettorato greco ha finalmente dichiarato che non ne può più, gli esponenti del governo tedesco si limitano a ripetere le stesse battute.
Forse i tedeschi immaginano che potranno replicare gli eventi del 2010, quando la banca centrale costrinse gli irlandesi ad accettare un programma di austerità minacciandoli di tagliar fuori (dalla liquidità) il loro sistema bancario.. Ma ciò è improbabile che funzioni contro un governo che ha visto il danno portato dall'austeirtà, e che è stato eletto sulla promessa di riparare tale danno.
Inoltre, c'è ancora ragione di sperare che la BCE si rifiuterà di seguire.
Mercoledì, la banca centrale ha fatto un annunzio che suonava di severa punizione alla Grecia, ma non lo era; perchè lasciava aperto il più importante canale di supporto alle banche greche (Emergency Liquidity Assistance-ELA: non chiedete spiegazioni...).
Così è risultato essere più un richiamo a svegliarsi di qualsiasi altra cosa, e se ne può arguire che sia stato una sveglia più per la Germania che per la Grecia.
E che accadrà se i tedeschi non si svegliano?
In tal caso possiamo sperare che la BCE prenda posizione e dichiari che il suo ruolo appropriato è fare tutto quello che può per salvaguardare l'economia europea e le istituzioni democratiche - non agendo come il ricorssore dei crediti tedeschi. Come ho detto, ci stiamo rapidamente avvicinando a un momento di Verità".
Oddio, se Krugman"spera" e ha "ragione di credere" così tanto, avrà i suoi buoni motivi: di certo non è un eversivo dell'ordine religioso dei mercati finanziari! E Obama neppure, di certo!
4. Una cosa dal combinato tra l'interpretazione-predizione di Krugman e la ri-dichiarazione di Obama pro-Grecia, possiamo arguirla: i politici tedeschi non sono esattamente dei grandi strateghi e dei diplomatici eccellenti in fatto di relazioni economiche internazionali.
Di sicuro gli USA, che almeno in questo campo conducono il gioco (in Occidente...), non li considerano poi così tanto.
Una grande sorpresa per la grancassa mediatica italiana. Un fatto tanto sorprendente che probabilmente non saprà neppure coglierlo, essendo i nostri media, sostanzialmente, gli ultimi giapponesi...di Salò.
Cavolo: avere sotto gli occhi il "gotterdammerung", - per la terza volta in un secolo-, e ancora una volta, non accorgersene in tempo!
Si vede che abbiamo (hanno) più bisogno di crederli "dei" di quanto non ne abbiano loro stessi (i crucchi!).
E'la classe politica italiana, zelante nel ripercorrere lo "spirito" (malato) e gli esiti (autodistruttivi) dell'Asse, che li ha voluti rendere tanto grandi e autorevoli (i tedeschi), almeno tanto quanto abbiamo inabissato ogni tutela minima dell'interesse nazionale...chiamandola credibilità!
La matematica frattalica si sta dipanando (e Mariolone non è che sia proprio "tanto" amico dei tedeschi: in fondo la riforma del mercato del lavoro l'ha ottenuta: ah! Se l'ha ottenuta!...)