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ANCORA SULLA GRECIA: A COSA MIRA DRAGHI? (can Germany really turn in a pariah?)

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Facciamo un po' di "Voci dall'estero" sfruttando il link al blog di Frances Coppola offertoci da Arturo.

Frances è un'economista coi fiocchi che, come vedrete, non è solo tecnicamente sempre attenta, ma anche, rarità assoluta, conscia delle effettive regole dei trattati e della loro "ratio" nel quadro di elementari regole interpretative di buona fede. Un qualcosa che è impossibile da trovare nei vari consulenti, bancario-finanziari, italiani, specialmente se si vantano della loro "internazionalità" (con risultati controintuitivi imbarazzanti).Allora che ci dice sulla questione Draghi-Grecia-€-austerità?

 

"What on earth is the ECB up to?

(tradotto sarebbe come dire: "A cosa diavolo mira la BCE?". Neretto aggiunto da 48)

La BCE ha improvvisamente annunziato il ritiro della "esenzione" in base alla quale era predisposta ad accettare i bond sovrani greci come collaterale per l'erogazione della liquidità. Ciò ha creato una notevole tempesta via Twitter, con molta gente arrabbiata che diceva che l'azione della BCE era oltre il suo mandato e eccessivamente precipitosa: avrebbe almeno dovuto aspettare che il ministro greco delle finanze, Yanis Varoufakis, incontrasse la sua controparte tedesca, e non dovrebbe agire come se il programma di bailout fosse (già) terminato mentre i negoziati (sul punto) sono ancora in corso. Ammetto ero una di queste persone.

E rimango di questa opinione.
La BCE sta agendo ben oltre il suo mandato nel cercare di influenzare i negoziati tra membri dell'eurozona, circa i termini e le condizioni a cui gli Stati membri prestano ai loro partners più in crisi.
Non ha titolo per interferire nelle politiche fiscali: se il governo greco decide di di avere un saldo primario di 1,5 invece che del 4,5%, di alzare il salario minimo e di creare molti posti di lavoro pubblico, non sono affari della BCE.
I fallimenti delle politiche monetarie BCE sono una "legione": dovrebbe mettere ordine in casa propria, piuttosto che interferire con la gestione della politica fiscale.
E peggio, la sua insistita interferenza nelle politiche fiscali è un chiaro conflitto di interessi, come aveva notato l'Avvocato generale della Corte europea in relazione al programma OMT. 
Non dovrebbe essere affatto un membro della trojka, e certamente non dovrebbe usare i cambiamenti di politica fiscale di un governo eletto democraticamente - persino di uno che ha ereditato un'economia in frantumi con un enorme onere del debito- come giustificazione per limitare la liquidità di quel sistema bancario. La politica monetaria non dovrebbe essere usata per servire fini politici o fiscali. Mai.

OK, rant over. Ora ci ho riflettuto un po' di più. I conti non tornano del tutto.
Prima di tutto c'è la scelta del momento (timing). Il governo Syriza è stato al potere per 10 giorni (ora anche più, eravamo al 5 febbraio ndr.). Perchè aspettare fino ad ora per staccare la spina sulla "esenzione"? Potrebbe darsi che tale decisione sia stata adottata perchè c'era l'occasione della prima riunione del Consiglio dei governatori BCE.. 
Ma ciò non implica affatto che fosse un problema urgente: allora, perchè la BCE lo sta facendo ora, considerato che la scadenza del bailout non si ha fino al 28 febbraio e che la Grecia ha già chiesto tempo per accordarsi su un piano alternativo?

In secondo luogo c'è il timing. (Sì, è quello che voglio dire). Varoufakis ha incontrato il capo della BCE, Mario Draghi, il 4 febbraio e il 5 il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Nell'intervallo tra questi due meetings la BCE ha ritirato l'esenzione (cioè l'accesso del sistema greco alla liquidità BCE era in un regime derogatorio consentito da circostanze speciali nrd.). Perchè?
Beh, Schäubleè apertamente ostile alle idee di Varoufakis sulla riduzione del debito e sulla fine dell'austerity, mentre Draghi era stato finora molto "tranquillo" (sebbene il suo vice,Vitor Constancio fosse stato more forthright= franco, diretto).
Schäuble poi era senza dubbio in cerca di esplicito sostegno da parte della BCE.
Questa azione è stata intrapresa perchè il consiglio dei governatori segnalasse da che parte si stava schierando?

In terzo luogo c'è questo:


Notare la data (1° giugno 2014). Sì avete letto bene. Più di sei mesi fa, Varoufakis aveva previsto che la BCR avrebbe tentato di ritirare i fondi alle banche greche.

Naturalmente, l'azione attuale non sta (completamente) ritirando i fondi alle banche greche, poichè queste possono ancora richiedere assets presso la BCE. Ma, dall'11 febbraio, tutti i rifornimenti di fondi che usino qualsiasi forma di titolo sovrano greco, dovranno essere ottenuti dalla Banca centrale ellenica, nello schema della Emergency Liquidity Assistance (ELA). E quest'ultimo è sotto il controllo della BCE e rivisto ogni due settimane. La BCE può ritirarlo in qualsiasi momento.

Il commento di Varoufakis's è indubbiamente un riferimento al fatto che il ritiro dell'ELA dal sistema bancario greco provocherebbe il suo collasso disordinato
La BCE ha utilizzato questo trucchetto in precedenza: minacciò di ritirare l'ELA alle banche irlandesi nel 2010, e lo fece in effetti con la Banca Laiki di Cipro e la Banca di Cipro, costringendole alla immediata chiusura e ristrutturazione. Questo secondo "pezzo" di "politica del rischio calcolato" finì per essere la peggior decisione di bailout nella storia del pianeta, che fu (fortunatamente) rifiutata dal parlamento cipriota. Rendere vana l'assicurazione (pubblica) sui depositi è quasi una follia criminale.

Ma ritirare l'ELA dal sistema bancario greco avrebbe un impatto molto più vasto. I tedeschi si immaginano che l'ELA possa essere ritirata senza impatto sistemico, ma ciò non è neppure lontanamente credibile. L'impatto sarebbe minore che nel 2010, ma rimarrebbe altamente destabilizzante per il sistema finanziario globale. Aumenterebbe enormemente la reputazione di incompetenza della BCE e probabilmente porrebbe fine alle carriere dei suoi dirigenti.

Se il collasso delle banche greche accelerasse l'uscita disordinata della Grecia dall'euro, ci sarebbero significative perdite per la stessa BCE, i restanti governi dell'eurozona e probabilmente il FMI. L'impatto sulle economie UEM sarebbe devastante e manderebbe le sue onde di shock in tutto il mondo. E sarebbe stabilito un importante precedente. 
Se un membro può uscire, lo possono pure gli altri.
Come può la BCE avere una qualunque credibilità come guardiano dell'euro se viene percepita come intenta a forzarne fuori gli Stati aderenti?

Se la BCE forzasse il collasso bancario col ritiro dell'ELA, la Grecia potrebbe provare a tirare avanti malamente  dentro l'eurozona come ha fatto Cipro, adottando il controllo sui capitali per prevenirne la fuga. Ma questa sarebbe la situazione peggiore possibile per la Grecia, e pare altamente improbabile che il governo greco la consideri.
L'economia greca è già in uno stato peggiore di quella cipriota al momento del suo collasso bancario, e il sistema bancario cipriota era stato azzoppato ma non distrutto dalla ristrutturazione. Il sistema greco farebbe naufragio oltre ogni possibile risanamento.
La Grecia non avrebbe altra scelta che creare una valuta completamente nuova per reflazionare la sua economia attraverso la propria banca centrale. Ciè significherebbe abbandonare l'euro, almeno temporaneamente.
Così, come ha detto Varoufakis, la minaccia della BCE di ritirare l'ELA risulta vuota. 
I said on Twitter that I thought the ECB's action was sabre-rattling. Karl Whelan, it seems, thinks so too. "Relax, it’s no big deal. Just some muscles being flexed." he says at the start of this blogpost.

Ma chi sta cercando (veramente) di "disturbare" la BCE?Lorcan ritiene che il target sia la Grecia:

In definitiva, la mossa della BCE dovrebbe avere un effetto immediato molto piccolo sulle banche greche, purchè non ci sia una completa perdita di fiducia in tale sistema bancario nei prossimi giorni, e dovrebbe essere vista per quello che è: la BCE che fa pressione sul governo greco...

Io non credo che sia così.
Se questa fosse l'intenzione della BCE, starebbe finendo dritta nelle mani di Varoufakis. E' come se un giocatore di scacchi scegliesse deliberatamente di adottare l'esatta strategia che il suo avversario aveva scelta sei mesi prima, pubblicandola su una rivista di scacchi. Draghi è un conoscitore della teoria dei giochi quanto Varoufakis, e i due si sono incontrati prima della attuale decisione della BCE. Non è credibile che Draghi possa non intenzionalmente adottare la strategia di gioco di Varoufakis.

Charles Forelle ha osservato che la mossa della BCE non si limita a mettere pressione solo alla Grecia, ma a tutti i governi UEM.
E' possibile che questa non sia affatto una mossa oppositiva dal punto di vista greco?
Potrebbe essere che, ben lontana dal colpire la Grecia, il vero target della mossa BCE sia la Germania?  
Da un bel po' di tempo è evidente che Draghi non è un fan della posizione "austerità per sempre".
La sua intenzione potrebbe essere di mettere pressione alla Germania per indurla a negoziare. Se così fosse, è una strategia ad alto rischio. Ritirare l'esenzione incrementerà la fuga di capitali dalla Grecia e il livello degli interessi sui bonds greci, mettendo ulteriore pressione sulle fragili finanze greche. 
Come potrebbe ciò obiettivamente aiutare la Grecia?

Alessandro Del Prete mi ha mandato in ausilio questo pezzo di Jacques Sapir che spiega come l'indebolire la posizione greca ptrebbe effettivamente rafforzarne il gioco:
In this strategic game, it is clear that Greece has deliberately chosen the strategy qualified by Thomas Schelling, one of the founders of game theory, but also of nuclear dissuasion, as « coercive deficiency »[5]. In fact, this term of « coercive deficiency » was imagined by L. Wilmerding in 1943 in order to describe a situation where agencies enter into expenses without prior financing, knowing that morally the government will not be able to refuse funding them [6]. Schelling’s contribution consists in showing that this situation can be generalized and that a situation of weakness can reveal itself to be an instrument of coercion upon others. He also showed how it can be rational for an actor knowing himself to be in a position of weakness from the start, to increase his weakness in order to use it in negotiation. Reversing Jack London, one can speak in this instance of a “strength of the weak.” [7]. It is in this context that we must understand the renunciation by the Greek government of the last slice of aid promised by the so-called « Troïka, » amounting to 7 billion euros. Of course, having rejected the legitimacy of said “Troïka, » it could not logically accept to take advantage of it. But, in a more subtle way, this gesture is putting Greece voluntarily at the edge of the abyss and demonstrates all at once its resolve to go the bitter end (like Cortez burning his ships before moving up to Mexico) and to increase the pressure on Germany. We are here in a full blown exercise of « coercive deficiency ».
Questo spiega il  "Do ahead" di Varoufakis (probabilmente voleva dire "Go ahead", cioè "andate avanti"). Egli sta sull'orlo del precipizio, a la BCE dice: "Fate quello che vogliamo o vi buttiamo di sotto". E la sua risposta è "Avanti, allora, spingeteci".

Va allora ricordato che questo gioco si svolge su un palcoscenico globale.
Il presidente USA, Barack Obama, ha apertamente preso le parti della Grecia,, avvertendo che "Non si può continuare a spremere paesi che sono in mezzo a una depressione. A un certo punto, deve esserci una qualche strategia di crescita per consentirgli di pagare i loro debiti ed eliminare una parte dei loro deficit". E il ministro UK George Osborne, mentre richiamava il ministro greco ad agire responsabilmente, ha però criticato l'Eurozona per la sua mancanza di un piano coerente per il lavoro e la crescita...

...Varoufakis punta le sue carte sul fatto che l'Eurozona, e più in concreto la Germania, non oseranno spingerlo giù dalla collina a causa delle conseguenze nelle relazioni politiche internazionali. Se la Germania fosse percepita come la "spingitrice" della Grecia fuori dall'euro, tramite il suo rifiuto di negoziare, diverrebbe un(a) pariah internazionale.
Già ci sono voci che rammentano alla Germania della clemenza sul suo stesso debito nel 1953, e i movimenti anti-austerità in molti altri paesi dell'UEM sarebbero solo incoraggiati dall'apparire come "bulli" di Germania e/o della BCE. 
Forzare la Grecia fuori dell'eurozona potrebbe causare uno svelamento incontrollabile di tutto ciò..
Potrei sbagliarmi completamente, ma quella (appena data) mi pare una spiegazione molto più plausibile di quella che non riesce a dar conto dei segnali dati sia da Draghi che da Varoufakis. 
In tal caso, Schauble dovrebbe stare attento. La sua posizione è ben lontana dall'essere forte così come crede. Sta lui stesso indugiando pericolosamente vicino all'orlo del precipizio.Se la Germania spinge la Grecia oltre il bordo, la Grecia potrebbe tirarla giù con sè."

Qualche nostro commento finale.
Solo un dettaglio: la sanzione della comunità internazionale, che colpirebbe una Germania sfrenatamente ostile a qualsiasi compromesso, (la condizione addirittura di pariah) presuppone un attitudine al buon senso di quest'ultimache, allora, non si sa proprio perchè non sia stato innescato, dalla stessa comunità internazionale, ben prima! Diciamo, quando si era ancora in tempo, e si poteva evitare lo scempio umanitario in Grecia.

Ergo, andando all'essenza del fenomeno cui assistiamo, questa "comunità internazionale" - (finalmente) capace di imporre sanzioni di "reputazione" economica e morale alla Germania- si riduce al cambio di atteggiamento degli Stati Uniti.
Ma siamo sicuri che gli USA andranno veramente fino in fondo - nel senso "giusto"- ORA, non avendolo fatto prima (visto che già nel 2010-2011 hanno lasciato fare, ben sapendo che non "poteva funzionare")?
E soprattutto, quali sono i motivi per i quali veramente gli USA (solo) ORA, prendono, o starebbero per prendere posizione?

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