
DANIEL SANTOS - ESPERANZA INUTIL
1. Un "anonimo", in risposta alla dimostrazione della non conformità del reddito di cittadinanza al nostro modello costituzionale, - che fino a quando sarà vigente (bontà di ESSI...) DIFFERENZIA IN MEGLIO, per i lavoratori e per l'aspirazione a trovare occupazione (cioè per il fondamentatale diritto al lavoro), il nostro ordinamento rispetto agli altri dell'Unione -, muove questa prevedibile e già (molte volte) sentita obiezione:
"Sul lungo periodo occorre ripristinare rispetto ns costituzione. va bene. Ci vorranno anni o decenni. Ma adesso per chi non ha nessun reddito perchè non gode di cigs ecc, perchè precario che ha perso il lavoro si può introdurre un reddito minimo che andrà a calare quando il lavoro riprenderà. E' facile condannare altri alla fame o alla pietà dei familiari. "
2. Prima di dare la risposta (che non entrava nei limiti di lunghezza consentiti dai commenti al post precedente), faccio una duplice precisazione:
a) normalmente non pubblico "anonimi", ma data la paradigmatica tipicità delle obiezioni svolte da questo anonimo, colgo l'occasione per fare delle precisazioni che, peraltro, riassumono solo quanto già detto in questo blog, e che, quindi, non sarebbero necessarie se si accedesse cortesemente all'invito di leggersi quanto segue:
1) http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/quello-che-non-vogliono-capire-salario.html
2) http://orizzonte48.blogspot.it/2013/06/quello-che-non-vogliono-capire-2-ancora.html
3) http://orizzonte48.blogspot.it/2014/11/flexicurity-e-reddito-di-cittadinanza.html
4) http://orizzonte48.blogspot.it/2014/09/il-dualismo-il-rddito-di-cittadinanza-e.html
Ma anche:
5) http://orizzonte48.blogspot.it/2015/04/parte-prima-diritto-al-lavoro-pieno.html
6) http://orizzonte48.blogspot.it/2015/04/parte-seconda-diritto-al-lavoro-e-pieno.html (qui c'è un'introduzione propria dedicata al reddito di cittadinanza).
b) se le costituzioni sono considerate l'ostacolo maggiore alla realizzazione del modello neo-liberista internazionalista, una ragione ci sarà; e siccome la nostra è quella più avanzata e correttamente formulata, è chiaro che la nostra stessa Costituzione è l'ultimo, estremo, baluardo espugnato il quale, il "vincolo" restauratore dilagherà in tutta €uropa.
3. Detto questo, e sperando nella correttezza di ogni potenziale interlocutore, questa la risposta alla "obiezione" soprariportata:
Prevedevo questa obiezione che implica la generica (in)comprensione di quanto in precedenza detto e l'ostinazione a non voler approfondire, per partito preso.
L'obiezione è del tutto fuorviante: se avessero voluto, cioè se finanziariamente fosse risultato compatibile coi "loro" obiettivi, avrebbero già esteso ammortizzatori sociali e sussidio di disoccupazione a molte altre categorie (il fenomeno sociale è evidente e lo conoscono benissimo).
Il fatto è che non possono-vogliono (programmaticamente) perchè il limite al deficit, comunque denominato e quantificato, serve esattamente a questo: ad ammorbidire gli inoccupati di ogni tipo fino all'accettazione di qualunque soluzione (retributiva).
Ergo: se, in queste condizioni e senza contestarle come ASSOLUTA PRIORITA', si adotta il rdc, entro un breve termine si avrebbe un semplice spostamento, ALLARGATO però NEI NUMERI, della condizione di bisogno - fame e pietà dei familiari- solo apparentemente redistribuito per fasce di età.
Il fatto è che non possono-vogliono (programmaticamente) perchè il limite al deficit, comunque denominato e quantificato, serve esattamente a questo: ad ammorbidire gli inoccupati di ogni tipo fino all'accettazione di qualunque soluzione (retributiva).
Ergo: se, in queste condizioni e senza contestarle come ASSOLUTA PRIORITA', si adotta il rdc, entro un breve termine si avrebbe un semplice spostamento, ALLARGATO però NEI NUMERI, della condizione di bisogno - fame e pietà dei familiari- solo apparentemente redistribuito per fasce di età.
Infatti:
- il rdc non può - E NON DEVE, secondo il quadro di vincolo €uropeo- (come Tsipras sta apprendendo a sue spese) determinare, per lo stesso vincolo monetario e di bilancio, un effetto finale di sostegno aggiuntivo alla domanda: in tali condizioni (non rimuovibili stando nell'UEM), il numero dei disoccupati si stabilizzerebbe o, più logicamente, (v. poi e post linkati sopra) aumenterebbe, determinando un livello ancora minore della prestazione assistenziale.
Inevitabile (a causa della altrettanto inevitabile flessione della domanda interna, determinata dalla copertura progressiva nel tempo cioè comunque con tagli crescenti di spesa pubblica rispetto alla situazione attuale: cioè esigente una maggior copertura per maggiori numeri di aventi diritto che si creano strutturalmente, ovvero avendosi una copertura costante ma con diminuzione del livello dello stesso rdc);
- la torta, quale che ne sia il finanziamento, SAREBBE COMUNQUE DA SUDDIVIDERE TRA UN NUMERO CRESCENTE DI PERSONE e ciò si accoppierebbe con l'aggiungersi di un maggior numero di pensionati e pensionandi sotto la soglia di povertà (di fatto: che siano o meno sopra la soglia dell'esile copertura del rdc), facendo venire meno anche il residuo di welfare familiare "di fatto".
Eppure non posso che invitare a rileggersi quanto scritto e quanto spiegato da Alberto Bagnai sulla legge di Thirlwall: nel complesso quello che da un lato si sottrae al welfare costituzionale ed alla spesa pubblica e quello che si aggiungerebbe, dall'altro, col rdc risulterebbero, nella migliore delle ipotesi, - e SOLO IN TERMINI IMMEDIATI-, in una situazione almeno di indifferenza (reddito disponibile per welfare invariato);
- invece, nella ampiamente più probabile ipotesi, risulterebbe ancor meno (a meno che non si creda che la vicenda della Grecia sia frutto della nostra immaginazione).
Molta gente perderebbe la casa, com'è puntualmente accaduto in Spagna (informarsi sugli effetti, lì, del rdc; c'è un apposito post di un anno fa e "Podemos" che lo attestano), e si troverebbe beffata.
Anche il percettore di rdc: dove troverebbe il denaro sufficiente per procurarsi un'abitazione e magari, come sicuramente avverrebbe, provvedere a quella perduta da stretti parenti più anziani?
Nel lungo periodo, poi, la spaventosa flessione delle basi contributive - e imponibili tributarie- metterebbe tutti i percettori di rdc nella condizione di anziani tagliati fuori da consumi, abitazione e assistenza sanitaria (lo smantellamento del servizio sanitario pubblico sarebbe inevitabile, per sovvenire alla copertura del rdc in condizioni deflattive salariali e di costante compressione della domanda).
Nell'immediato, dunque, l'unica soluzione seria è rilanciare la domanda: e questo può farlo solo lo Stato, ma solo se non astretto dal vincolo monetario e di bilancio.
Solo in questo caso, infatti, la spesa pubblica, prevista dagli obbligatori programmi costituzionali, ripristinerebbe, in termini rapidi un adeguato livello di occupazione: molto più veloce di quanto agirebbe IN SENSO DISTRUTTIVO, del sub-strato industriale e occupazionale, l'adozione del rdc.
- la torta, quale che ne sia il finanziamento, SAREBBE COMUNQUE DA SUDDIVIDERE TRA UN NUMERO CRESCENTE DI PERSONE e ciò si accoppierebbe con l'aggiungersi di un maggior numero di pensionati e pensionandi sotto la soglia di povertà (di fatto: che siano o meno sopra la soglia dell'esile copertura del rdc), facendo venire meno anche il residuo di welfare familiare "di fatto".
Eppure non posso che invitare a rileggersi quanto scritto e quanto spiegato da Alberto Bagnai sulla legge di Thirlwall: nel complesso quello che da un lato si sottrae al welfare costituzionale ed alla spesa pubblica e quello che si aggiungerebbe, dall'altro, col rdc risulterebbero, nella migliore delle ipotesi, - e SOLO IN TERMINI IMMEDIATI-, in una situazione almeno di indifferenza (reddito disponibile per welfare invariato);
- invece, nella ampiamente più probabile ipotesi, risulterebbe ancor meno (a meno che non si creda che la vicenda della Grecia sia frutto della nostra immaginazione).
Molta gente perderebbe la casa, com'è puntualmente accaduto in Spagna (informarsi sugli effetti, lì, del rdc; c'è un apposito post di un anno fa e "Podemos" che lo attestano), e si troverebbe beffata.
Anche il percettore di rdc: dove troverebbe il denaro sufficiente per procurarsi un'abitazione e magari, come sicuramente avverrebbe, provvedere a quella perduta da stretti parenti più anziani?
Nel lungo periodo, poi, la spaventosa flessione delle basi contributive - e imponibili tributarie- metterebbe tutti i percettori di rdc nella condizione di anziani tagliati fuori da consumi, abitazione e assistenza sanitaria (lo smantellamento del servizio sanitario pubblico sarebbe inevitabile, per sovvenire alla copertura del rdc in condizioni deflattive salariali e di costante compressione della domanda).
Nell'immediato, dunque, l'unica soluzione seria è rilanciare la domanda: e questo può farlo solo lo Stato, ma solo se non astretto dal vincolo monetario e di bilancio.
Solo in questo caso, infatti, la spesa pubblica, prevista dagli obbligatori programmi costituzionali, ripristinerebbe, in termini rapidi un adeguato livello di occupazione: molto più veloce di quanto agirebbe IN SENSO DISTRUTTIVO, del sub-strato industriale e occupazionale, l'adozione del rdc.
Certo, occorre (ri)modificare il mercato del lavoro, riportandolo alla legalità costituzionale, e occorre ripristinare una banca centrale che risponsa a criteri di democrazia previsti dall'art.47 Cost.
Ma queste sono vere soluzioni strutturali, che agiscono sulle cause e non le amplificano, come il rdc, che agisce solo a valle sugli effetti (e malamente).
Comunque, dire che "non" adottare il rdc "condannerebbe" i disoccupati (creati dal'euro-austerità) e i precari (creati dalle riforme del lavoro euro-imposte) alla fame è semplicemente sbagliato e addirittura complice del sistema deflazionista neo-liberista €uropeo: le cause di questa condanna, appena indicate e intenzionalmente volute, dovrebbero essere evidenti; e provvedere rafforzando questo sistema non è una soluzione, ma una condanna più dura, solo scontata per tutta la vita e in modo ancora più feroce nella seconda parte della stessa.
Basterebbe riaprire i ruoli della p.a. e consentire un volume di spesa per investimenti e in conto capitale della p.a. equivalenti ai livelli pre-Maastricht, per ottenere un IMMEDIATO rilancio della domanda interna e dell'occupazione VERA.
Ma questo lo si può fare solo uscendo dal vincolo monetario (cioè con la flessibilità del cambio e non affidando ai mercati la collocazione del debito pubblico): CERTO NON SABOTANDO QUESTO PERCORSO RAZIONALE E COSTITUZIONALMENTE CONFORME, e quindi arretrando esattamente sul terreno dove ci spinge l'€uropa ordoliberista.
E' una QUESTIONE DI COMPRENSIONE DELLE PRIORITA' ma per capirlo occorre informarsi e non "bersi" gli slogan preconfezionati ad arte e diffusi dalle oligarchie.
Anche se si crede, magari in buona fede, di fare qualcosa contrario alle loro mire.
Che sono molto ben camuffate in base ad una programmazione che dura da decenni e che trova tattiche sempre nuove per realizzarsi...Se lo si vuol capire
Comunque, dire che "non" adottare il rdc "condannerebbe" i disoccupati (creati dal'euro-austerità) e i precari (creati dalle riforme del lavoro euro-imposte) alla fame è semplicemente sbagliato e addirittura complice del sistema deflazionista neo-liberista €uropeo: le cause di questa condanna, appena indicate e intenzionalmente volute, dovrebbero essere evidenti; e provvedere rafforzando questo sistema non è una soluzione, ma una condanna più dura, solo scontata per tutta la vita e in modo ancora più feroce nella seconda parte della stessa.
Basterebbe riaprire i ruoli della p.a. e consentire un volume di spesa per investimenti e in conto capitale della p.a. equivalenti ai livelli pre-Maastricht, per ottenere un IMMEDIATO rilancio della domanda interna e dell'occupazione VERA.
Ma questo lo si può fare solo uscendo dal vincolo monetario (cioè con la flessibilità del cambio e non affidando ai mercati la collocazione del debito pubblico): CERTO NON SABOTANDO QUESTO PERCORSO RAZIONALE E COSTITUZIONALMENTE CONFORME, e quindi arretrando esattamente sul terreno dove ci spinge l'€uropa ordoliberista.
E' una QUESTIONE DI COMPRENSIONE DELLE PRIORITA' ma per capirlo occorre informarsi e non "bersi" gli slogan preconfezionati ad arte e diffusi dalle oligarchie.
Anche se si crede, magari in buona fede, di fare qualcosa contrario alle loro mire.
Che sono molto ben camuffate in base ad una programmazione che dura da decenni e che trova tattiche sempre nuove per realizzarsi...Se lo si vuol capire