Nell'ultimo post che ha parlato della questione "frattalica", vi siete esercitati in un crescendo di ipotesi di alto livello "predittivo", segno della vasta cultura storica e dell'acutezza di analisi politico-economica di cui sono capaci di lettori di questo blog (e di cui vado particolarmente fiero, dato che costituisce una vera e propria "punta di diamante" di analisi "metapolitica" come dice R#...che è un "grande contribuente" di questa analisi).
Ora vorrei aggiornarvi su un aspetto "chiave di volta" della intera analisi. Al riguardo ci ispiriamo a Dagospia, sito capace di un'analisi particolarmente informata e ricca di risvolti esplicitati con una schiettezza unica nel panorama mediatico italiano.
Insomma, i favoriti nella corsa al "Colle", in questa analisi, parrebbero Amato e Prodi. Con una netta preferenza, di scenario, per il primo.
Il che ci riporta ad alcune delle focalizzazioni più interessanti compiute nei commenti al post linkato in apertura.
Dunque Amato favorito al Colle rafforza una previsione nascente da un identikit già fornito di "colui contro il quale si rivolgerà il 25 luglio".
Che è poi, il 25 luglio, il prodotto di un ravvedimento tardivo di chi si è reso conto che essere pro-Germania ma anti-USA (nella ormai aperta "lezione" di Krugman), non sia esattamente una grande idea, anche se si pensava che pararsi dietro ai blitzkrieg delle armate bancarie teutoniche avrebbe garantito una facile supremazia che, invece, si sta sgretolando.
Che è poi, il 25 luglio, il prodotto di un ravvedimento tardivo di chi si è reso conto che essere pro-Germania ma anti-USA (nella ormai aperta "lezione" di Krugman), non sia esattamente una grande idea, anche se si pensava che pararsi dietro ai blitzkrieg delle armate bancarie teutoniche avrebbe garantito una facile supremazia che, invece, si sta sgretolando.
E non mancano gli elementi per identificare tale "favorito" con l'ideologo stesso dell"entente cordiale" anti-Stato-costituzionale del welfare, che porta, con la sua attivissima partecipazione, al Maastricht scritto da un gruppo di banchieri e alle sue conseguenze fondamentali, di cui è protagonista assoluto sia sul fronte "interno", sia nello scenario che portetà al Trattato di Lisbona.
E tale ipotesi, allo stato, accredita anche l'idea di un Prodi "Ciano" (specie se ancora una volta soccombente nelle sue aspirazioni), mettendo da parte le "esigenze estetiche", dato che la Storia si manifesta prima come tragedia e poi come farsa.
A ben vedere, stabilito chi sia il "monarca" (in declino, per la sua irriducibile ambiguità passata sull'euro), ne discende che anche i Badoglio-Tremonti ne vengono revitalizzati nell'identikit: specie se il governo che uscirà da queste elezioni praticamente inutili, dato il non-dibattito, surreale e ipocrita, che le sta precedento, avrà una limitata vitalità temporale, visto che non può far altro che proseguire "le cure che uccidono", senza prendere in esame l'unica ipotesi che persino i tedeschi ormai ci consigliano (grazie Ulrike e grazie...Carlo P.)!