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RELOADING "LAMPEDUSA, I SISTEMI DI DISSUASION€ E IL NOBEL UE PER LA PACE"

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Age Old Debate: Why do Elderly People Oppose Immigration? (...!)


http://www.pewsocialtrends.org/files/2013/12/SDT-2013-12-17-global-migration-04-02.png

Remittances as Share of GDP
http://www.pewsocialtrends.org/2013/12/17/chapter-4-remittances/
 
Credo che, in questo momento, in cui i fatti confliggono con il dilagare dell'effetto Dunning-Kruger, sia molto utile ripubblicare il post di Riccardo Seremedi in questione.
In termini di tentativo (disperato, ovviamente) di fornire un feedback che attenui l'effetto "sullodato", faccio precedere il reloading del post da questi brani tratti, rispettivamente, dagli interventi di Bazaar e Arturo nei commenti del precedente post:

Bazaar: 
"La descrizione materialista dei fenomeni sociali rimane un modello descrittivo imprescindibile anche nelle dinamiche sociopolitiche più straordinarie ed eccezionali.
... 
Qual è il prodotto finale più classista della propaganda pop? La produzione massiva di "menti elementari".

Di fronte all'evidenza per cui non esiste alcuna "guerra fra civiltà", ma interessi materiali di classe, ci sono ancora delle "menti elementari" per cui entrambi le proposizioni sono vere. Non riescono, non ce la fanno a scorgere la contraddizione: non avvertono dissonanza cognitiva. È vero che l'immigrazione è un'arma di distruzione di massa, MA, è anche vero che la Fallaci aveva ragione.

Non ce la fanno: essendo loro la grande maggioranza della minoranza rumorosa, e muovendosi per appartenenza - pavloviani - difficilmente riscontrano feedback negativi dall'ambiente esterno. Non hanno nessun confronto diretto per cui si evidenzi la fallacità patologica del loro pensiero: inano perché illogico...

Sono gli elementi naturali su cui gli ingegneri sociali edificano le sovrastrutture ideologiche, gli slogan virali, i frame e le trappole cognitive."

Arturo: 
"Ma "l’eau tiède de George W. Bush" (traducibile in "scoperta dell'acqua calda), l'idea dello scontro di civiltà, come l'ha definita Alain Chouet, ex capo dei servizi segreti francesi (non un borghese radical-chic, credo), ha il fascino della semplictà, nonostante "les résultats désastreux de cette politique aux États-Unis."

Quanto all'aspetto culturale, credo potrebbero tutti riconoscere che "Tout le monde peut nourrir des pensées mauvaises, horribles ou dégoûtantes. Mais elles restent de simples fantasmesà moins que l’on ne trouve un moyen de les manifester concrètement dans le monde qui nous entoure.

Ainsi, pour comprendre comment l’idéologie qui anime l’État islamique a réussi à rassembler les ressources matérielles nécessaires pour conquérir un espace plus grand que le Royaume-Uni, nous devons inspecter de plus près son contexte matériel." (qui la fonte, con una ricostruzione, per noi abbastanza risaputa ma sempre utile, di queste fonti materiali).

Troppo prosaico? 
Vabbeh, ci metto allora anche un riferimento più concettuale: Radical, Religious, and Violent (Cambridge-London, The MIT Press, 2009,) di Eli Berman, uno dei testi di analisi economica del fondamentalismo islamico (e non solo islamico) più importanti apparsi negli ultimi anni. 
Che ci dice Berman? 
Che l'ideologia ha un ruolo mai sufficiente a rendere pericolosi gruppi radicali, ma occorre sempre un radicamento sociale, analizzato usando il modello del club, reso possibile dalla fornitura di servizi sociali in un contesto di Stato assente ed elevata disoccupazione. 
Ma guarda tu! 
Esempi di strategie di contrasto efficaci? Per dire (pag. 191):

"As we saw in the case of Egypt, President Nasser provided a crude but positive example of this constructive approach to preemptive counterinsurgency in the 1950s. 
He nationalized the schools, clinics, and other social service institutions of the Muslim Brotherhood, effectively shutting down their organizational base for two decades."

Ma il nasserismo è oggi un lontano ricordo: le "riforme" che l'Egitto - e non solo l'Egitto, ovviamente- ha implementato negli ultimi 15 anni hanno significato massicce privatizzazioni e un attacco, per quantità e qualità, a ciò che restava del settore publico, in quanto, come dice la solita Banca Mondiale (citata da Hanieh), 
"reduc[e] government employment and the wage bill [through measures such as] lowering remuneration for new entrants, adjusting the pay scale to strengthen the link between compensation and productivity, and focusing on nonwage benefits that distort labor decisions, such as generous pension systems and family allowances that add to the lure of employment in the public sector".

Morale: se lo Stato non è mai la soluzione, ma sempre il problema e il divieto di ingerenza un lontano ricordo, ISIS et similia ce li teniamo."
Il post di Riccardo era di ottobre 2013. Ma la ripetitività di tutto quanto vi è riportato lo rende oggi ancora più tragicamente attuale.
Per chi vuole capire...
1. HELLZAPOPPIN'
“E' proprio roba da matti... in quindici anni che proietto film, uno come questo non mi era mai capitato... Questo è un film pazzo! Eccome! E' Hellzapoppin'!”
Proprio come nel film, stiamo assistendo in queste ultime settimane a situazioni che varcano il limite dell'assurdo e del nonsense, acrobazie linguistiche che s'inoltrano nei perigliosi sentieri della metasemantica, contorsionismi e gag involontarie che smantellano ogni senso comune, decostruendo quelle che appaiono essere le relazioni cardinali della realtà quale appare.
Non ci eravamo ancora ripresi dagli equilibrismi a Palazzo Madama ed ecco che la tragedia di Lampedusa rinnova e amplifica gli equivoci dell'Unione Europea, facendo emergere tutte le ipocrisie e le doppiezze di questi grigi tecnocrati iperborei.
Già nel 2011 dopo l'inizio della Primavera Araba e della guerra in Libia – con l'aumento esponenziale di profughi in fuga, l'allora ministro degli Esteri Franco Frattini sollecitò l'Unione Europea all'attivazione della direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea, cercando una collegialità nella gestione dell'emergenza.
La Germania, che ha fatto della solidarietà e della condivisione il proprio motto (Deutschland uber Alles ), rispose per bocca del ministro federale dell'Interno Hans-Peter Friedrich, che dichiarò al quotidiano “Die Welt”: 
“l'Italia deve risolvere da sola il problema dei profughi”, aggiungendo al postutto che “non c'è alcuna ragione per attivare di nuovo la normativa sull'esodo di massa”, posizione confermata dalla commissaria UE Malmstroem perché quando Mamma Germania comanda, picciotta risponde.
2. Che fosse una situazione esplosiva – com'è una guerra civile – venne confermato dai dati ufficiali forniti dal sottosegretario dell'Interno Sonia Viale alla commissione Affari costituzionali della Camera che certificarono, nel 2011, uno sbarco complessivo di 42.807 profughi (di cui 24.356 solo tunisini), a fronte dei 4.406 dell'anno precedente.
E per far comprendere ancor meglio il concetto, un altro strusciamuri dell'UE, tale Matthew Newman, ribadì che: ”Quanto abbiamo visto finora è che le persone arrivate in Italia dalla Tunisia sono per lo più migranti per motivi economici, quindi se ne stanno occupando le autorità italiane e sono loro i responsabili”.
Caspita, Ponzio Pilato era un dilettante paragonato a voi!
3. Frasi come queste, che fanno a pugni con la tanto strombazzata multiculturalità e fratellanza universale, rendono ridicola e surreale la motivazione con cui nel 2012 il comitato norvegese ha attribuito all'Unione Europea il Nobel per la pace: 
“Il Comitato ha deciso di assegnare il premio Nobel per la pace 2012 all'Unione Europea:
L'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa […] Il lavoro dell'UE rappresenta la”fraternità” tra le Nazioni e costituisce una forma di “congressi di pace” ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace”.

Queste parole, costituenti un monumento considerevole alle luci purissime della benevolenza e dell'amore, non sembra abbiano avuto molto seguito nel compassionevole consesso di Strasburgo; a inizio ottobre la commissione migrazione dell'assemblea del Consiglio d'Europa ha rampognato l'Italia, giudicando “sbagliate o controproducenti” le misure prese in questi anni per gestire i flussi migratori.

Il rapporto critica la gestione dei CPT e i ritorni forzati di immigrati in paesi come la Libia,
dove rischiano la tortura o la vita stessa; si afferma altresì che “a causa di sistemi di intercettazione e dissuasione inadeguati, l'Italia si è trasformata in una calamita per l'immigrazione, richiamando persone che cercano un'esistenza migliore all'interno dell'area Schengen”.
Che ipocrisia!
Montagne di moralismo e melassa maleodorante da parte di persone (?) con un microprocessore al posto del cuore, dove le convenienze spicciole si soppesano col bilancino del farmacista.

4. Solo due anni fa si affermava il non status di profughi di guerra e l'implicito assenso al rimpatrio, adesso si condannano gli stessi provvedimenti perché potenzialmente pregiudizievoli.
Cos'è cambiato da allora? Sarà proprio il Nobel che impone comportamenti, almeno dal punto di vista mediatico, eticamente più “spendibili”?

Sarebbe interessante sapere quali siano per le “teste d'uovo” di Strasburgo i “sistemi di dissuasione e intercettazione adeguati”.Forse quelli usati da Zapatero nel 2005 a Ceuta e Melilla – enclaves spagnole sulla costa marocchina – dove la Guardia Civil, rafforzata da 2 mila militari, per fronteggiare 600 disperati ha aperto il fuoco uccidendo 5 persone (compreso un neonato) e ferendone un centinaio.Oppure come in Grecia dove, per bloccare l'immigrazione clandestina proveniente da Iraq, Afghanistan, Iran, Pakistan, si sta costruendo un muro alto cinque metri e lungo circa dodici chilometri al confine con la Turchia, nella regione del fiume Evros vicino alla cittadina di Orestiada.
Ma questa è roba da PIIGS, dirà il cicisbeo nostrano, queste cose Lassù non le fanno!
Spiace deludere coloro i quali pensano a quelle latitudini come vette di sublime perfezione.

In Svezia, terra cara alla commissaria UE Camilla Malmstroem, a meta maggio sono scoppiati violenti scontri a Husby, quartiere a nord della capitale, 12 mila abitanti con l'80% di immigrati siriani, afgani, sudamericani, iracheni; la protesta si è trasformata in sommossa, con numerose autovetture incendiate, e si è estesa a Skarpnack, Norsborg, Rinkeby - quartieri che circondano la capitale a forte prevalenza straniera – nonché ad altre città della Svezia.
Dalla polizia non continua a trapelare nulla sulla nazionalità dei dimostranti.
Anche i giornali che provano a violare il muro del politicamente corretto vengono smentiti: sono immigrati, ma non si può dire.
L'OCSE ha rivelato che in Svezia c'è la più alta divergenza al mondo tra occupati svedesi e occupati di altre nazionalità; le periferie sono ricettacoli di risentimento e frustrazione, con percentuali di discoccupazione del 10%.
5. Anche il virtuoso Quarto Reich ha da insegnarci qualcosina.
Nel rapporto succitato si afferma che alcune delle scelte fatte dalle autorità italiane “rischiano di minare la fiducia nell'ordine legale europeo e nella convenzione di Dublino” e
che “l'Italia non ha aiutato gli altri paesi membri della UE a condividere la responsabilità”.
Chissà se Malta invece li avrà convinti
: dopo avere lasciato per tre giorni un gommone con 102 persone a 25 miglia dalla costa e facendo orecchie da mercante con la sora Camilla, il primo Ministro maltese Joseph Muscat ha ringraziato personalmente il Nostro Presidente del Consiglio dalla larga scriminatura che gli aveva, nel frattempo, tolto le castagne dal fuoco accogliendo i migranti a bordo della nave Salamis, sbarcandoli in seguito a Siracusa; alla fine smaglianti sorrisi e grandi pacche sulle spalle ma Letta è contento così, egli ha fatto suo l'aforisma di Ennio Flaiano: “A furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre”.

6. Giova ricordare ai nostri distratti “inquilini” comunitari e alle sinistrate anime belle nostrane che l'escalation di migranti (adesso si preferisce chiamarli così, fa più “fino”) si è avuta proprio in concomitanza di interventi “umanitari” in Libia e Ciad (Sarkozy era tanto preoccupato per i libici che, a guerra finita, si è recato a Tripoli con la crocerossina della Total, Christophe de Margerie), passando per le ribellioni “spontanee” e “locali” che sarebbero poi sfociate nella cosiddetta Primavera Araba.

Tali moti di piazza non sembrano essere tanto spontaneise anche il New York Times (aprile 2011) ha dovuto intitolare: “Gruppi americani hanno favorito la diffusione della Primavera Araba".
Tanto per citarne qualcuno: “Otpor!” in Serbia e in altri paesi, il “Movimento Giovanile 6 aprile” in Egitto, il “Centro per i Diritti Umani” del Bahrain, il “Fronte Nazionale per la salvezza della Libia”, “Donne sotto assedio” in Siria, “Golos” in Russia, la “Fratellanza musulmana” ecc.
Questi gruppi hanno ricevuto finanziamenti dal National Democratic Institute (NDI), dal Freedom House di Washington e addestramento da CIA e MI5.
Ad esempio il “Movimento Giovanile 6 aprile” è collegato con il CANVAS (Centro per l'Azione e le Strategie Applicate Non Violente), una ONG chiamata “Otpor!”, creata dal governo americano in Serbia nel 2000 e finanziata dall'Open Society Institute di George Soros per rovesciare il governo di Milosevic.

7. Vi sono gruppi che non finanziano ma creano dal nulla le Primavere e le Rivoluzioni: è il caso dell'International Crisis Group, che vanta tra i membri Simon Peres, il governatore della Banca d'Inghilterra Stanley Fisher, lo stesso Soros, gli storici della manipolazione geopolitica come Zbigniew Brzezinski, Richard Armitage, Samuel Berger e il generale Wesley Clarck e, udite udite la dimessa e tanto caruccia Emma Bonino.
Niente male come parterre de rois!
Anche i finanziatori offrono solide garanzie quanto a rispetto di diritti umani e sostenibilità ambientale: BP, Chevron, Shell, Statoil e la società mineraria (platino, diamanti, minerali ecc.) Anglo American PLC.
Capito perché Putin non vuole in Russia “filantropi” di tal risma?
Altro che omofobia e baggianate varie!

8. L'economista e africanista Gérard Azoulay (Les théories du développement, Presses universitaires de Rennes 2002-2004) ha evidenziato che, dagli anni '90 in poi, in Africa si è avuta la più grande divaricazione tra i redditi più bassi e quelli più alti (sia in termini assoluti che relativi) da due secoli; la globalizzazione neoliberale ha affinato e trasformato i metodi che erano propri del colonialismo, camuffando atti predatori e spoliazioni di intere aree con azioni di peacekeeping, a cui segue immancabilmente l'ingresso di ONG (Organizzazioni non governative) che danno al tutto una parvenza di legalità.

Un'altra opzione a favore dell'Occidente filantropico “esportatore” di democrazia (e importatore di petrolio ecc.) è data dalla possibilità, senza sporcarsi le mani, di concludere accordi commerciali perversi con gruppi di insorti, soggetti non legittimati alla vendita di diritti di sfruttamento.
Ciò ha portato alla stipulazione di contratti “pronto-contro-termine” (la cui risoluzione è differita nel tempo) tra gruppi ribelli e imprese internazionali: se il conflitto non c'è lo si fa scoppiare, se già esiste lo si acuisce: accordi commerciali di questo tipo si chiamano Booty Futures, sono illegali ma divenuti oggi un must, soprattutto per gli Stati Uniti.
 
9. Uno dei contratti più sostanziosi (quasi un miliardo di dollari) è stato firmato da Kabila con l'American Mining Fields, a guerra iniziata, per l'estrazione di diversi minerali presenti nel bacino del Congo e nelle regioni meridionali del paese; le possibilità di guadagno sono immense: oltre a uranio, diamanti e a una quantità spropositata di metalli, la Repubblica Democratica del Congo detiene l'80% delle riserve mondiali di COLTAN (columbite-tantalite).Che cos'è il coltan?
Il coltan è un minerale metallico termoresistente, ottimo conduttore di corrente che - nel mondo hi-tech in cui viviamo - è diventato una sorta di Sacro Graal: alla base delle incredibili performance degli smartphones e dei computer moderni c'è proprio questo minerale e chi lo controlla, non è esagerato affermarlo, controlla il mondo.
Sembra che il destino del Congo contemporaneo sia lo stesso che descriveva Joseph Conrad in “Cuore di tenebra”. Cambiano gli attori ma la tragedia è sempre la stessa: centinaia di migliaia di vittime e milioni di profughi.

10. Un altro fenomeno caratterizzante delle moderne guerre africane è la “privatizzazione” della guerra, anch'essa un riflesso del neoliberalismo. Oggi i nuovi mercenari sono rappresentati dalle cosiddette “compagnie militari private” (CMP) e le loro sorelle “compagnie di sicurezza private” (CSP) che incarnano l'evoluzione in chiave globale del mercenarismo di ventura.
Si tratta di imprese di servizio con quartiere generale nei paesi ricchi e molte ramificazioni mondiali, spesso quotate in borse internazionali o possedute da gruppi finanziari.
Queste “aziende” agiscono in un vuoto di legalità, svolgendo attività formalmente legate alla “sicurezza” e alla “difesa”, ma sovente – per via di intrecci d'interesse tra politici, corporations finanziarie e industria degli armamenti – sono accusate di fomentare disordini coadiuvando o creando moti insurrezionali volti all'acquisizione di vaste porzioni di territorio che diventeranno oggetto di sfruttamento della multinazionale di turno, spesso e volentieri legata a filo doppio con la CMP.
E' rimasto famoso lo scandalo in cui è stato coinvolto Mark Thatcher, figlio di Margaret, per rovesciare il governo in Guinea Equatoriale; in quell'occasione si è coniato il termine “rent-a-coup”, colpo di Stato in affitto.
Per citare solo un altro esempio di questo genere, Jean-Christophe Mitterand, figlio dell'ex presidente francese François, è stato anch'egli indagato dalla magistratura francese per simili traffici illeciti compiuti in Africa e legati al mondo delle CMP.

11. I nostri alleati, alla NATO come nell'UE, dovrebbero sapere che l'esportazione della guerra (o democrazia?) porta, come diretta conseguenza, “l'importazione” di sfollati e profughi che, nel caso dell'Africa, vedono il Belpaese come Porta Aurea .
 
Purtroppo l'Italia si raccoglie sempre più nelle mani di una presuntuosa e impalpabile mediocrazia - o meglio ancora una onagrocrazia, “dominazione di ignoranti attivi e di asini selvatici”, come ebbe a dire Benedetto Croce - che ci sta portando ad essere il futuro diciassettesimo Land tedesco, reclinando il capo anche quando si avrebbero ottime ragioni per farsi valere.
11.1 Lo spettacolo offertoci dai media (segnatamente Bruno Vespa) e dai politicanti nelle ore successive alla tragedia di Lampedusa è stato, nel rispetto delle vittime, all'insegna di Strapaese, il movimento di Mino Maccari di fine anni '20.
“Siamo nati in campagna! Abbiamo bazzicato per le osterie! Abbiamo amici fra i barrociai, fra i vetrai, fra i contadini, fra gli artigiani!...Si finisse a Picadilly, ed alla Fifth Avenue, sempre ragioneremo e discorremo alla maniera antica italiana[...].

Ecco tutti trafelati a rincorrere una telecamera per esternare il proprio sgomento, con “Don't Cry for me Angelino” particolarmente assiduo nel presentarsi ai cronisti, cercando sempre con lo sguardo – durante le interviste – il monitor di servizio per accertarsi del grado di afflizione e fotogenìa.


Qui o signori, incomincia la storia di Strapaese(...),dove il sindaco veste di fustagno, non c'è la tassa sui cani e non ci sono orinatoi, perché la gente piscia al muro(...) dove i moccoloni ruzzano e le donne sono sempre gravide[...].

11.2. Quella a cui abbiamo assistito è stata una sagra paesana dell'Assurdo, un'Italia campagnola e caciarona, terrigena e neocontadina, con personaggi da osteria e il sindaco in pompa magna, il curato di campagna e il grullo delle giostre che c'ha le chiappe chiaccherate; “venghino, signori, venghino!” … è arrivato l'Uomo delle Stelle! ... tutti a salutare mamma con la manina, il “quarto d'ora di celebrità” a buon mercato che non si nega a nessuno.
Passata la festa resta sempre il dopo sbornia e un gran mal di testa.

Hans-Peter Friedrich, Ecce Homo, è ritornato alla carica ed ha fermamente escluso un ripensamento delle regole europee in materia di rifugiati, limitidandosi ad auspicare un inasprimento delle pene per i trafficanti di uomini; era prevedibile che i toni enfatici e queruli dei giorni scorsi dovessero lasciare il posto alla realpolitik in salsa alemanna.
Avviso ai naviganti: il Manovratore a Berlino è all'erta e il Ruggito del Coniglio del presidente del Consiglio non lo tange.

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