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OGNI SINGOLO ELEMENTO DELL'AGENDA MEDIATICA, SENZA ECCEZIONE ALCUNA.

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By George Orwell

1. Rammentiamo in partenza un punto, emerso dal post su Wolf"sceso in campo" per proteggere l'ortodossia delle elezioni gestite in monopolio "di diritto" dalle oligarchie: un diritto "divino", cioè sancito dalla religione neo-liberista mondialista, e quindi sovracostituzionale. 
Il punto è questo, integrato da alcune opportune aggiunte e links:
"...se ammettiamo che la sovranità nazionale è stata ceduta, irreversibilmente, a questo tipo di organizzazione internazionale, qual è l'UE, (e d'altra parte, la vicenda del bail-in e dell'art.47 Cost., direttamente in soffitta, ce lo conferma), cessione irreversibile propugnata in Italia ai massimi livelli istituzionali, non c'è dubbio che sia così.
Cioè se gli USA sono una democrazia "formale" (essendovi un esplicito sistema elettorale idraulico, che si vuol porre al riparo da ogni accidentale malfunzionamento), l'€uropa è un sistema autoritario incentrato sugli Esecutivi, all'interno di un metodo intergovernativo lasciato a rapporti di forza ormai intangibili (e sempre più sfavorevoli alla posizione italiana).

Peraltro Wolf ci dà una chiave di lettura su come la cosmesi "idraulica", per tacitare i "perdenti" e scontenti, debba e possa continuare: solo neutralizzando le forze politiche che non accettano questa premessa ormai esplicita nelle (residue) elezioni nazionali.

Alla fine, egli, non indicando alcun altro rimedio concreto, tranne che la sua stessa esortazione - "non devono vincere! -, ci conferma che il rimedio è...lui stesso, cioè il potere di condizionamento mediatico neo-liberista.
Magari rivestito di neo-keynesianismo ossimorico, cioè mondialista; quindi, una cosmesi che dal relativismo etico dei diritti cosmetici (ormai poco efficace), passa allo pseudo-welfare (lasciami indovinare: un bel reddito di cittadinanza globalizzato?)." 

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2. Quindi non ci possiamo stupire che poi accada questo:

Caucus Iowa, Hillary Clinton vince per un soffio su Bernie Sanders; Ted Cruz sorprende Donald Trump

O che ci venga venduta come una capitis deminutio (!?) questa previsione (che in sè rimane la consueta propaganda di insensato ottimismo, alterata e priva di qualsiasi fondamento previsionale nella realtà):

Commissione, le previsioni economiche invernali. Pil 2016 in calo a 1,4%, il deficit sale al 2,5%. Ma rallenta tutta l'Eurozona

Ciò è la dimostrazione del rimedio costituito dalla "linea" lanciata da Wolf: il sistema mediatico al livello di vertice, cioè di formazione dell'opinione pubblica pesante, lancia la parola d'ordine e gli "indecisi", ammansiti dai livelli discendenti del lavorio di spinning mediatico virano a favore dell'establishment.

3. Anche qui, per rammentarlo, avevamo preavvertito circa il funzionamento "a cascata" del controllo mediatico, e quindi social-orwelliano, in cui ormai siamo immersi fino al collo:
E' ovvio che si appella a una parte consistente degli elettori in bilico, che include quindi una parte dei "perdenti".
La comunicazione di massa deve scontare ciò (e scrivendo sul Financial Times, e ripercuotendo il "messaggio" sul Sole, si fa comunicazione di massa, sia pure "mirata").

Ma essa è anche, indissolubilmente,"formazione dell'opinione pubblica" che, nel più ortodosso schema oligarchico-liberista, include le stesse elite, nelle loro varie ramificazioni: affichè sappiano come regolarsi, cioè come ridiffondere il messaggio verso gli strati sociali inferiori, accompagnando così l'orientamento della massa.
Infatti, ciò che dice Wolf era già riscontrabile, con una straordinaria omogeneità, nei discorsi diffusi mediaticamente in ogni parte del globo "occidentale".

Com'è noto, la funzione della "opinione pubblica"è quella di raccordare l'oligarchia verso "l'esterno" (ad essa), una volta deliberato il da farsi in APPOSITI centri di coordinamento riservati: predetermina il "senso comune" PRIMA che si svolga la consultazione elettorale, in modo da assicurarne il risultato, conforme agli aggiustamenti e agli assetti che "spontaneamente" la società deve generare.

Però, se accettiamo questa (non sorprendente) premessa, non è che l'elite abbia chissà quale comprensione recondita, realistica e raffinata: ce lo dice molto bene Galbraith.

E, d'altra parte, un ex big shot della world bank e dell'establishment britannico della finanza istituzionalizzata, qual è Wolf, non è che sia estraneo al concepimento STRATEGICO (cioè di vertice) del messaggio politico, invariabilmente strumentale (sia chiaro), che l'elite intende diffondere.

Quindi, Wolf è sicuramente un PORTAVOCE dotato di attendibilità e ufficialità: ciò che dice riflette veramente la volontà dell'elite.
E, in modo deduttivo, ci consente di risalire al suo "sentiment": ebbene, ESSI non hanno più il pieno CONTROLLO DELLA SITUAZIONE. Sanno che lo stanno perdendo e si affidano ai propri uomini più spendibili...

Perchè stiano perdendo il controllo è evidente: l'ideologia politica (questo e null'altro è) del liberismo internazionalista è roba rozza, priva di attendibilità previsionale.

Ad attestarlo, per restare all'ultimo secolo di sono due guerre mondiali, con in mezzo la rivoluzione d'ottobre e la crisi del '29: due intermezzi che condizionano le cose e ci spiegano anche come abbiano, proprio ESSI, sostanzialmente perso la seconda di queste due guerre mondiali (avendo vinto malamente la prima).

Certo, non sono allo stato estirpabili e rimangono come componente inevitabile della società; ma la loro rozzezza fa sì che la loro perdita di controllo derivi sempre dagli stessi errori.
Di cui, dopo una breve depressione da sconfitta (ogni tanto), in fondo si compiacciono: si trovano sempre dei nuovi servitori e dei nuovi sicofanti con cui riprendere il controllo, ma sempre ciclicamente fino al solito punto di rottura.
NON POSSONO SEMPLICEMENTE IMPARARE, perchè è costantemente insito nelle loro limitate e brutali premesse cognitive.
Eppure, ESSI sono tra noi, accampati come predoni spietati, che si divertono a infliggere sofferenze, anche se non ne traggono direttamente giovamento."

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4. Insomma, anche e proprio assistendo a ogni episodio del conflitto finale (o noi o loro!), oggi in corso, dobbiamo sempre tenere presente che il capitalismo, finanziarizzato, secondo una precisa convenienza che nasce dal monetarismo e dall'affermarsi irresistibile dello slogan per cui "lo Stato è come una famiglia", domina e distrugge e riplasma gli equilibri sociali di cui, tuttavia, oltre un certo limite non può fare a meno: persino le elezioni idrauliche e persino gli Esecutivi dominanti nelle organizzazioni internazionali metasovrane, hanno bisogno della massa dei "perdenti" (come li chiama Wolf) che abbocchi alla propria "etica".

Dunque, la "questione mediatica" rimane sempre fondamentale: perché è lì che si annida la forza delle elites mondialiste, è lì che si decide della labile possibilità di sopravvivenza della democrazia.

5. E lì che si colloca l'estremo e unico rimedio di ESSI per evitare di rendere conto dei propri errori.
Ogni singola parola, notizia, dichiarazione, messa in scena, tattica, di dissidio interno alla elite e ai loro mandatari, va perciò sottoposta a un'attenta presa di distanza in nome della consapevolezza.
Ogni singolo elemento dell'agenda dell'informazione mediatica è studiato per costituire un tassello della conservazione del potere oligarchico. Senza eccezione alcuna
Una consapevolezza che si raggiunge solo attivando le proprie risorse cognitive, di studio e di passione civile per la democrazia: non possono continuare all'infinito avendo di fronte cittadini preparati e impermeabili alla loro continua pressione mediatica.
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E questo, persino, anzi specialmente, se questa pressione prende decisamente la direzione di condurre il dissenso ad arenarsi sulla corruzione, sulla solidarietà pelosa di chi ha interesse al multiculturalismo per "terminare" interi popoli, (senza avvantaggiare chi li sostituisce),  al greve litigio, cinicamente nichilista, sui diritti cosmetici:

"...con la scusa voltairriana che ciò che va contro la morale o la sensibilità comune non tolleri la tirannia della maggioranza - e si riconosce di conseguenza il "diritto civile" alla minoranza - il liberale impone il relativismo culturale.

Quindi la democrazia sostanziale diventa la dittatura della maggioranza, la dittatura oligarchica diventa democrazia. Quindi la libertà è schiavitù e il free tradeè pace.

Se accetti che la dialettica nella fase capitalistica può essere ridotta alla pura contraddizione tra liberalismo e socialismo, converrai che i "diritti civili" in quest'ultimo non vengono fondamentalmente discussi: si danno per scontati.

(Come si danno per scontati in Costituzione, art.3, ma transeat)


L'unica battaglia che veniva considerata alla stregua della conquista dei diritti sociali, era quella per l'emancipazione femminile, per le analogie con l'oppressione causata dai rapporti di produzione.

I diritti civili sono precipuamente un problema per i poveri cristi.


Il problema rimane sempre e solo la miseria e l'ignoranza che questa impone.
Basti pensare alla differenza di sensibilità verso le minoranze che si incontrano tra la colta e ricca città e la provincia.  

In una democrazia compiuta non ci sarebbero mai stati neanche dei referendum sui diritti civili (Ndr: perché non ci sarebbero state resistenze culturali guidate dall'alto alla loro naturale affermazione, come corollario logico della eguaglianza sostanziale e del principio partecipativo di tutti i lavoratori alla vita politica, economica e culturale del Paese)

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