Il calcolo riportato il 25 gennaio,su questo blog, della recessione e del deficit 2013, ed effettuato rebus sic stantibus, cioè al netto di manovre non ancora prevedibili, e pertanto scontando essenzialmente gli effetti su quest'anno degli interventi 2011 e 2012, concludeva così:
"Quindi la recessione 2013, si collocherà in un "range" tra (0,8+0,5) e...(1,2+0,5), cioè tra 1,3 e 1,7 (sarei più propenso alla seconda cifra, ma ammetto che, mediando, potrei puntare su 1,5). Questo se li lasciamo fare e pur sempre valutando "ottimisticamente" il "loro" europesimo...
A questo punto, poichè la pressione fiscale rimane QUANTOMENO (ma probabilmente aumenterà, in pratica) a 45,2% del PIL, avremo anche una corrispondente caduta della base imponibile e, quindi, un ulteriore aggravamento del deficit/PIL rispetto al previsto: da 1,8 dovrebbe incrementarsi, diciamo "prudenzialmente", di un ulteriore 0,6-0,7, punti di PIL, (moltiplicando, appunto, il minor PIL per la pressione fiscale). Quindi l'indebitamento netto sarà ancora maggiore dell'1,8 e intorno a 2,4/2,5 del PIL."
Dalla raccolta di Dagospia di "flash" economici, ora, due mesi più tardi, apprendiamo questo:
"PIL: GRILLI, -1,3% NUOVA STIMA GOVERNO PER 2013, +1,3% NEL 2014Radiocor - Le nuove stime del Governo sul prodotto interno lordo del Paese prevedono un calo del Pil dell'1,3% quest'anno(-0,2% la precedente stima) e un ritorno alla crescita nel 2014 con un +1,3 per cento. Il Pil 2012 e' sceso del 2,4 per cento. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Le nuove stime del Governo sul rapporto deficit/Pil prevedono un rialzo al 2,4% per quest'anno e all'1,7% nel 2014. Grilli ha spiegato che l'impatto dei provvedimenti in cantiere per il pagamento dei debiti della Pa portera' il deficit al 2,9% quest'anno. Il debito pubblico, invece, salira' di 20 miliardi quest'anno e altri 20 miliardi il prossimo."
Dai giornali odierni in una confusa ridda di ipotesi e dati, si apprende che erogando il pagamento dei crediti arretrati nella seconda parte del 2013 (?), il deficit aumenterebbe fino a 2,9 punti di PIL. Il che, considerando che in assenza di tali pagamenti, sarebbe comunque al 2,4%, rende il tutto poco comprensibile (poichè 20 miliardi sono oltre 1,5 punti di PIL). Semmai si confermerebbe che queste uscite di "cassa" saranno, per circa un punto di PIL, prontamente coperte con altrettante entrate di "cassa" ovvero con un mix in cui entrino ulteriori tagli di spesa. Cioè una manovretta (si fa per dire) di circa un punto di PIL, che si aggiunge agli effetti già analizzati e all'aumento dell'IVA. Ma vedremo poi quali le probabili "pensate". Tutte amplificative della recessione e quindi anche dello stesso deficit, una volta ritarato sul PIL effettivo che ne risulterà.
Dai giornali odierni in una confusa ridda di ipotesi e dati, si apprende che erogando il pagamento dei crediti arretrati nella seconda parte del 2013 (?), il deficit aumenterebbe fino a 2,9 punti di PIL. Il che, considerando che in assenza di tali pagamenti, sarebbe comunque al 2,4%, rende il tutto poco comprensibile (poichè 20 miliardi sono oltre 1,5 punti di PIL). Semmai si confermerebbe che queste uscite di "cassa" saranno, per circa un punto di PIL, prontamente coperte con altrettante entrate di "cassa" ovvero con un mix in cui entrino ulteriori tagli di spesa. Cioè una manovretta (si fa per dire) di circa un punto di PIL, che si aggiunge agli effetti già analizzati e all'aumento dell'IVA. Ma vedremo poi quali le probabili "pensate". Tutte amplificative della recessione e quindi anche dello stesso deficit, una volta ritarato sul PIL effettivo che ne risulterà.
Oh, mica è finita qui.
Nel citato post, abbiamo anche detto:
"E quindi potrei essere di gran lunga ottimista negli attuali calcoli (sottostimando "l'europeismo" di Bersani-Monti e la questione degli "esodati non garantiti", circa 150.000, per risolvere la quale dovrebbero spendere, secondo i giornali, qualche imprecisato "miliardo". E poi non sia mai che si registri qualche emergenza bancaria "interna", tipo MPS).
Dunque, assumendo un moltiplicatore medio-ponderato da "mix" di ulteriori tagli e tasse (cioè di poco superiore a 1), si dovrebbe avere, almeno, un altro mezzo punto circa di PIL di ulteriore recessione (ma è per una buona causa: tutelare i crediti delle banche tedesche verso i PIGS, specie la Spagna e magari...Cipro. Insomma, "più europa" è sempre una soluzione "buona" per...vivere al di sopra delle nostre possibilità)."
Insomma, il nostro calcolo su deficit-recessione, rivelatosi esatto (al centesimo), non solo conferma che "loro" l'hanno perfettamente capita la storia del moltiplicatore fiscale ma anche che questo calcolo è solo provvisorio: e quindi probabilmente da ritarare verso il basso non appena note le "nuove pensate" con le quali vorranno dare copertura ai problemucci determinati dai 20 miliardi aggiuntivi di pagamenti arretrati della p.a..
Se, infatti, questi portano all'aumento del deficit, secondo la "loro" stessa asserzione, dovrebbero in teoria attivare un moltiplicatore positivo: ma così non ci si attende che sia, visto che comunque la recessione viene rideterminata in peggioramento come pure, solo parzialmente, il deficit, in un modo per cui i conti non tornano. Ciò confermerebbe, in ogni modo, che mettono le mani avanti su qualcosa che hanno già programmato in aggiunta agli effetti sull'anno della spending review e dell'inevitabile aumento dell'IVA.
Quindi, sia come tagli alla spesa, in specie agli stipendi nel pubblico impiego, oltre al previsto blocco dei contratti, sia come tasse a pioggia. Ad es; aumento "ulteriore" dell'IVA ovvero tagli alle deduzioni-detrazioni fiscali, revisione in aumento delle rendite catastali (in momento di cali vistosi dei prezzi immobiliari, quindi su prezzi di mercato ormai irrealistici) e altri mezzucci.
E sempre non paiono tener conto che il deficit aumenta anche e proprio per via della restrizione della base imponibile determinata dalla recessione aggiuntiva che, a sua volta, è determinata dalle politiche fiscali imposte dall'Europa.
E se l'hanno già programmato, significa che ogni decisione politico-fiscale, a prescindere dalla formazione di una maggioranza o l'altra di governo, è già scritta nei vincoli europei che, come sottintende Draghi nelle sue esplicite dichiarazioni, ci governano "in automatico".
Quindi, sia come tagli alla spesa, in specie agli stipendi nel pubblico impiego, oltre al previsto blocco dei contratti, sia come tasse a pioggia. Ad es; aumento "ulteriore" dell'IVA ovvero tagli alle deduzioni-detrazioni fiscali, revisione in aumento delle rendite catastali (in momento di cali vistosi dei prezzi immobiliari, quindi su prezzi di mercato ormai irrealistici) e altri mezzucci.
E sempre non paiono tener conto che il deficit aumenta anche e proprio per via della restrizione della base imponibile determinata dalla recessione aggiuntiva che, a sua volta, è determinata dalle politiche fiscali imposte dall'Europa.
E se l'hanno già programmato, significa che ogni decisione politico-fiscale, a prescindere dalla formazione di una maggioranza o l'altra di governo, è già scritta nei vincoli europei che, come sottintende Draghi nelle sue esplicite dichiarazioni, ci governano "in automatico".
Quindi non possiamo che restare in attesa di ulteriore europeismo e di "lotta-agli-sprechi-e-alla corruzione" invocata da zeloti incompetenti che confondono lo Stato e i suoi essenziali compiti costituzionali con le cricche (salvo non avere alcuna idea di quali siano i meccanismi, intatti, in base ai quali queste lucrano i propri illeciti profitti).
Sul 2014, poi, a meno di rivolgimenti radicali della situazione politico-istituzionale, ho come la sensazione che una crescita all'1,3 sia nè più nè meno che "illusione finanziaria" del tipo più classico. Quella forma di comunicazione da parte dei governanti fondata programmaticamente sull'ignoranza dei governati. O sulla "felicità" di proseguire nella decrescita, che poi è la stessa cosa.