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OSSERVATORIO PUD€-6 L'INVULNERABILE ESERCITO DI RISERVA DEL DEBITO PUBBLICO "BRUTTO"

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Ora si tende a pensare ad Amato o a Enrico Letta.
E magari, non sorprendentemente a questo punto, alle difficoltà che persino questi nomi di esecutori super-PUD€ potrebbero incontrare, non tanto nella formazione di un governo, quanto nella sua tenuta.
Ma vedete il PUD€ non è un organismo democratico; per definizione.
E' un sistema di potere in cui un organo di amministrazione (estero)controllata - il Parlamento-, prende decisioni di cui non sa valutare il significato sociale ed economico, obbedendo ad assetti di cui conosce a malapena le linee generali divulgate; ed in cui un comitato esecutivo ristretto -il governo- si legittima in funzione del grado di "zelo" nell'attuare le politiche imposte dall'azionista di controllo della Holding Italia. Che di sicuro non è l'elettorato, cioè il "popolo" ex-sovrano. E quindi  anche laddove avesse una sua chiara volontà espressa, a norma di Costituzione, per aderire a un qualunque indirizzo politico che non fosse quello precostituito nei trattati, nei gruppi intergovernativi e nei think-tank UEM.
Quindi non conta tanto chi sia al governo. Quanto COSA pensino coloro che trasmettono al governo la volontà dell'UEM. Che viene poi trasformata in suprema volontà istituzionale.
Facciamo qualche esempio di ciò che conta veramente sapere, molto più che industriarsi a decodificare il sentire dell'elettorato (che rimane attestato, nella sua stragrande maggioranza sul sano principio autolesionistico: debitopubblicocastacorruzionebrutto, efficacemente alimentato, per ora, dalla grancassa mediatica di regime).
Conta sapere che Visco dica: "Non è spendendo allegramente che si torna a crescere. Si cresce se si eliminano vincoli di bilancio...La variabile fondamentale è il disavanzo, che è virtuoso", anche se non è quello imposto dalla lettera della Bce (una concessione ogni tanto bisogna farla purchè si arrivi all'obiettivo finale, ndr.). E questo dovrebbe spingere a una lettura "meno talebana" dell'austerity...La crisi è grave ma non è stata causata dalla correzione di bilancio. La stella polare è conti in ordine e vincoli di bilancio. Non si ricresce tornando a spendere allegramente, ma si cresce se si eliminano i vincoli alla crescita, che non sono legati solo al bilancio pubblico nominale..."
O che Saccomanni abbia detto (nome "caldo" per un prossimo governo): ''Per uscire dalla crisi bisogna ridurre il debito pubblico e privato, e questo, per definizione, richiede tempo e puo' avvenire solo in maniera graduale se si vuole evitare una recessione. I tempi e i modi del deleveraging vengono dettati dai mercati finanziari''. E qui quello che conta è deleveraging, cioè tutelare i creditori finanziari e non fare alcuna analisi sui vincoli di cambio e sui vincoli di bilancio: ignorando senza alcun dubbio o tentennamento gli effetti recessivi del moltiplicatore fiscale di "tagli e tasse". Come se vincoli di cambio, effetti procicici del deleveraging, o moltiplicatore fiscale, non esistessero: e questo fa capire le possibili politiche che ci attendono. Anche se proprio non sono all'impronta quelle della "lettera BCE"!
E quindi "deleveraging": cosa ci ricorda?
Un'altra "voce che conta": "In a recent paper (Padoan et al. 2012), we examine a possible set of policy actions in the pursuit of the ‘good equilibrium’, where debt is relatively low and stable and growth is sustained . We find that historically, on average for the OECD as a whole, the public debt ratio tends to 75% of GDP in a ‘good equilibrium’ whereas once a country breaches a 106% threshold it can no longer, on its own, escape from a ‘bad equilibrium’. The policy messages emerging from our exercise are clear".
Qui si tratta di "equilibrium" non viene affermato papale papale che con un debito sopra il 75% non si abbia "crescita"; ma qualcosa di simile vorrà implicare, sulla base delle un pò misteriose (nel caso) evidenze dell'OECD: forse non è la mancata crescita, visto che le politiche di riduzione di deficit e debito in funzione pro-ciclica portano dritti dritti all'ouput-gap. E alla recessione. Ma qualcosa di "brutto", legato al debito pubblico voleva certo dire. Diciamo: "debitopubblicobrutto".
Ma no! Mi correggo: se vediamo l'archivio del nostro "Osservatorio PUD€", voleva dire proprio che il debito ostacola la crescita! Specie se non si fa "deleveraging", come dice appunto Saccomanni. E "anfatti":
"Growth-enhancing policies must go hand in hand with appropriately paced fiscal consolidation. There are obvious reasons for this:
  • The extraordinary pre-crisis build-up of debt to largely unsustainable levels has left most Eurozone economies with the task of redressing imbalances and embarking on an unavoidable deleveraging. High debt permanently weakens economic growth."..
Ma insomma, noterete, che la bufala di Reinhart e Rogoff (sui quali, da non perdere l'articolo di oggi di Munchau sul FT, che esordisce: "Milton Friedman misfortune was that his policies had been tried"), appare molto più diffusa e tutt'ora "unquestioned" di quanto non si voglia fa passare oggi. E noterete soprattutto la tremenda omogeneità di pensiero tra "quelli che contano".
Quelli che nessuna folla metterà alla berlina, quelli che precostituiscono ogni possibile opzione della politica economica dei paesi UEM (ex) costituzional-democratici.
E poi magari passano da un organismo internazionale al governo, ovvero da Bankitalia al governo...o alla BCE, per continuare a sviluppare il "deleveraging" che è un modo elegantemente paludato per dire "deflazione salariale". 

Che è poi la politica economica che ingrossa festante "l'esercito di riserva dei disoccupati". Fingendo di volere la crescita...cioè abbattendo il debito.
Insomma, i defilati e super-influenti pensatori economici del PUD€ sono molto più fortunati di Milton Friedman: le loro politiche sono state provate, hanno miseramente fallito, sono stati persino smascherati gli errori della dimostrazione teorica delle stesse, ma si continua a perseguirle.
E l'impopolarità se la prendono gli "altri". La "casta". Almeno finchè non si siedono in un governo della Holding Italia:  ma anche allora non è detto.
In fondo, trovano semprequalcuno che la butta in caciara (anzi, in molti, tanti quanti gravitano nella NMC-mediatica come "tecnici") e ripropone sodali della stessa schiera di pensiero; per ognuno che cade, tipo Monti, cento prenderanno il loro posto. Direttamente provenienti dal training bankitalia-G&S-OCSE-Bruegel Group e chi più ne ha più ne metta.



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