Riassumendo il percorso che abbiamo svolto fino ad adesso, e che, devo dire, tante risposte positive e "attive"sta suscitando in molti di voi, vi butto lì una breve guida panoramica.
"The bulk" dei concetti messi in circolo dai post parlano:
- 1) di come esista un potere/dovere di uscire dal trattato UEM (il "potere-dovere" è una tipica formula descrittiva delle funzioni pubbliche, tra cui, anche quella di governo, che è nel complesso una funzione pubblica, soggetta alla legge e prima di tutto alla Costituzione). Ciò a causa di squilibri socio-economici non correggibili insiti inevitabilmente nella moneta unica e acuiti dalla strategia di deflazione intenzionale intrapresa da altri paesi, contraria alle norme e alla "causa" cooperativa dei trattati, con il concorde, e quantomeno "omissivo", contributo della Commissione UE (su questo torneremo perchè forse è....peggio di così);
- 2) di come l'UE, consistendo in un sistema socio-economico in cui una governance "fondatrice" e "prevalente" di estrazione "bancario-finanziaria" ha imposto come valori "fondamentali" e a realizzazione prevalente, e, anzi, ormai esclusiva, "stabilità dei prezzi" e "libero mercato", ha comunque plasmato il nostro ordinamento creando, per via di "riforme" legislative nell'arco di due decenni, uno spazio dove una nuova forma di vasta "corruzione" si appropria della ricchezza comune e diminuisce il benessere collettivo, in un corto-circuito "multilivello" tra politica e imprenditoria-affaristica, riottose a controlli e regole di tutela del pubblico interesse (che infatti sono state abrogate e sostituite da "non regole" congeniali a tale disegno);
- 3) di come questo sbandierato "inglobamento" (cannibalizzazione della democrazia?) della nostra tradizione di "Costituzione democratica del lavoro" (che non era stata comunque a pieno realizzata!), non possa essere consentito dalle norme fondamentali della Costituzione stessa, correttamente intese;
- 4) di come questo corretto "intendimento" della Costituzione si possa accoppiare anche a un corretto intendimento dei trattati europei, nell'intento almeno di limitare i danni devastanti per la nostra democrazia e la sua scala di valori che pone al centro alcuni diritti fondamentali, "calpestati e derisi", nei fatti, dalle inarrestabili politiche di austerity. Sia la corretta "lezione" della Costituzione, che dei trattati, sono state infatti piegate alla "precomprensione" della governance UE, che con la suggestione della "parola del più forte", ha trasmesso tale "precomprensione" alla nostra stessa classe dirigente.
- 5) di come tutto questo rammenti uno schema del recente (tragico) passato dell'Europa, riallacciandosi alle più oscure forze antidemocratiche che hanno già devastato il continente -anche se oggi lo chiamano "sogno"- e di come, (allegria!), la situazione si stia evolvendo verso un esito che comunque portò alla sconfitta delle forze anti-democratiche e a una difficile ma esaltante "Liberazione". Ma non certo e non solo ottenuta con le sole "forze" espresse dagli "italiani".
Siccome sono un rompino con la "fissa" degli indovinelli (peraltro "a premio", come ricordo a Flavio, Oscar Dabbagno e a sil-viar), lascio a voi, nelle risposte (se ci saranno :-)...) dirmi quali siano, secondo voi, i vari post che si connettono ai vari punti che ho appena esposto.
Anche perchè per andare avanti, occorre ogni tanto "fare il punto", per capire se tutti hanno avuto il tempo di gradire e di "digerire" il discorso fatto a gran ritmo fino ad adesso.
Come contrappunto a questa esigenza, credo comune, devo farvi i complimenti, a tutti voi, perchè la risposta è stata pronta, vivace e interessantissima: uno "spettacolo" che mi conforta, anche nell'ottica della creazione collettiva del discorso che svolgeremo insieme (chi mi ha mandato dei post, li vedrà quanto prima pubblicati, anche risolvendo alcuni...problemini tecnici: Gosmin, fatti sentire con sil-viar!).
Tra le "risposte" vi offro un contributo, dato da uno di voi, di informazione "di servizio", che fa capire come il discorso che svolgiamo qui sia "distante" anni luce, effettivamente, dalla ideologia dominante e apparentemente irremovibile della governance UE-UEM:
a) il primo dato è costituito dalla "Lectio Doctoralis di Tommaso Padoa-Schioppa per il conferimento della Laurea Honoris Causa in Economia Internazionale del Commercio e dei Mercati ValutariTrieste, 19 novembre 1999"
una lunga dissertazione sulle cui capacità profetiche (...al contrario) vi riporto, a titolo esemplificativo, questo eloquente passaggio:
"I critici dell’unione monetaria si richiamano ancor oggi al modello di Mundell, e in particolare agli urti (shock) asimmetrici, per profetare il suo insuccesso. La critica - si pensi, oltre che a Krugman (2), a Feldstein - ha punti di forza e punti deboli.
Pare a me debole il richiamo agli urti asimmetrici. Gli urti economici sono sempre asimmetrici, nel senso che colpiscono l’economia in modo ineguale. Solo quando l’asimmetria abbia carattere non settoriale o regionale, bensì nazionale, la fissità del cambio priverebbe la politica economica dello strumento adatto. Ebbene, questi casi sono rari e, quando avvengono, la cura del cambio è sempre difficile da applicare e spesso inefficace. Sono casi rari perché, in paesi con strutture economiche abbastanza simili come quelli dell’Unione, urti asimmetrici nazionali possono essere determinati quasi soltanto dalla politica economica; e la probabilità che essi avvengano è stata grandemente ridotta proprio dall’unione monetaria e dal processo di convergenza preventivamente richiesto. Ma se davvero l’urto asimmetrico si manifestasse, non è detto che, in assenza d’unione monetaria, la variazione del cambio sarebbe praticabile ed efficace. Avrebbe forse dovuto ricorrervi la Germania dopo la riunificazione, ma essa venne respinta. E quand’anche le resistenze fossero superate, non è detto che la modifica della parità servirebbe, perché molto spesso gli effetti secondari sui prezzi e sui costi ne vanificano l’efficacia. ".
"Rari casi"!? "Urti asimmetrci possono essere determinati quasi soltanto dalla politica economica"? E di quali paesi, tanto per fare previsioni "diligenti"? Il "processo di convergenza" che riduce grandemente le probabilità di "urti asimmetrici"? E' quasi ingeneroso evidenziare questi passaggi, ma non siamo noi che abbiamo gestito questo processo, fatte queste previsioni, liquidato come "deboli" gli avvertimenti di Feldstein, Krugman e Wynne Godley...
Anche qui riportiamo un significativo passaggio:
"I mandati di Tommaso Padoa-Schioppa alla Banca d’Italia e alla Commissione europea sono stati contrassegnati da riallineamenti nell’ambito degli Accordi europei di cambio del Sistema monetario europeo. È risaputo che per Tommaso il problema cruciale risiedeva nel “quartetto inconciliabile”, ossia tassi di cambio fissi, libero scambio, mobilità dei capitali e politiche monetarie nazionali.
La soluzione è stata trovata nella moneta unica.
Oggi vediamo che questa soluzione è incompleta. La crisi ha messo in luce la necessità di portare a compimento l’Unione economica e monetaria.
Insieme ai presidenti del Consiglio europeo, della Commissione europea e dell’Eurogruppo, abbiamo individuato quattro pilastri su cui edificare un’Europa stabile e prospera: un’unione bancaria con un’unica autorità di vigilanza; un’unione fiscale in grado di prevenire e correggere bilanci non sostenibili; un’unione economica in grado di garantire una competitività atta a favorire un’occupazione elevata e, infine, un’unione politica in grado di coinvolgere profondamente i cittadini dell’area dell’euro".
Non traspare un certo..."panico" di aver intenzionalmente commesso qualche erroruccio e di non poterlo più nascondere?
In definitiva, Draghi "sogna": una "unione fiscale"!? "La soluzione (!?) è stata trovata nella moneta unica"? Ma come, quando simultaneamente ci addita tutto un programma di cose che andavano fatte prima e che non c'erano e non ci sono (tranne che in "sogno") le condizioni politiche per fare tutt'ora?
Ma sì, continuiamo così, "facciamoci del male" (tanto il dolore lo avvertiamo noi costantemente, a una parte del corpo che non ci consente di sederci...confortevolmente)