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VADEMECUM. LA "GUIDA" FINALE (a futura memoria)

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 (Tomba di Giuseppe Garibaldi).

La situazione italiana sta "allegramente" precipitando senza alcuna apertura di comprensione della gravità della situazione da parte di ogni governo succedutosi - con l'appoggio mediatico granitico che ne rafforza l'inadeguatezza- negli ultimi 3 anni.
Vi fornisco un piccolo vademecum riassuntivo, - corredato dai links più importanti per sviluppare l'inquadramento giuridico-economico della situazione stessa-, da utilizzare come "guida" finale, e testimonianza "a futura memoria" (ormai e purtroppo), di ciò che disperatamente avrebbe potuto tentarsi per tutelare l'interesse sovrano e democratico della Nazione italiana.


Se si parte dalla posizione politico-negoziale che si rispetteranno i parametri del fiscal compact, avendo anche autonomamente inserito il pareggio di bilancio in Costituzione, sostenendo che, tutt'al più, si vuole (in modo del tutto generico) più flessibilità nella loro applicazione:
1) si ribadisce la propria volontà di adesione al fiscal compact prescindendo dalla unica critica negozialmente legittima all'austerità fiscale: quella sulla attendibilità economica - già ora smentita dai fatti- dei presupposti,  che condussero a quella soluzione "emergenziale" e sicuramente costrittiva per l'Italia.  
2) In connessione a ciò, si rinuncia anche a rivendicare, secondo il principio di parità sancito dallo stesso art.11 Cost., il medesimo grado di sovranità che, sull'OMT come su ogni altra misura delle istituzioni UE, i tedeschi si sono riservati sempre di sindacare ed autoattribuirsi. Ciò implica la rinuncia a contestare la legittimità del  FC come fonte contraria ai superiori trattati UE (a cui è esplicitamente subordinato in termini di condizione di efficacia), nonchè dell'euro stesso, in base al principio rebus sic stantibus che, sul piano della sovranità democratica, è ad applicazione irrinunciabileper le istituzioni repubblicane democratiche ai sensi degli artt.1, 10, 11 e 139 Cost;
2) si accetta infatti, in tal modo, di considerare questo assetto valutario, ed il FC come strumento di correzione degli squilibri determinati dall'applicazione (originariamente e consapevolmente) asimmetrica della moneta unica, come conformi ai limiti costituzionali interni (ma tutt'ora prevalenti nel sistema delle fonti di diritto) il cui rispetto soltanto rende leciti gli impegni internazionali assumibili dall'Italia nell'ambito di organizzazioni internazionali economiche;
3) si rinuncia, per ciò solo, e in modo inequivoco, a mettere in discussione la conformità dell'euro - e della stessa "austerità"- al fine cooperativo che dovrebbe avere l'UE, ed a contestare la stessa corrispondenza dell'azione dei paesi creditori in surplus commerciale - e simultaneamente delle stesse istituzioni UE, inerti sul punto-, agli obblighi di convergenza, coordinamento e cooperazione che dovrebbero caratterizzare le politiche economiche, sociali e di equilibrio commerciale, secondo gli stessi enunciati dei trattati;
4) in pratica, ci si dichiara acquiescenti alla interpretazione dei trattati contraria alla posizione italiana e in tal modo si legittima e si incentiva ogni altra successiva imposizione che aggrava tale interpretazione.

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