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PREDIZIONE FRATTALICA: SIMUL STABUNT, SIMUL CADENT

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Neri ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "CONTO FINANZIARIO E PNE TRA VALUATION EFFECT E SAL...":

"Non riesco a essere ottimista (quel che vedo non mi piace), non riesco a essere pessimista (non riesco a vedere tutto il quadro).
Dal 1980 si è formato un ciclone economico continuamente alimentato attraverso la leva finanziaria. Il ciclone è una singolare manifestazione atmosferica. All'interno del vortice viene stabilito, attraverso l'energia proveniente dall'esterno, un buon grado di vuoto (pressione più bassa dell'ambiente circostante) che mantiene la rotazione delle particelle e la rende stabile proiettando contemporaneamente il materiale verso l'alto.
Dal 1980 il tempo trascorso è assai. Tutti gli strumenti utilizzati per mantenere la rotazione sono insostenibili, le macerie si accatastano una sull'altra.
Cosa farà collassare la gigantesca bolla?
Lehman Bros. sembrava adeguato alla bisogna (il più grande fallimento del mercato). Si sono riversate nuove risorse provenienti non dai privati ma dagli stati, intermediate dai privati (banche centrali indipendenti). Tra il PIL mondiale reale (circa 60 T$) e quello finanziario (circa 600 T$) la bolla attualmente dove va situata?
Non ne faccio una questione morale, mi fanno un pochino ridere i creditori che pretendono il rientro dei loro capitali prestati sfidando il moral hazard (definizione non mia): l'economia reale non ha risorse sufficienti per far diventare denaro sonante la carta straccia. Si
ricorrerà alla ricchezza. In Italia il rapporto tra ricchezza e PIL vale circa 2,3. Se manteniamo fisso questo parametro prendendolo (in primissima approssimazione) come media mondiale si ottiene una ricchezza mondiale di 138 T$. Quindi: se la bolla vale di più è priva di senso. Amenoché si incominci a scambiare il suolo nazionale come rimborso dei debiti contratti sotto moral hazard.
Tutto ciò per dire che l'ipotesi frattalica vale. Perché non è la storia che si ripete secondo un genere letterario piuttosto che un altro. Semplicemente gli attori sono sempre gli stessi: descritti dal teatro greco con una integrazione secentesca (il vecchio Scuotilancia). E,
sotto la pressione esterna ne dovranno succedere cose dentro al vortice. Che lo faranno collassare. Anche all'esterno succederà di tutto.
Forse anche che arrivi la troika. E chi lo dice che il rignanese se ne starà a guardare? Berlusconi "teneva famiglia" ma lui no. Potrebbe diventare improvvisamente patriota-nazionalista-antieuroglobalizzato e i parlamentari così come hanno votato i trattati UE con maggioranza bulgara possono ripristinare per decreto lo stato precedente (e li voglio proprio vedere quelli della troika protestare "al colpo di stato"). 
Il sedicente garante dell'unità nazionale deve ratificare fino a conversione in legge e se gli viene un infarto faremo funerali di stato adeguati alla statura del dipartito. Al rignanese basta restare nella NATO per essere a posto. Se i tempi sono rapidi e ben scelti il colpo può riuscire.

ps ho inglobato nel valore di 600 T$ tutto ciò che si basa su leva considerando ignoto tutto l'OTC. Ci ho messo dentro anche i capitali prestati fuori dai confini nazionali al 4-5% e più (vedi Grecia) quando all'interno dei confini nazionali avrebbero potuto fruttare 0.5-1 %

pps se sbaglio mi correggerete e scusate la follia. Quarantotto, se cestini non me la piglio."


(FRATTALE)

No, caro Neri, non cestino, anzi.
Sul "rignanese", però, escludo una svolta come quella che ipotizzi. Per una ragione molto semplice: non si arriva a manomettere la Costituzione ed a saldare le "grandi intese" sulle riforme che "controparte" non era riuscito a fare per 20 anni, se non si è intimamente e completamente integrati nella visione (recepita inconsapevolmente: il contrario sarebbe chiedere culturalmente troppo) del "meraviglioso mondo di von Hayek".
E non è poco; è proprio molto. 
E lo escludo per un'ulteriore e connessa ragione che appartiene alla "matematica" della Storia e della psicologia di massa. E quindi sostanzialmente frattalica. 
Quando si arriva agli estremi della "cultura-pop", fino a trascurare addirittura la sua versione tecnocratica (sempre rigorosamente pop, beninteso), non si è oppositori di quest'ultima: neppure a livello meramente potenziale. 
Si è, piuttosto, il frutto estremo di questa "cultura", cioè si è oltre la soglia del limen ove non c'è neanche più bisogno della semplificazione tecno-internazionalista, perchè si è, prima ancora, ontologicamente internazionalisti e anti-sovranità, per costituzione psicologica e con mancanza di scelta. 
Si è un "corpo unico" con questa matrice, nella piena logica del "simul stabunt simul cadent".

Questo principalmente implica che (NB: si rivendica l'appartenenza alla generazione Erasmus eppure si parla l'inglese in modo grottesco) non esiste alcuna radice e ombra di consapevolezza della sovranità democratica, della Costituzione, delle ragioni storiche e socialiche portarono alla "democrazia necessitata". Si è, cioè, troppo oltre...persino se avvenisse l'euro-break!  
Rammento:
"E in fondo la questione dell'euro va vista solo su questo piano: uscirne per rimanere nel dominio incontrastato dei "nipotini di Von Hayek"è un'operazione di facciata. Una beffa. Uscirne per ripristinare la sovranità dei diritti, costituzionale e universalistica, è la vera frontiera della democrazia."

Altri, ma veramente altri, potranno forse svolgere quel ruolo di rivendicazione delle ragioni profonde dell'interesse nazionale. Persino se lo limitassimo alla sua prospettiva solo "da destra" (intesa come liberista). Non chi concepisce solo l'interesse "localistico" (nel senso più strettamente campanilistico) della propria personale ascesa e presa del potere...

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