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LA MACCHINA DEL LIVORE. (Ormai inarrestabile?)

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Come spesso accade, Lorenzo Carnimeo segnala una tendenza sintomatica del collasso finale del sistema attuale.
Insomma, a un certo livello, gli stessi organi di stampa che hanno alimentato l'ondata livorosa che ha accecato l'opinione di massa ("pubblica", nel senso di "informata", come sappiamo, ormai non è più), distogliendola dal comprendere correttamente le cause effettive dell'ondata di impoverimento e di disoccupazione che ha colpito l'Italia, (in nome del "vincolo €st€rno"), paiono avere tracce iniziali di "orore di se stessi" (Petrolini dixit).

Ora, come molti (o almeno alcuni) sapranno, ieri insieme a Antonio Rinaldi, Marco Mori e Maurizio Gustinicchi (quali rappresentanti di Riscossa Italiana), ci siamo recati al Senato, all'aula riunioni del M5S, per parlare di Costituzione e piccole imprese.
La discussione che ci è stata consentita è stata apprezzabilmente aperta e approfondita. 
Nondimeno, tra gli intervenuti, non mancava chi riteneva, con toni accesi di constestazione, che, in definitiva, l'economia (e, se per questo, neppure la illustrazione del rispettivo significato di Costituzione e Trattati), non  spiegasse in termini "pratici" la crisi italiana, perchè, ci è parso di capire tra le acute grida, la sua causa principale sarebbe la corruzione.
Questa posizione è stata sostenuta in base all'argomento che ciascuno espone, sempre e comunque, mere opinioni personali, e, quindi, qualunque visione, a prescindere dai dati, dalle analisi economiche e giuridiche, dallo studio di variabili e loro correlazioni, avrebbe pari dignità
Di più: in pratica, poichè ogni approccio scientifico, - condotto su eventi e serie storico-economiche ed analisi giuridico-istituzionali- avrebbe l'effetto intollerabile di contrastare la conclusione soggettiva, ma a quanto pare inconstestabile, che la corruzione (ovviamente inclusa la "Mafia al potere") avrebbe una relazione causale decisiva con la crisi, e la disoccupazione, l'approccio stesso sarebbe colpevole di "inconciliabilità" con la tesi della corruzione, che è validabile a priori. 
Ciò in base all'essenziale argomentazione che tale tesi avrebbe valore "pratico" mentre le analisi scientifiche - e le politiche economico-fiscali auspicabili che ne scaturirebbero- sarebbero mera teoria.

Peccato che questa suggestiva tesi, ovviamente non teorica ma dotata di autoproclamata superiorità pratica, lasci intatta l'applicazione inesorabile della TEORIA ECONOMICA CHE E' ALLA BASE DELLE POLITICHE ATTUALMENTE SEGUITE IN EUROPA, fornendogli una gigantesca copertura politica e, date le sue premesse cognitive, oggettivamente sub-culturale. Cioè questa visione così pratica, è intrinsecamente ausiliaria e rafforzatrice di una specifica "teoria" e ne rigetta, a-prioristicamente, un'altra, quella legata alla Costituzione.

Sulla non quantificabilità della corruzione, in assenza della cui esatta stima sarebbe quantomeno avventuroso dargli questa efficienza causale, nonchè sulla funzione ed evoluzione del fenomeno corruttivo in relazione ai diversi modelli applicati in campo economico ed istituzionale, abbiamo detto qui e qui.
Sui rimedi, immediatamente perseguibili, eppure stranamente mai perseguiti, a questo sicuramente deprecabile fenomeno, abbiamo fatto cenno qui: e siamo sempre in attesa di poter approfondire il discorso con le numerose ulteriori soluzioni, che si attualizzerebbero in caso di risoluzione della crisi e di ritorno alla fisiologia della democrazia (sostanziale non come metodo"idraulico")..
Voi lettori, sicuramente li avrete letti, questi post, con occhio attento e desideroso di capire, ma disperiamo che proporli ad interlocutori così predisposti abbia una qualche forma di utilità.
Vedremo.

Intanto, persino da Nomisma, - con un ritardo rapportabile al fatto che le politiche di consolidamento fiscale, e di prevenzione-correzione degli squilibri commerciali dell'area UEM, non partono negli ultimi tre anni, ma dalla "convergenza" su Maastricht, cioè almeno da quando, in omaggio agli obiettivi fiscali di indebitamento e debito pubblico, "fruttano" all'Italia un saldo primario (risparmio pubblico sicuramente sottratto alla domanda) che, cumulativamente,non ha pari al mondo - si parla in modo fortemente critico di politiche ostinatamente deflattive e di conseguente output-gap.
[Verità 10] Dal 1996 ad oggi l’Italia ha prodotto il più alto avanzo primario statale cumulato della storia: 591 miliardi di euro correnti, ben 220 miliardi in più della virtuosa Germania (dati Commissione Europea).
Cosa che ha a che vedere con l'ammontare degli interessi sul debito conseguente a "vincolo esterno", combinato con l'anticipazione unilaterale della Banca centrale indipendente dovuta al divorzio tesoro-bankitalia del 1981.
imagesCAXBD5G7 La Svalutazione del 1992 1995 
Solo che, appunto, l'output-gap, che non è mai un fenomeno positivo in termini di utilizzazione e allocazione dei fattori della produzione nazionali, si è appunto manifestato molto prima, e sempre in termini negativi per occupazione e crescita, del periodo di consolidamento fiscale a carico dei soli paesi debitori culminato nel six-packs e nel fiscal-compact (e quindi nel pareggio di bilancio).
Insomma: se la disuguaglianza tra S e I si verifica in misura notevole per via di sistematico e prolungato intervento fiscale, non ci si può stupire se ciò, inevitabilmente, sfoci in una grave crisi da domanda. Irrisolvibile se la cura poi siano insistite supply side e inasprimento delle stesse politiche fiscali!
Tra l'altro, lo studio si azzarda a suggerire che la BCE dovrebbe procedere ad acquisti diretti - con relativa monetizzazione!- dei titoli del debito sovrano degli Stati UEM: con ciò sconfessando la clausola fondamentale dell'art.123 del TFUE, elemento pattizio che, senza ipocrisie, non è caduto casualmente dal cielo, ma è da considerarsi precondizione essenziale della partecipazione tedesca alla stessa UE!
Rimane che il contenuto di questo studio di Nomisma è indicativo che la "lezione livorosa"è abbandonata persino nelle roccaforti dell'europeismo e del "vincolo esterno".
Il problema, a livello politico come pure mediatico (v.sopra), è che scatenate le legioni della rabbia e della lotta tra impoveriti, come in ogni apocalisse che si rispetti, il successivo "esorcismo" può risultare quasi impossibile.
Ammesso che lo si voglia fare.


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