
Certo la Commissione...La legge di "strabilità"(cioè strabiliante) espansiva...
Però, abbiamo visto, solo se ci si accontenta della versione mediatica e non si è costretti ad attendere gli effetti nella realtà viva del Paese anche di questa versione legge di stabilità, provvisoriamente data in pasto all'opinione di massa, non in grado di decifrarla.
Insomma, sull'effetto-annuncio "meno tasse per tutti" ci si può, come al solito, contare; prima che inizino i DEF, le trimestrali, i dati Istat in corso di 2015, i ravvedimenti di Bankitalia, FMI, OCSE, Eurostat, e chi più ne ha più ne metta.
Tant'è che... "esulta" il Giornale di Berlusconi: “Finalmente meno tasse. Renzi fa una cosa di destra. Tagli alle imposte per 18 miliardi e sgravi alle imprese che assumono: è la ricetta di Forza Italia” (p. 1)."
Dunque, ci potrebbe essere un ulteriore fattore "politico" a pesare (negativamente, è chiaro) sull'approvazione di Bruxelles. La Merkel, si sa, certe cose se le lega al dito.
Ma non è detto: se si salvano le forme, sull'intestatario della manovra,ragioni di colossale €opportunità potrebbero consigliare un'apparente "flessibilità" degli €urocrati ordoliberisti.
Apparente nel senso già esaminato nel precedente post: perchè, come Renzi ben sa fin da ora, non potendo ignorare le molto concrete "esortazioni" già in precedenza destinate all'Italia, e provenienti dai rappresentanti dei mercati (da Draghi per finire...agli spread), la manovra che verrà approvataconterrà cose diverse, da quelle ora proposte per tirarsi la "carrettella" del consenso (delle imprese).

La Commissione dovrà salvarsi la faccia su una duplice e concordante linea:
1) vanno bene le supply side, cioè manovre, solo formalmente espansive, di sostegno non alla domanda ma all'offerta, perchè la crisi da domanda è un'ipotesi "inaccettabile" e la legge di Say, (orientata in questa fase storica all'autocreazione della sola domanda...estera, però), è l'unica certezza;
2) le coperture però devono essere tutte garantite da politiche in pareggio di bilancio: cioè senza creazione di nuovo debito (indebitamento).
Come? La Commissione lo ha già detto, il governo ne ha preso atto, da mesi: solo attende che sia la Commissione ad imporcelo.
Ci si potrebbe domandare: ma a questo punto, se si ripristinasse anche per il 2015 il principio del pareggio di bilancio "dinamico", (sui flussi, non nell'intaccare lo stock e il debito/PIL: cosa che non sta riuscendo affatto con politiche che hanno ormai portato alla deflazione ed alla riduzione del PIL persino nominale, cioè misura della recessione superiore al tasso di inflazione), come si fa a preservare il consenso legato al "messaggio" lanciato dalla originaria concezione della legge di stabilità?
Il fatto è che la macchina del "rabbioso tramonto dell'euro" si è ingolfata. Qui abbiamo appena visto perchè (lo integriamo coin links di approfondimento):
"Con il TLTRO, l'esigenza da soddisfare potrebbe ridursi a sostituire il volume di titoli pubblici già acquistati con il LTRO, la cui scadenza (con gran parte della restituzione ancora da fare) altrimenti costringerebbe le banche a liberarsene e proprio mentre gli spread si rimuovono verso l'alto.
Ovviamente, ciò significa che i soldi non arriverebbero affatto all'economia reale.
Ma il TLTRO, sulla violazione del previsto bench mark incrementale di prestiti ai privati, si limita a sanzionare con la restituzione dopo due anni anzicchè i quattro ordinari. Sicchè, in pratica, più che "targeted" all'economia reale, è un...LTRO biennale di tentata sopravvivenza dell'euro.
Vale la pena di aggiungere che anche in questa ottica, la strategia non pare reggere molto: la salvezza dell'euro venne dall'annuncio dell'OMT, quando gli spread, ad onta dei LTRO, avevano superato i massimi della fine del 2011.
Ora, noi sappiamo - qui siamo stato i primi a spiegarlo in Italia-, che la vita dell'OMT, anche solo teorica (com'è stata finora), è moooolto a termine: la sentenza della CGUE, attesa, pare, per la tarda primavera (salvo ritardi strategici), rischia comunque di liquidare il tutto.
Se non altro perchè anche se la CGUE ne affermasse la legittimità secondo i trattati (difficilmente sostenibile...ma si sa...), la Germania, con la sua Corte costituzionale, ha già detto che ne resterebbe fuori.
Quindi la sentenza - a tacere di altri eventi prossimi venturi (verifica UE sulle banche di sistema, deflazione non corretta e situazione Grecia, per dire)- segnerebbe comunque uno spartiacque di totale scopertura della valuta unica, che si rivelerebbe per quello che è: priva del reale sostegno di una banca centrale e libera di provocare effetti gold standard senza alcuna possibilità di correzione con politiche monetarie. E certamente fiscali "federali".
Ma il TLTRO, sulla violazione del previsto bench mark incrementale di prestiti ai privati, si limita a sanzionare con la restituzione dopo due anni anzicchè i quattro ordinari. Sicchè, in pratica, più che "targeted" all'economia reale, è un...LTRO biennale di tentata sopravvivenza dell'euro.
Vale la pena di aggiungere che anche in questa ottica, la strategia non pare reggere molto: la salvezza dell'euro venne dall'annuncio dell'OMT, quando gli spread, ad onta dei LTRO, avevano superato i massimi della fine del 2011.
Ora, noi sappiamo - qui siamo stato i primi a spiegarlo in Italia-, che la vita dell'OMT, anche solo teorica (com'è stata finora), è moooolto a termine: la sentenza della CGUE, attesa, pare, per la tarda primavera (salvo ritardi strategici), rischia comunque di liquidare il tutto.
Se non altro perchè anche se la CGUE ne affermasse la legittimità secondo i trattati (difficilmente sostenibile...ma si sa...), la Germania, con la sua Corte costituzionale, ha già detto che ne resterebbe fuori.
Quindi la sentenza - a tacere di altri eventi prossimi venturi (verifica UE sulle banche di sistema, deflazione non corretta e situazione Grecia, per dire)- segnerebbe comunque uno spartiacque di totale scopertura della valuta unica, che si rivelerebbe per quello che è: priva del reale sostegno di una banca centrale e libera di provocare effetti gold standard senza alcuna possibilità di correzione con politiche monetarie. E certamente fiscali "federali".
Ma allora?

Allora, contando sulla franchigia, o meglio complicità "acclamativa", mediatica all'iniziale penZata della legge di stabilità, non sarà che quest'ultima non è altro che il primo manifesto elettorale?
In effetti, fatto il pieno di voti, poi la realtà si può aggiustare a piacimento "mediatico" e la euro-deflagrazione la si può gestire da posizioni di forza politica (l'economia reale è un'altra cosa, ovviamente).