
1. La soluzione del bail-in anticipato, in Italia, rispetto alla entrata in vigore delle norme interne di recepimento della disciplina UE-M in tema di "Unione bancaria", introdotta (poi anche nella legge di stabilità) dal decreto "Morando" salva-banche (Banca Etruria, CariChieti, Cassa di Risparmio di Ferrara e Banca Marche), potrebbe stupire solo chi, e purtroppo sono molti, non ha voluto informarsi prima e crede che l'euro, e l'UE, NON siano il principale problema italiano.
Quest'ultima convinzione è mantenibile solo a condizione di rassegnarsi al condizionamento mediatico su cui si regge il potere sovranazionale che condiziona, fin nei minimi dettagli, l'esercizio dei poteri pubblici e di governo in Italia.
In sostanza, è una convinzione che si regge su quella ignoranza idealistica per cui si crede che una spietata regolazione ordoliberista della società abbia a che fare qualcosa con la pace e la cooperazione in Europa.
Ricordiamo, perchè ora più che mai, assume senso:
«Il controllo economico non è il semplice controllo di un settore della vita umana che possa essere separato dal resto; è il controllo dei mezzi per tutti i nostri fini. E chiunque abbia il controllo dei mezzi deve anche determinare quali fini debbano essere alimentati, quali valori vadano stimati […] in breve, ciò che gli uomini debbano credere e ciò per cui debbano affannarsi».
(F. von Hayek da "Verso la schiavitù", 1944).
2. Per capire, come l'attuale fenomeno di stupore e rabbia collettivi non siano altro che il tardivo risveglio di ingenui e terrorizzati cittadini che si sono rifiutati persino di tentare di capire, vi riportiamo alcuni passaggi dell'intervista rilasciata da una impiegata bancaria di Nuova’ Banca Marche spa. dopo aver scritto una lettera al capo del governo:
...«L’operazione che era stata inizialmente presentata dall’Abi, che avrebbe comportato decisamente meno problemi ai risparmiatori, è stata rigettata dalla Commissione europea in quanto considerata appunto aiuto di Stato. Ma ho chiesto al premier: ‘Come può esserlo un prestito ponte emesso da una cordata di istituti di credito assolutamente privati?’ Nessuno spiega cosa abbia indotto la commissione a definirli in tal senso e perché il nostro governo non abbia potuto far opposizione».
...«Lei si rende conto di quanto questa manovra peserà sulla nota e storica propensione al risparmio degli italiani? Come possiamo fidarci, e qui parlo da risparmiatrice, di un Paese che non tutela i suoi stessi figli, ma che li sacrifica all’Europa? E in cambio di cosa?
Solo per portare sulla giacca la stellina dei più bravi della classe per essere una delle nazioni che meno hanno ricorso agli aiuti di Stato?
In una situazione del genere, sebbene forse sarebbe stato meglio ricorrere alla Corte Europea per dimostrare l’infondatezza del principio su cui si è basato il rifiuto del piano dell’Abi da parte della Commissione, varare i Tremonti Bond ‘bis’ come per Monte dei Paschi di Siena sarebbe stato il male minore».
...«Sì, ho scritto: ‘Lei rappresenta l’Italia, noi ancora siamo cittadini italiani, e non voglio credere che ormai la repubblica italiana non esista più e sia una semplice ‘succursale’ della casa madre Germania. Mi scusi se mi permetto di dare consigli o parziali ricette per cercare di risolvere almeno in parte questo enorme disastro, ma mi creda che dover parlare ogni giorno con azionisti e obbligazionisti è terribile, specie perché nessuno di noi dipendenti, ignari del dissesto fino al giorno del commissariamento, è in grado di giustificare come ottimi istituti siano riusciti a fare una fine così ingloriosa».
3. Tutte cose sensate, non c'è dubbio.
Ma questa stessa impiegata avrebbe avuto tutti i dati e le informazioni a disposizione per capire che questa direzione inevitabile era stata già intrapresa dall'Italia ben prima del "pasticciaccio brutto" in questione.

Solo a titolo di esempio, dato che anche da altre fonti avrebbe potuto informarsi e capire, se avesse voluto, - superando il barrage dei media ufficialiintrisi di "ci vuole più €uropa" e pronti da sempre ad esaltare, sacralizzando ogni idea proveniente da Bruxelles o Francoforte, la "grande conquista" dell'Unione bancaria"-, riporto alcuni brani di post degli scorsi anni, esattamente sui temi che lei solleva oggi (facendolo precedere da un'opportuna citazione da fonte BCE):
La stabilità finanziaria in Europa e il progresso verso l’unione bancaria. Intervento di Jörg Asmussen, membro del Comitato esecutivo della BCE, a “The Way Forward for the Eurozone and Europe: A Conversation with European Policymakers”, organizzato da Brookings Institution e dal Center for the United States and Europe, Washington, 18 aprile 2013
4. Sulla "italianità"(only)degli aiuti di Stato...
BANCHE, CONCORRENZA E...ULLALA', "AIUTI DI STATO" (29 luglio 2013)
"Il settore bancario, poi, è quello che, essendo affidata la vigilanza di settore alle banche centrali nazionali, e non essendo completato il passaggio alla BCE della vigilanza "strategica" su tutto il sistema bancario UEM, soffre della maggior disattenzione possibile da parte della Commissione quanto al colpire posizioni di mercato abusive,"intese" restrittive della concorrenza (sanzionate in termini ridicoli),e oligopoli che si allargano in funzione della, talvolta misteriosa, capacità di espansione di certi istituti.
Ma gli "aiuti di Stato", quelli no: quelli la Commissione, anche rispetto al sistema bancario, non li può tollerare.
La dimostrazione?
Almunia, il commisssario UE alla concorrenza, subito se la prende con l'aiuto italiano, dato dal governo Monti, al Monte dei Paschi di Siena.
"Per Bruxelles il piano di ristrutturazione di Mps e' troppo morbido sul fronte dei compensi dei manager, il taglio dei costi e il trattamento dei creditori'' e senza modifiche ''urgenti'' il commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia, aprira' una procedura di infrazione della durata di sei mesi che potrebbe portare a sanzioni o al rimborso forzato dei 3,9 miliardi di Monti bond. Lo scrive il Financial Times dando notizia di una lettera di Almunia al ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni datata 16 luglio."Tutto regolare, allora?
La dimostrazione?
Almunia, il commisssario UE alla concorrenza, subito se la prende con l'aiuto italiano, dato dal governo Monti, al Monte dei Paschi di Siena.
"Per Bruxelles il piano di ristrutturazione di Mps e' troppo morbido sul fronte dei compensi dei manager, il taglio dei costi e il trattamento dei creditori'' e senza modifiche ''urgenti'' il commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia, aprira' una procedura di infrazione della durata di sei mesi che potrebbe portare a sanzioni o al rimborso forzato dei 3,9 miliardi di Monti bond. Lo scrive il Financial Times dando notizia di una lettera di Almunia al ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni datata 16 luglio."Tutto regolare, allora?
Mica tanto. L'Italia si ritrova, ancora una volta, nella posizione di Fantozzi: "subisce ancora".
Sempre e comunque.Tralasciamo, per carità di Patria (è proprio il caso di dirlo), il caso dei salvataggi tedeschi alla propria industria bancaria: ne abbiamo parlato molte volte.
E' interessante il secondo "lato" del "von Hayek per fessi", quello francese.
L'Italia è sotto procedura di infrazione per 3,9 miliardi di "Monti bond", cioè per il soccorso finanziario (che incrementa il debito pubblico, sia chiaro) dato a MPS.
E'"divertente", vedere il diverso atteggiamento della Commissione sui salvataggi bancari francesi, per dimensioni incomparabilmente superiori al caso MPS; e non certo meno recenti, cioè non considerabili sotto l'occhio post-Cipro ora usato dalla Commissione.
Facciamo un piccolo elenco dei "via libera" della Commissione rispetto alle operazioni di Hollande e, soprattutto, Banque de France (quella che "certifica", nel sistema STEP, il francesissimo mercato Euroclear, senza che la BCe si disturbi a "vigilare" troppo):
- per Credit Immobilier de France, nel febbraio 2013, la Commissione ha avallato un salvataggio sotto forma di garanzie pubbliche (equivalenti in teoria a debito pubblico, come gli stessi Monti bonds), per 16 miliardi;
- per Banque PSA, banca aziendale del realtivo gruppo automobilistico, sono state fornite analoghe garanzie per 7 miliardi. La Commissione, sempre a febbraio, ha fornito il suo consenso anche a questa operazione (che finanzia in sostanza la ristrutturazione anche del gruppo automobilistico e ha ridato "accesso ai mercati" all'istituto bancario);
- il gruppo franco-belga Dexia ha utilizzato garanzie pubbliche per 72 miliardi, che nell'anno in corso dovrebbero scendere (non si sa come) a 33 miliardi, mentre lo Stato francese ha finora fornito garanzie per, pensa tu, 39 miliardi (il che porta il tutto, pur sempre, a 10 volte il volume di intervento italiano su MPS). Che fa la Commissione? All'inizio del 2013 ha autorizzato la terza tranche di salvataggio, che dà allo Stato francese la qualità di azionista (obbligato a sostenere il previsto aumento di capitale di 5,5 miliardi), al 50,02%.L'Eliseo cosa fa? "Minimizza e smentisce", ma i tre salvataggi (limitandosi a questi), fino ad ora, gli sono costati circa 65 miliardi (miliardo più miliardo meno; tanto c'è Euroclear a tenere in piedi la baracca con liquidità nuova, in euro, della BCE).Insomma, Commissione "inflessibile" con l'Italia: tanto in effetti, l'euro pare che ce l'abbiamo solo noi, mica più la Francia. E siamo pure euro-entusiasti."
5. Sul "ricorrere" alla Corte UE, anche solo tentando di ricevere un trattamento omogeneo rispetto agli altri Stati-membri, rammentiamo la questione Alitalia, indice, anticipatorio ed altamente eloquente, di una salda tradizione di acquiescenza italiana al superiore e incontestabile paradigma "concorrenziale" UE:
CHE FINE HANNO FATTO I 900 MILIONI CHE L'U€ DOVEVA RISARCIRE AD ALITALIA? (27 settembre 2013)
"Per capire la questione Alitalia, ho trovato questo puntuale e informato articolo di Guido Gazzoli.
Ve ne riporto alcuni passaggi, perchè la vicenda che ne emerge dovrebbe bastare, da sola, a capire a che livello sia arrivato il liberismo €urotrainato della nostra classe politica:
"Come non ricordare infatti il 1998, quando proprio un'Alitalia IN ATTIVO, guidata da un manager che vi era entrato coi calzoni corti e un Presidente ingegnere aeronautico (fatto quasi illogico nela nostra mentalità politico-industriale), stava per trasformarsi, con l'intelligente fusione con l'olandese KLM, nella più grande compagnia aerea europea, con due hub altamente atrategici, Roma e Malpensa.
Proprio l'apertura dello scalo varesino segnò l'inizio del crollo di Alitalia: la politica non solo si adoperò intensamente in infuocati conflitti campanilistici, più consoni al Basso Medioevo che non agli albori del terzo millennio, ma addirittura non mosse un dito quando l'UE, oltre a bloccare il trasferimento degli slot da Linate a Malpensa, decise che il prestito chiesto da Alitalia allo Stato, a condizioni bancarie estremamemente più dure di quelle concesse da Francia e Spagna quasi nello stesso periodo ai loro rispettivi vettori di "bandiera", non era da inquadrarsi come un'operazione finanziaria (sarebbe servita per uniformare la flotta di lungo raggio a quella olandese mediante l'acquisto di Boeing 747 di ultima generazione....), bensì come un aiuto di Stato e quindi passibile di sanzioni durissime, quali l'impossibilità di acquisire nuovi aerei, di praticare le tariffe più vantaggiose e di aprire nuovi scali. L'apertura di Malpensa da riscossa si trasformò in "de profundis".
Una situazione che si sarebbe potuta evitare se solo una politica fino a quel momento scellerata (e pure dopo, purtroppo), avesse fatto quadrato e si fosse opposta. Invece l'unico a contrastare questo diktat dettato dalle lobbies di Bruxelles, fu l'allora a.d. Domenico Cempella, che citò l'Unione alla corte dell'Aia e vinse dopo tre anni di processi con una sentenza che obbligava l'UE a risarcire con 900 milioni di euro Alitalia per i danni subiti: soldi che non mi ruslta che siano mai arrivati"
6. Invece quanto alla condizione (sovrana?) italiana di essere una "semplice ‘succursale’ della casa madre Germania", eccovi serviti:
LA "HOLDING-ITALIA" E IL SACRO ROMANO IMPERO. CONGIUNTURA FRATTALICA (3 aprile 2013)
"Insomma le elezioni (ripeto: nazionali e locali) funzionano come strumento per la formazione di un atipico consiglio di amministrazione di una holding o, più esattamente, grazie alla "riforma" del Titolo V della Costituzione, di una serie di holdings che controllano una sterminata quantità di "soggetti operativi" (a cominciare dal governo che funziona come comitato esecutivo, ristretto, di amministratori delegati): non solo società pubbliche e miste, ma anche enti, consulenti, organismi persino previsti dalla Costituzione.
Ma tutti, consiglio di amministrazione della holding e soggetti operativi, invariabilmente asserviti ad un'unica mission: realizzare ciò che "vuole l'Europa", contro gli interessi nazionali chiaramente indicati dalla Costituzione come inderogabili.
La foglia di fico, che non fa trapelare la già avvenuta colonizzazione italiana da parte delle potenze (bancarie) straniere che esprimono la governance europea e fungono perciò da azionisti di controllo della holding, è che, per ora, nel consiglio di amministrazione-Italia (assemblee nazionali e locali), siedono cittadini italiani. Per ora.
Ma questo avveniva anche nel Sacro Romano Impero carolingio e poi germanico, dove i margravi e i duchi e i vescovi-principi o conti, per conto dell'imperatore, erano per lo più nativi (non sempre, ma anche se venivano dall'estero, come un Olli Rehn, dovevano comunque accattivarsi i vassalli locali e tutti insieme governare un popolo di miserabili in quello che era un assetto parassitario o, in tempi di crisi e di guerra, "predatorio").
Ora tutto questo ci dice che il valoroso alleato - tedesco, anche se in origine doveva essere franco-tedesco, nel vero spirito, o fantasma, del Sacro Romano Impero-, sta dispiegando sempre più le forze sul territorio italiano."
Sipario (vociare animato, ma tardivo, dal pubblico)...