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RIFLESSIONI VARIE SUL "CALCOLO DI ESSI"-1 (work in progress)

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1. Pubblico, allo scopo (consueto) di tentare di non disperderli, una selezione di recenti commenti che risultano particolarmente centrati sul "tumultuoso" presente.
Se "questo esperimento" si dimostrerà utile, contando anche sul vostro aiuto nel rinvenire commenti passati particolarmente importanti, potrà nascerne una serie di post di recupero di prezioso materiale e di sistematizzazione degli approfondimenti già svolti
Quindi formulo l'invito, in questa ottica, a citare ulteriori commenti (anche propri) che, correlati a quelli qui esposti, possano servire da passaggi di collegamento e ulteriore illustrazione di quelli contenuti nella "selezione": l'idea sarebbe di inserirli, dopo la segnalazione nei commenti, nel testo dello stesso post, ampliando il lavoro di raccordo delle parti "collettive" del blog:

...Ma perché chi studia sinceramente - invece - non ne sbaglia mai una?
«Nell’immediato dopoguerra, Basso guida le forze socialiste a schierarsi contro l’avvio del processo di integrazione europea, di cui non coglie il significato storico e in cui non scorge il mezzo per ridare la libertà e l’autonomia agli europei, ma in cui vede soltanto l’espressione del dominio statunitense e del capitalismo.» 1976, The Federalist, 1975


Un possibile raccordo tra questo e il successivo commento, in discorso scientificamente organico, può essere senz'altro questo:

"...L'impiego "tecnico" del vincolo esterno non è una novità di fine anni '70: la novità è stata il suo irrigidimento fino all'attuale cementificazione (che non è differenza da poco, s'intende). 
Se si guarda alle celebri strette creditizie della Banca d'Italia, quella del '47, quella del '63 e poi quella del '74-'75, e agli argomenti che le hanno accompagnate, non è difficile scorgere un fil rouge che percorre tutta la storia repubblicana
Citiamo pure Caffè («I consigli», rivista della Flm (1977)): 
"Di fronte a gravi disavanzi della bilancia dei pagamenti soprattutto per la ingiustificata riluttanza ad applicare razionamenti e misure restrittive delle importazioni, i provvedimenti deflazionistici sono inevitabili. Proprio in questi giorni il professor Modigliani ha affermato secondo notizie di stampa che «è discutibile se la politica restrittiva sia stata condotta per eccesso, (ndr: siamo nel 1977!) cioè se non ci si sarebbe potuto permettere un disavanzo maggiore e se non si sia ecceduto nella deflazione». 
Di questa osservazione in primo luogo va rilevato che si parla finalmente in modo esplicito di deflazione, in secondo luogo questo «eccesso» è tipico della politica economica italiana perché lo si ebbe, sia nel 1947, sia nel 1963. 
Questo andare al di là del segno non è un fatto fortuito o un errore ricorrente: dipende sistematicamente dalla minore importanza che si dà ai problemi dell’occupazione rispetto a quelli dell’incremento delle riserve valutarie. È sempre mancato il controaltare: chi cioè avrebbe dovuto più energicamente difendere le ragioni dell’occupazione rispetto a quelle del grado di disavanzo della bilancia dei pagamenti, della credibilità esterna o del fatto che il Cancelliere tedesco, il fondo monetario ci dicono che siamo bravi e così via."

Basso, durante la sua segreteria, sotto il terzo governo De Gasperi, aveva preteso che i ministri socialisti, prima delle riunioni del consiglio dei ministri, gli comunicassero l’ordine del giorno e i disegni di legge che dovevano discutere. Lui aveva creato due commissioni di consulenza, una incaricata dei problemi dello Stato, con Massimo S. Giannini, l'altra delle questioni economiche, con Caffè, così da poter controllare rapidamente i disegni di legge e poi incaricare uno dei ministri di sollevare tutte le contestazioni preparate in sede di partito (notizie, credo poco note, in C. Giorgi, Un socialista del Novecento, Carocci, Roma, 2015, pag. 245).
Tanto per chiarire la differenza fra la politica e l'idraulica".

3. E grazie a Smigol, "sostituiamo" l'originario commento di Lorenzo, che introduce il dialogo che segue, con questa sua precedente analisi complessiva che fornisce un quadro ancor più sistemico:

Il progetto politico di "Essi" pare quindi consistere in:
a) l'instaurazione di un governo sostanziale "nascosto", perché comunque i veri governanti (la grande finanza), non assumono direttamente -agli occhi dei governati- la responsabilità delle politiche che decidono, nascondendosi dietro al politico di professione, titolare formale (ma non sostanziale) del potere e ridotto a mero prestanome (sotto questo aspetto era meglio perfino il "vecchio" ancien regime: anche se "non votato da nessuno", un Luigi XVI era chiaramente identificabile come responsabile dal governato: come aveva statuito suo nonno, lo Stato.... era LUI. E infatti, alla fine, raggiunto il punto di rottura la società lo chiamò a rispondere!).
b) la creazione di una non-società "universale, multietnica, multiculturale, globale", composta da una massa povera, abbrutita, incolta, disorientata e senza valori di riferimento (e come puoi averne senza una cultura a cui riallacciarti, una terra a cui legarti, una famiglia di cui far parte, una politica da valutare, fin anche un dio in cui credere?). 

Sotto questo aspetto, è incredibile la sinergia tra quelle che Diego Fusaro chiama la "Destra del denaro" e la "Sinistra del costume". Basti pensare alla comune condivisione del relativismo dei valori, della "guerra" contro la famiglia tradizionale (ossia contro il welfare privato che esiste da sempre: famiglia non è forse uguale a mutuo soccorso?), dell'anticlericalismo stereotipato etc....
c) un'opera di sviamento delle coscienze (e in una non-società frammentata e senza punti di riferimento è oggettivamente facile), dai problemi autenticamente politici verso delle "ideologie di secondo livello" (es. gender, femminismo ultra-radicale, animalismo, veganesimo, etc....), identificando (falsamente) in esse la nuova frontiera della (non) lotta politica.

Personalmente credo che un progetto del genere capisca poco l'uomo in sè, che alla fine la "società dei disorientati" esploderà come una bomba ad orologeria, anche perché, rimanendo "terra-terra", per quanto tu sia un informatore bravo, sarà difficile far credere all'infinito ad un poveraccio che il suo slum sia "il migliore dei mondi possibili"(anche se il teleschermo orwelliano glielo ripeterà dalla mattina alla sera), e perché, tanto per dirne un'altra, la "dittatura delle minoranze"è la peggiore forma di tutela che si possa dare alle stesse, in quanto presupposto per l'esplodere violento della maggioranza.....
E' un progetto pericoloso, perché costruito sulla non politica, sulla neutralizzazione del consenso e su un'ipocrita morale di cartapesta, per la quale, tanto per dirne una,una morte va in prima pagina ed un'altra no, a seconda di dove di verificano e in quale contesto e a seconda dell'utilità che ha la notizia.
Il problema, è che coloro che si definiscono "intellettuali", hanno seppellito il proprio spirito critico per credere in tutto questo.

Comunque, la decadenza della società occidentale è impressionante. E' uno squallido e pericoloso "basso impero". A questo punto, c'è quasi da sperare che arrivino presto i barbari..."

    4. Quarantotto7 giugno 2016 10:43
  1. "una rabbia che nessuna televisione, nessun giornale, nessuna propaganda e nessun Corpo armato saranno poi in grado di gestire".
    Hai sollevato un punto importantissimo: l'esperimento-pilota Grecia (o portoghese, o spagnolo, o persino irlandese, a rigor di storia) attesterebbe il contrario, cioè una gestibilità del caos (indotto).

    Credo sia oggettivo che il calcolo di ESSI è il seguente:
    - create irreversibilmente le condizioni per cui non siano più configurabili autentici partiti di massa (ce lo dice anche Rodrik: prima condizione è la libera circolazione dei capitali), la rivolta - che non è rivoluzione, in quanto non consegue alla solidarieà orizzontale nell'identificare il conflitto sociale- è agevolmente sedabile e persino tatticamente consentibile-diluibile, perché: 
    a) uno stato di eccezione "del mercato", a sua volta intrecciabile con quello "terroristico", è ULTERIORMENTE rafforzato dallo stato di eccezione "di piazza" (il tentativo di Hollande, ad es; è abbastanza evidente);
    b) ogni rivolta contiene in sé, nell'attuale frame di controllo mediatico, un forte profilo di conflitto sezionale o sub-sezionale (in Italia siamo i migliori specialisti del genere, ora con i conflitti intergenerazionali, divenuti linguaggio corrente persino della Corte costituzionale, e la contrapposizione, più tradizionale, evasori fiscali-pubblici dipendenti improduttivi. Per non parlare, in tutta l'UE, del problema "immigrazione").

    Il conflitto sezionale, rammentiamolo, è il più efficiente ed efficace neutralizzatore della saldatura della parte debole del conflitto sociale.

    Forse, "ai piani alti", la storia l'hanno studiata poco, ma gli spinelliani-hayekian-einaudiani-monetaristi, a loro tempo, hanno stabilito un format ben studiato; e proprio in funzione delle esperienze del primo '900.

    La domanda è ("solo", a mio parere): non essendo mai passati gli USA per la fase politica del socialismo rivoluzionario in proiezione istituzionale, le crepe di sistema che denotano, preannunciano una rottura del vero motore di tutto questo?
  2. Sicuramente trattasi di un progetto studiato a tavolino che si avvale sia delle esperienze maturate nel primo '900, sia delle conquiste del marketing e della psicologia in ordine alla persuasione dei soggetti ed alla "eccitazione" delle masse (e controllo della stessa).

    Pure, stiamo parlando di sensazioni umane come paura, tristezza, rabbia, sconforto ed altro che non so quanto siano riconducibili a schemi logici o quanto siano gestibili "all'infinito". Fosse così, dovremmo concludere che costoro abbiano veramente trovato l'uovo di colombo e che questo sistema durerà sostanzialmente in...... eterno! L'intero popolo europeo farà dunque la fine degli ebrei tedeschi? Si renderà conto, metaforicamente, che qualcosa non va solo di fronte a quella ciminiera che erutta tanto tanto fumo?

    Insomma, arriverà pure il giorno in cui il negoziante e il dipendente pubblico o chi per loro si guarderanno negli occhi e, senza dover parlare o spiegare, "capiranno".....
    .... o forse no?

    Di sicuro siamo di fronte ad un mostro politico che sembra aver fatto "tesoro" di tutte le peggiori mostruosità del '900. Temo che questo XXI secolo sarà una tenebrosa appendice di quello che lo ha preceduto.
    Sul piano pratico, è probabile, sì, che solo dagli USA possa arrivare un "contrordine compagni". Di sicuro, però, questo non accadrà se sarà la Clinton a vincere le presidenziali.


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