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ANTISTATALISMO E..."RIMBALZINI&AIUTINI" NELL'ERA DELLA GRANDE RIFORMA: DEUTSCHEBANG!

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1. Nell'autunno del grande ricatto sulla grande riforma... 
Financial Times: con il no al referendum conseguenze per la crescita dell'Italia e per l'Eurozona

...per instaurare la Grande Società internazionalizzata...
"Perché mai pochi uomini al governo dovrebbero saperne più dei molti che ogni giorno lavorano, producono, scambiano merci, servizi e moneta in tutto il mondo? E’ la candida obiezione con la quale Friederich von Hayek mise con le spalle al muro gli statalisti. E da qui prende le mosse Franco Debenedetti per bocciare senza appello l’“insana idea”.
Franco Debenedetti ha trascorso la sua carriera tra l’industria e la politica, dalla Olivetti alla Fiat a una lunga esperienza parlamentare nella sinistra politica; oggi presiede l’Istituto Bruno Leoni, il principale pensatoio liberista italiano e uno dei più stimati a livello internazionale".
Debenedetti)[2], si laurea in ingegneria al Politecnico di Torino nel 1956. Lavora inizialmente nell'azienda di famiglia, per passare poi all'Olivetti nella quale rivestirà anche le cariche di vicepresidente e amministratore delegato.
Per tre legislature è stato eletto al Senato della Repubblica, rispettivamente del 1994, 1996 e 2001 per le liste del PDS e DS, dove ha fatto parte della Commissione Industria, Commercio e Turismo.
Attualmente siede in alcuni consigli di amministrazione di società, enti e fondazioni, tra cui CIR, COFIDE, Piaggio, Fondazione Rodolfo Debenedetti, Fondazione Italia USA, Progetto Italia. È stato insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Ezio Tarantelli (1996) e il Premio Capalbio per l'Economia (1999). Ha pubblicato alcuni volumi tra i quali Sappia la destra (Baldini & Castoldi, 2001), Non basta dire no (Mondadori, 2002), Grazie Silvio (Mondadori, 2006).
Dal 2008, insieme con Alberto Mingardi, conduce Blue-liberisti in Red per l'emittente privata Red Tv[3]. Nel 2009 pubblica, insieme ad Antonio Pilati, il libro La guerra dei trent'anni - Politica e Televisione in Italia 1975 - 2008 (Einaudi2009).
In occasione delle elezioni politiche italiane del 2013 non ha preso posizione nel PD, ma ha dichiarato una preferenza per il partito Fare per Fermare il Declino, guidato da Oscar Giannino[4].
Nell'ottobre 2015, insieme al fratello Carlo, è rinviato a giudizio per l'indagine sulle morti per amianto alla Olivetti: il processo di primo grado si conclude nel luglio dell'anno successivo con la condanna, identica a quella del fratello, a cinque anni e due mesi di reclusione [5].

2. I problemi nazionalistici, e proprio tra produttori di moneta (quelli che dovrebbero capire ben di più di tutti gli altri esseri umani, che vanno ottusamente a votare per eleggere governi, pensate un po', che li rappresentino!), però si manifestano ancora, chissà perché; e proprio dentro all'€uropa, modello e fine ultimo della Grande Società.
Ma vengono affrontati con grande orgoglio e dignità da parte di chi "comanda"nell'irenica paneuropa.
La Germania fa quadrato intorno al suo "miracolo" industrial-finanziario, infatti, contro tutto e contro tutti:
http://scenarieconomici.it/wp-content/uploads/2016/01/FireShot-Screen-Capture-108-Class-action-negli-Usa-contro-Deutsche-Bank_-%C2%ABCos%C3%AC-guadagnava-truffando-i-clienti_-%C3%88-come-per-Vw%C2%BB-Il-Sole-24-ORE-www_ilsole24ore_com_art_finanza-e-mercati_2016-01-1.jpg
Poi, come sapete, a settembre:

Deutsche Bank Is Asked to Pay $14 Billion to Resolve U.S. Probe Into Mortgage Securities.

"The financial pressure on Deutsche Bank has already spilled into German politics, stirring speculation Chancellor Angela Merkel’s government might be forced to offer support. Cryan told Bild newspaper this week that the firm doesn’t plan to raise capital and that government aid was “out of the question.” Any taxpayer-funded solution for the bank’s troubles would be Merkel’s downfall, said the leader of Germany’s biggest opposition party".
http://static.dagospia.com/img/patch/02-2016/deutsche-bank-weidmann-schaeuble-762450.jpg

Le dichiarazioni del “Club Merkel” sull’argomento sono del tutto irrilevanti e servono solo a cercare di evitare altro panico sui mercati, e tuttavia il destino di Deutsche Bank è segnato.
La banca tedesca ha un enorme deficit di capitale che è dovuto a:
E non cito il problema del valore nominale dei Derivati per cui Deutsche Bank agisce come market maker, diciamo che su questo argomento concedo il beneficio del dubbio e ipotizzo che nel complesso il valore reale di esposizione di Deutsche Bank, ovvero elise le operazioni di segno opposto sia vicino allo zero e dunque non sia un pericolo".


4. Oggi, momentaneo rimbalzino del titolo DB, che non deve essere estraneo all'aspettativa dell'inevitabile intervento pubblico.
In effetti, ci sarebbe pure questo prevedibilissimo aiutino tra amici, considerata l'enorme utilità della Germania nella strategia delle elites capitaliste USA che hanno "creato" l'€uropa; dunque un aiutino, non certo inatteso per i "mejo informati":

FOLLIE DI MERCATO - LA DEUTSCHE BANK QUESTA MATTINA ERA SULL’ORLO DEL DEFAULT, E GIA’ PARTIVANO I CONFRONTI CON QUELLO DELLA LEHMAN BROTHER - POI, DOPO UNA TELEFONATA OBAMA-MERKEL, SI DIFFONDE LA VOCE CHE GLI USA RIDUCONO DA 14 A 5 I MILIARDI DI MULTA ALLA BANCA TEDESCA PER I MUTUI SUBPRIME - ED A WALL STREET IL TITOLO SCHIZZA A +6% -

Ma...un momento: il problema non è riducibile al pagamento di questa o quella somma a titolo di sanzione inflitta dalla Fed...

"Ultimo bilancio di Deutsche Bank si è chiuso con una perdita di 6,8miliardi contro un patrimonio netto tangibile di 5,8 miliardi...
Citigroup dice "fa notare che Deutsche Bank, con un “leverage ratio” del 3,4%, “appare in condizioni peggiori anche rispetto al target prefissato per la fine del 2018″ e calcola che, con spese legali di appena 2,9 miliardi di euro e in caso di successo della smobilizzazione, alla fine del 2017, della quota del 70% detenuta in Postbank, il CET 1 ratio risulta pari all’11,6% entro la fine del 2018. 

Tutto ciò implica che la banca farà fronte a un buco di 3 miliardi di euro rispetto al suo target pari al 12,5%, e a un leverage ratio al 3,9%: e, dunque, a un buco di capitale di 8 miliardi di euro rispetto al target del 4,5%." 
Nel mentre Soros si sfrega ampiamente. 
Nessuno però menziona le uniche tre parole che servirebbero per rimettere in sesto l'economia: Glass Steagall Act. E una quarta: GALERA". 

6. Insomma, per tornare all'Italia, nulla di rassicurante in ogni caso. Esito del referendum bello o brutto che sia:
"...il BundeStaat interverrà massicciamente in salvataggio e ricapitalizzazione di DB (e Commerzbank und Landesbanken varie e avariate), per non guastare la festa delle presidenziali USA; e mi pare il minimo.

Ergo, "l'ondata di vendite sui titoli bancari" attualmente in corso servirà, alla fine, solo all'accelerazione dell'insolvenza, con burden sharing, del sistema bancario italiota. Che passerà di mano, sul "residuo" rimasto dopo apposita tosatura dei risparmi dei correntisti. (Certo, a ogni rimbalzino si griderà istericamente allo scampato pericolo...per spontanea "bontà" dei mercati efficienti...).

Naturalmente, non c'è bisogno di dirlo, per l'intervento pubblico tedesco verrà ritenuta applicabile l'ipotesi di instabilità finanziaria sistemica, (p.45 direttiva BRRD) che rende "sproporzionati" gli effetti del burden sharing sui correntisti crukki: ma non altrettanto per gli effetti della crisi bancaria tedesca sul sistema italiano.
E forse è pure meglio così, si fa per dire, visto che, comunque, gli istituti devono finire in mani estere, (preferibilmente americane, ma anche franco-tedesche non guastano), e che, col pareggio di bilancio, l'intervento pubblico di ricapitalizzazione accelererebbe, per finanziarlo, lo smantellamento di pensioni e sanità (e territorio; anche se al M5S credono che sia dovuto alla corruzione e alla casta).

Ma a pensarci bene, l'occasione è talmente ghiotta che mi sa proprio che la coglieranno: troppi segnali mediatici sono in tal senso.
Naturalmente, appena passato il referenudum.
Qualunque esito abbia...."

7. E per riallacciarci all'incipit, sulla Grande Società dei vincenti (autoproclamatisi tali), che non possono perdere tempo coi perdenti, pare che i mercati globalizzati e le istituzioni internazionali, - che devono imporre il super-razionale "diritto internazionale privatizzato", in luogo del clientelare diritto nazionale, che ci si assicura, con apposite riforme costituzionali,  non possa essere altro che mera esecuzione vincolata del primo-, abbiano sempre più "grandi" problemi. 
Ma gli anti-statalisti neo-liberisti, non ascoltano nessuno; si sa, sono "economisti". Non si fanno impressionare da nulla:




8. Sapendo che la "domanda" non è rilevante o tutt'al più si può distruggere per sacre finalità di mantenimento della moneta unica, (salvo qualche vago ripensamento):
http://icebergfinanza.finanza.com/files/2014/01/treeeeeeeeee.jpg
e sapendo che conta solo "l'offerta", - la cui connessione con la riforma costituzionale è misteriosa quanto la correlata profezia di "crescita"-  si può tranquillamente "promuovere" l'Italia in questi termini:


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