
Seguendo una prassi già consolidata, il post di oggi inizia dalla citazione di uno di quei pregnanti commenti di Lorenzo Carnimeo che "fanno il punto". Lo arricchisco di links per agevolarne la comprensione in tutti i passaggi.
"Il fine ultimo del disastro? Che sia il mercato senza stato?
Se ho capito bene (il "se"è d'obbilgo, perché non sono un economista), tanto il TTIP -che pone sullo stesso stato aziende ed ordinamenti (non più)sovrani davanti a corti arbitrali- quanto l'imperfetta costruzione dell'UE -concepita come mero insieme di norme strumentali alla paralisi delle sovranità statuali, senza alcuna reale volontà di costituire un nuovo ordinamento sovrano- obbediscono a questo principio. Principio, che sembra inoltre sposarsi con una visione, quella della cosiddetta scuola austriaca, che vede come un male la moneta gestita dallo stato, in quanto sarebbe meglio che ad esso sia sovra-ordinata (e quindi dallo stesso non gestibile).
Mi pare tutto finalizzato all'ideale del mondo come "unica e vasta comunità finanziaria" brillantemente sintetizzato nell'arringa fatta dal magnate al giornalista impazzito nel film "Quinto potere".
"Oltre lo Stato", quindi, non ci sarebbe "l'unico stato mondiale" (allo stesso tempo terrore assoluto dei "gomblottisti" e "sogno" dei piddini globalizzati), bensì proprio il "non-stato" del mercato. O meglio, un mercato globale titolare delle risorse finanziarie e che articola il suo potere attraverso una serie di governatorati locali (gli ex-stati sovrani, de-sovranizzati attraverso un coerente uso del diritto internazionale), il cui unico scopo è quello di imporre -localmente, per l'appunto- regole ad esso favorevoli prendendosi allo stesso tempo sul groppone la responsabilità politica delle stesse. L'imperfetta costruzione dell'UE è già un esempio chiaro dell'applicazione di questa formula.
L'indubbio vantaggio sarebbe quello di consentire alle classi dominanti di esercitare il potere senza assumersene la responsabilità diretta, ed anzi, "scaricandola" sui "governatori" locali (i Renzi e/o i Samaras di turno).
La "distruzione creatrice" (per usare le parole di Schumpeter), diventa quindi "metodo di governo" (come intuito da Bagnai): un metodo non può però non avere un fine. Che il "mercato senza stato" sia quel fine, ossia la "nuova creazione" che emergerà dalla crisi?"
Se ho capito bene (il "se"è d'obbilgo, perché non sono un economista), tanto il TTIP -che pone sullo stesso stato aziende ed ordinamenti (non più)sovrani davanti a corti arbitrali- quanto l'imperfetta costruzione dell'UE -concepita come mero insieme di norme strumentali alla paralisi delle sovranità statuali, senza alcuna reale volontà di costituire un nuovo ordinamento sovrano- obbediscono a questo principio. Principio, che sembra inoltre sposarsi con una visione, quella della cosiddetta scuola austriaca, che vede come un male la moneta gestita dallo stato, in quanto sarebbe meglio che ad esso sia sovra-ordinata (e quindi dallo stesso non gestibile).
Mi pare tutto finalizzato all'ideale del mondo come "unica e vasta comunità finanziaria" brillantemente sintetizzato nell'arringa fatta dal magnate al giornalista impazzito nel film "Quinto potere".
"Oltre lo Stato", quindi, non ci sarebbe "l'unico stato mondiale" (allo stesso tempo terrore assoluto dei "gomblottisti" e "sogno" dei piddini globalizzati), bensì proprio il "non-stato" del mercato. O meglio, un mercato globale titolare delle risorse finanziarie e che articola il suo potere attraverso una serie di governatorati locali (gli ex-stati sovrani, de-sovranizzati attraverso un coerente uso del diritto internazionale), il cui unico scopo è quello di imporre -localmente, per l'appunto- regole ad esso favorevoli prendendosi allo stesso tempo sul groppone la responsabilità politica delle stesse. L'imperfetta costruzione dell'UE è già un esempio chiaro dell'applicazione di questa formula.
L'indubbio vantaggio sarebbe quello di consentire alle classi dominanti di esercitare il potere senza assumersene la responsabilità diretta, ed anzi, "scaricandola" sui "governatori" locali (i Renzi e/o i Samaras di turno).
La "distruzione creatrice" (per usare le parole di Schumpeter), diventa quindi "metodo di governo" (come intuito da Bagnai): un metodo non può però non avere un fine. Che il "mercato senza stato" sia quel fine, ossia la "nuova creazione" che emergerà dalla crisi?"
Il punto, anzi la pluralità di punti connessi sollevati da Lorenzo, ci portano direttamente a questo:

Al convegno di Londra parteciperanno, tra gli altri, Antonio M. Rinaldi, Luciano Barra Caracciolo, Luca Boscolo (meritorio organizzatore "on spot"), Guglielmo Soccorsi, Paolo Cardenà eStefano Fugazzi.E altri valorosi studiosi delle questioni "liberoscambiste-distruttive-della-sovranità-democratica".
Ma sono in gestazione altre possibili "sorprese", in attesa di conferma.
Sul TTIP (v.filmato) e l'ERF rinvio a quanto già detto, in varie occasioni, su questo blog.
Per chi intendesse partecipare ricordiamo la necessità di procedere all’accredito inviando una mail contenente il vostro nome ed il cognome al seguente indirizzo mail: abc.economics@yahoo.com
E non finisce qui.
ALTRI IMMINENTI EVENTI SARANNO COMUNICATI NEI PROSSIMI GIORNI. VERY SOON...